PRESENT DAY #2018: Alaska

Season 2

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    :Endymion:
    I continui colpi di testa di Hybris stavano mettendo a dura prova il mio carattere placido e tranquillo... Non ero conosciuto come un Re crudele o impulsivo, ciò non toglieva che ero solito far pagare assai duramente chi osava disubbidire o venir meno ai miei ordini ed Hybris non faceva eccezione...
    Avevo accettato a fatica il suo colpo di testa nei confronti dei nostri nemici, quello che ci aveva privato di Ruben suo fratello, ma soprattutto mio braccio destro e che aveva fatto alle mie spalle. Aveva aspettato che mi assentassi per agire ed oltretutto con la complicità di Wiseman... Ne avevo discusso aspramente con lui, ma il saggio mi aveva placato assicurandomi che era una prova che mia moglie, a suo dire, doveva affrontare. Ci passai sopra, ingoiai il rospo e non mi scontrai con Hybris per il suo affronto, ma quella volta non avrei mai potuto...
    Ero in consiglio con Wiseman mi stava aggiornando della situazione politica su Haumea, mentre pianificavamo le nuove mosse, quando mi avvisò che Hybris aveva aperto un portale ed aveva lasciato la nave madre. L'istinto mi portò a volerla inseguire, ma non sapendo ove farlo accettai il consiglio del saggio di aspettare il suo ritorno ed affrontarla.
    Camminavo nervosamente avanti indietro tanto che il lungo mantello bianco subì i miei bruschi cambi di direzioni svolazzando leggermente. Il bianco era il colore reale della Luna e lo indossavo per ricordare le mie origini ed il posto che mi aspettava di diritto. Anche il completo, composto da pantaloni più tunica con collo alla coreana, richiamava le tradizioni imperiali lunari con delicati intarsi argentati che rilucevano come i miei capelli biondissimi, come se baciati dalla Luna.
    Il Cristallo Nero era assicurato al mio collo con pendaglio a forma di Luna Nera rovesciata ed in quel momento me lo rigiravano tra le mani ansioso del ritorno della mia consorte che attirò la mia attenzione quando udendo il rumore dei suoi tacchi, voltandomi me la trovai di fronte.
    Aveva un sorriso radioso e l'abito nero che era solita indossare la fasciava più del solito, si era sistemata. Ero sicuro che fosse passata dai nostri alloggi prima di affrontarmi, ma non sarebbe stato il suo piacevole aspetto né il suo buonumore a placarmi, tanto che mi bastò alzare la mano affinché la Forza Oscura che fluiva nel mio corpo si manifestasse a mo di raggio energetico che spingendola all'indietro la fece voltare contro la parete della Sala del Trono. La guardai glaciale e furente, mentre con la mia maestosità ed eleganza muovevo qualche passo verso di lei sovrastandola.
    "Dammi un motivo, moglie mia, per non punirti..." sibilai freddamente, il mento alto e la furia di chi non accettava in alcun modo di essere tradito.
     
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    :Hybris:
    Mi ero lasciata guidare dall'istinto. Per una volta - non la prima, da quando avevamo messo piede sulla Terra in realtà- avevo lasciato che il mio animo indomito prendesse il sopravvento. Stavolta però, ero riuscita a risollevare la mia situazione e soprattutto infliggere un duro colpo a quell'odiosa Imperatrice. Sebbene i miei piani originari fossero quelli d'appropriarmi anche del Cristallo d'Argento, ero comunque entrata in possesso della "merce di scambio" che mi avrebbe permesso di liberare Ruben. Per quanto insana potesse sembrare la mia richiesta, ero più che certa che i sentimentalismi e l'animo puro di quella sciocca di Selene, l'avrebbero portata a cedere a quel ricatto... Ma ovviamente una volta ottenuto ciò che volevo, le Guerriere sarebbero risultate inutili alla mia causa. Alla nostra causa. Per quanto Endymion potesse essere deluso o peggio ancora amareggiato dal mio atteggiamento impulsivo, stavolta non avrebbe potuto che complimentarsi con la sottoscritta per ciò che avevo affrontato.

    Tornata alla nostra astronave, ancorata in quell'antro desolato e ghiacciato, avevo approfittato dell'essere ottenebrate delle mie prigioniere, per farle rinchiudere nelle camere di contenimento. Lì, ero più che certa che non avrebbero rovinato ancora i miei piani... Anche se la parte più difficile veniva in quel momento. Convincere Endymion delle mie buone intenzioni ed esporgli il da farsi. Finalmente avrebbe apprezzato le mie capacità? Avrebbe smesso di trattarmi come un'ornamento da mostrare al suo fianco? Dovevo presentarmi al meglio per dargli la buona notizia, quindi prima di recarmi da lui mi rinchiusi nelle mie stanze, dandomi una rinfrescata e rendendomi presentabile... Indossai il mio abito nero preferito, attillato e che rappresentava a pieno il mio modo d'essere. Oscura, tenebrosa, ma colma di fascino e seduzione.
    Con la mia solita andatura femminile e un sorriso sornione stampato in faccia, arrivai al cospetto di mio marito, che a giudicare dalla rigidità della postura non era ancora stato messo al corrente della mia impresa. Non ebbi comunque il modo e il tempo di allietarlo della bella notizia, perché un attimo dopo essermi avvicinata a lui, venni scaraventata dalla sua furia invisibile contro la parete più vicina. In altre circostanze, quella sua presa di potere e superiorità, avrebbe potuto scatenare un altro tipo di reazione in me... Invece non fece altro che farmi svanire il sorriso dalle labbra, mentre riprendendo fiato dopo la botta, cercai di specchiarmi nei suoi occhi arroventati. Nonostante prese a parlarmi freddamente, non poteva controllare infatti i suoi sguardi colmi di irritazione e collera.
    - Il motivo, potrebbe essere rinchiuso nelle celle. Anzi, i motivi... - sibilai reggendo il suo sguardo, prendendomi il mio tempo per potergli spifferare tutto e studiare le sue espressioni. Poteva mio marito, il mio consorte, essere un tale enigma per me? Inutile dire che vederlo così infiammato da usare la Forza Oscura contro di me, smosse comunque qualcosa in profondità nelle mie viscere.
    - Ho catturato le Guerriere. - aggiunsi, evitando d'atteggiarmi e non usando nessun particolare tono euforico, più che altro mostrandomi elettrizzata e infervorata con quello scambio di sguardi. Non potevo prevedere quale sarebbe stata la sua reazione a tale notizia, ma gli avrei spiegato di come da sola avessi sovrastato quelle nullità e gli avrei consigliato di usare quelle prigioniere per riottenere il suo braccio destro e Generale dell’Esercito. Il tutto ovviamente, se prima non mi avesse sovrastata ancora con la sua forza.
     
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    :Endymion:
    Stavo ancora sovrastando Hybris con la mia presenza imponente se non fosse stato che alla sua esclamazione mi ritrovai sorpreso, non avrei voluto dargli troppo a vedere, ma ero sinceramente colpito e per quanto fossi bravo a mantenere un viso marmoreo in quel momento faticai nello sguardo a contenere lo stupore.
    Hybris ne approfittò e si rimise in piede sistemando l'abito con fare stizzito, ma anche profondamente compiaciuto di fronte alla mia immobile reazione. Ero così preso da quella notizia che perfino non reagì al suo avvicinarmi e posarmi le mani sul dorso, mentre con fare amorevole mi sistemava la casacca e cercava quel contatto intimo che tanto amava.
    "Anche Selene è con loro?" chiesi quasi sovrappensiero, tanto che le sue dita che stavano giocherellano con il Cristallo Nero che indossavo al collo si bloccarono. Serrò la mascella ed assottigliando lo sguardo smeraldino mi disse "No. Solo le sue compagne che per certo in questo momento sono nella stanza degli incubi. Prive di poteri ed attanagliate dalle loro peggiori paure..."
    La Stanza degli Incubi erano le prigioni di Haumea, un luogo ove il più delle volte i prigionieri preferivano morire piuttosto che venirvi portati, ma le Guerriere non erano prigioniere qualunque.
    "Non avresti dovuto" l'ammonì serio. Lo sguardo basso nel suo.
    "Perchè no? Sono nostre nemiche dopotutto..."
    "Sono Guerriere. Le Guerriere. Riconosco il loro ruolo e tutto ciò che hanno sempre fatto per l'Impero e le Colonie. Un nemico del genere merita rispetto" pronuncia con fermezza mentre il Cristallo Nero si illuminò per un breve secondo prima di tornare normale. Avevo disattivato le loro prigioni, non avrebbero potuto uscire ed al loro interno non avrebbero avuto poteri, ma niente incubi. Non lo meritavano.
    "Sai marito mio... non ti capisco... non ci riesco proprio... Ti porto i nostri nemici sopra un piatto d'argento e tu ti lamenti perchè ne manca la leader... le imprigiono come facciamo con qualsiasi prigioniero su Haumea e mi dici che sbaglio... C'è una cosa per quale non mi riprenderai Endymion? Viviamo insieme da così tanto, ho sacrificato tutta la mia esistenza a te e a questa tua Crociata eppure... c'è sempre qualcosa in cui sbaglio..."
    Riconoscevo nel tono fermo di Hybris la sua frustrazione, di chi non si sentiva riconosciuto nei meriti, di chi tentava invanodi affermarsi venendo sempre respinta ed umiliata. Ma era troppo forte per mostrarsi debole, motivo per cui rimanendo a fissarmi mi sfidò a tal punto che fui io a darle le spalle per raggiungere il trono e pensieroso sedermici al di sopra.
    "Sei istintiva ed agisci in base ai tuoi impulsi..." osservai ad alta voce. Due dita sotto il mento e lo sguardo glaciale perso a fissare un punto del pavimento. Non la stavo giudicando, quanto più analizzando.
    "Tutto l'opposto di una Regina che dovrebbe essere posata, razionale e perfino fredda in alcuni casi... capace di mettere da parte le proprie emozioni quando si tratta di concentrarsi su qualcosa di più grande... di più importante..." e dicendolo non potei fare a meno di pensare a Selene. A prescindere di quello che provavo nei suoi confronti per come aveva vissuto la vita che mi apparteneva, non potevo non riconoscere la sua prodezza nel regnare e nell'essere un impeccabile leader oltre che regnante.
    Le mie parole non risuonarono tuttavia allietanti e consigliere per Hybris, quanto l'ennesima paternale che la innervosì e la infastidì più di quanto già non fosse.
    "Stai meditando di cambiar moglie Endymion? Dovresti stare attento avermi come nemica potrebbe essere assai controproducente..." a mia volta la sfidai guardandola sorridente "Mi stai forse minacciando moglie mia?"
     
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    :Hybris:
    Avevo immaginato, o perlomeno sperato, che il compimento di quell'impresa avrebbe smosso qualcosa in mio marito... Ma tutto ciò che ne ricavai fu altra freddezza e altri ammonimenti. Anziché complimentarsi, o perlomeno accertarsi di come fossi riuscita a compiere tale opera, puntualizzò soltanto sui miei errori.
    Arrivò perfino a rimproverarmi d'aver sottoposto le Guerriere alla stanza degli incubi. Avrei tanto voluto che mostrasse a me tale interesse e reverenza, sembrava addirittura rispettare quelle insulse ragazzine, mentre a me riservava soltanto vaghe occhiate e le minime attenzioni.
    Mi sentivo frustrata e denigrata, qualsiasi cosa facessi, mi ritrovavo a dover combattere col suo sguardo accusatorio e quasi di sufficienza. Come se fossi io quella sbagliata, come se dipendesse da me il fatto che dal nostro arrivo, non avessimo fatto nessun passo in avanti per la nostra Crociata. Eppure, dopo la cattura delle Guerriere, avevo sperato in un capovolgimento della situazione... E invece mi ritrovai con Endymion a rimproverarmi d'essere impulsiva e troppo irrazionale, cosa che dal suo punto di vista non mi rendeva adatta al mio ruolo di Regina regnante. Fu come ricevere una pugnalata, quelle parole mi ferirono più di quanto diedi a vedere, ma non avrei mostrato nemmeno a lui le mie debolezze. Avevo agito per giusta causa, riconoscevo il fatto d'essere troppo irruenta e focosa rispetto all'educazione impartitaci su Haumea, ma non ero pronta a mutare il mio modo d'essere per compiacere al mio consorte. E avevo pensato, forse sbagliando ingenuamente o peccando di autocompiacimento, che nonostante tutto lui apprezzasse quel mio essere ribelle.

    "Stai meditando di cambiar moglie Endymion? Dovresti stare attento, avermi come nemica potrebbe essere assai controproducente..." lo provocai, riversando in quelle parole tutto il mio risentimento, anche se dopo essermi rialzata cercai di mantenere una certa compostezza nell'atteggiamento. Mi ero avvicinata a lui, l'avevo sfiorato e sfidato con lo sguardo, ma lui non reagiva. Non reagiva mai alle mie azioni, se non perlomeno a parole. Taglienti e enigmatiche, perché faticavo davvero a capire cosa provasse realmente.
    " Non oserei mai minacciarti... Ma dovresti capire, o perlomeno intuire, che le mie azioni sono spinte dal desiderio di compiacerti? Eppure, non mi calcolai e mi denigri, sempre. Cerco di portare avanti la nostra causa, per farti ottenere tutto ciò che ti spetta, che appartiene al nostro popolo di diritto... E non ricevo altro che i tuoi rimproveri, perfino quando riesco in una tale impresa! " gli parlai per una volta, col cuore in mano, seppur restia a mostrargli quel risentimento ero comunque ferita della sua analisi nei miei confronti. Avrei potuto fare lo stesso con lui, fargli notare che anche molti dei suoi atteggiamenti erano assurdamente folli dal mio punto di vista, ma amavo Endymion così com'era... Cosa che lui non dimostrava mai nei mie riguardi.

    " Forse, se mi rendessi davvero partecipe nella tua vita, non avrei bisogno d'agire impulsivamente senza il tuo parere." pronunciai infine con fermezza, avvicinandomi ancor di più a lui. In quelle rare occasioni di disputa fra di noi, sentivo l'elettricità e l'aria carica di tensione, ma mio marito sembrava non voler badare a quegli istinti primordiali e soprattutto al farmi sentire adatta. Avrei potuto sedurre qualsiasi uomo, ma ero stata congiunta a lui perché sapevo di dover colmare ciò che a Endymion mancava, per questo ero disposta a sporcarmi le mani in sua vece. Ma lui era troppo distante da me, per tradurre in maniera corretta una qualsiasi delle mie azioni.
     
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