PRESENT DAY #2018: Alaska

Season 2

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    :Altair:
    La notizia del rapimento di Aphrodite e le sue compagne ci giunse come un fulmine a ciel sereno, una che sconvolse enormemente Edward e Connor fose ancor più di quanto io non lo fossi.
    La questione del matrimonio mi aveva quasi illuso di aver un momento di pace e serenità nel quale, nel mezzo di quel caos, poter pensare realmente ad una vita da costruire con Aphrodite, una che per quanto possibile sarebbe stata normale... ma poi mi ero ricordato che non c'era nulla di normale in ciò che eravamo e la vita che conducevamo ed ero tornato con i piedi per terra rimproverandomi per aver osato essere ciò che non ero mai stato: un sognatore.
    Molto del mio carattere introverso, rude e realista si era smussato nei secoli anche grazie alla leggerezza di Aphrodite, in quanto era sempre riuscita a combaciare i suoi doveri di Guerriera ad un animo aperto e liberto. Amava l'arte e la bellezza in ogni sua forma tanto da trovare il tempo sempre di soffermare a vederla ed apprezzarla.
    Anche con il matrimonio l'avevo lasciata fare e quando l'avevo rimproverata di esagerare per i fasti a cui ambiva, lei mi ricordò che su Venere un matrimonio era la celebrazione sacra più importante che esistesse. Era unire due anima rendendola una. Mi aveva detto che quando un venusiano sceglieva di sposarsi era per sempre... non esistevano tradimenti, ripensamenti o scappatelle... un venusiano non avrebbe avuto altro cuore se non quello del suo amato...
    Si sarebbe donata a me, come io a lei e quello che lei avrebbe sentito lo avrei sentito anche io... Ironizzava emozionava dicendo che anche fare l'amore non sarebbe stata più la stessa cosa perchè ogni piacere sarebbe stato amplificato, come anche il dolore...
    "Nessun venusiano sopravvive alla morte del coniuge..." mi rivenne in mente quella sua frase quando nel mio ufficio ero seduto alla mia scrivania con in mano il sopra della mia tunica cerimoniale. Aveva voluto usare i colori venusiani per confenzionarla, ma al contempo lo stile arabesco per coniugare le mie e le sue tradizioni.
    La stavo ancora osservando nervoso, quando ad interrompere i miei pensieri ci penserono i Kenway.
    "E' permesso?" mi chiese Connor dopo aver bussato ed aver socchiuso appena la porta, fu solo ad un mio assenso che entrò seguito da Edward.
    "Veniamo con te... in qualunque posso sono tenute ti daremo manforte per salvarle..." la voce risoluta di Edward mi ricordò che non era facile tenere una notizia segreta in quel posto e non mi sorpresi dunque del loro farsi avanti.
    Alzandomi poggiai la tunica sulla scrivania, mentre aggirandola vi mi appoggiai contro prima di guardarli.
    "Ho sentito Selene ed è convinta di avere una soluzione, tuttavia mi ha anche detto che se non funziona dovremo cercare il Dark Moon ed affrontarlo..."
    "I Templari avevano localizzato la loro Nave Madre in Alaska..."
    "Sì e nessuno è tornato vivo per raccontarlo..." ironizzò in modo sarcastico, ma vero Edward, mentre io poggiandomi una mano sul mento mi feci pensieroso.
    "Hai ragione e per questo non possiamo essere avventati... non quando rischiamo seriamente di mettere in pericolo la vita delle Guerriere o lasciare Nanda Parbat scoperta..." da Mentore avevo molte cose da pensare oltre ad Aphrodite. Dovevo ben ragionare se rischiare una missione di salvataggio.
    "Athena aveva detto che ci trovarono solo perchè Nanda Parbat era protetta dal Cristallo d'Argento..."
    "Connor ha ragione, una volta disattivata la barriera non abbiamo subito attacchi ed il sistema di difesa dei varchi finora ha funzionato..."
    Sospirai pesantamente prima di alzare il capo verso di loro ed assentire lievemente, anche se ciò non toglieva che non ero disposto a muovere Assassini non in massa e non in quel momento. Non quando ero l'unico Mentore ad essere rimasto.
    "Andremo solo noi tre, ma devo chiedervelo: ve la sentite dopo quello che è successo con Auditore?"
    Eravamo ancora tutti sconvolti dalla resurrezione di Federico e dirlo ad alta voce mi sconvolgeva ancora più, ma nessuno lo era stato più dei Kenway quanto degli Auditore. Si era creata una certa tensione per cui Edward e Connor, perchè parenti di Atlas, erano divenuti il capro espiatorio contro cui scagliarsi. Ormai per Ezio non c'era più differenza, tutti i Kenway -indifferentemente- erano colpevoli di quell'abominio.
    "A proposito di questo... si hanno notizia di Ezio e Claudia?"
    Connor me lo chiese quasi con timore, mentre Edward a disagio si grattò il capo.
    "No... dopo che gli abbiamo dato la notizia e il mezzo scontro che vi ha visti protagonisti se ne sono andati... ho provato a rintracciare sia Ezio che Claudia, ma è impossibile... non sentono ragioni e non so nemmeno se siano ancora vivi... mettersi nella tana del lupo, in questo momento, per recuperare loro fratello potrebbe essere mortale..." sospirai pesantemente, prima di mettermi ritto e battere le mani una contro l'altra.
    "Ma ora bando alle ciance, è deciso, partiremo e lo faremo immediatamente... andremo da Selene e sentiremo se il suo piano ha funzionato, altrimenti..."
    "Ci aspetta l'Alaska, mh?"
    "Esatto!"
     
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    :Selene:
    Non c'è altro modo...
    Bastava questa constatazione e giustificare il mio gesto? Avevo meditato su questa domanda per ore intere, ore nelle quali le mie sorelle erano imprigionate, sofferenti, magari torturate dalla Regina Nera e dal suo consorte.
    Non ero una persona che agiva impulsivamente, e mai avrei cercato volontariamente il rischio, soprattutto quando era in pericolo la sopravvivenza delle mie amate compagne.
    Chiusa nella mia camera da letto, respingendo con l'indifferenza i tentativi di Pandia di darmi delle giustificazioni sul suo comportamento, contattai subito Altair, per annunciargli la sciagura e metterlo al corrente del piano per riportare a casa sane e salve Ares, Nike, Athena e... Aphrodite.
    Altair mi ascoltò senza interrompermi. Cercavo di mantenere un tono deciso, come se avessi la certezza di ciò che stavo progettando, ma soprattutto del suo risultato.
    ”Persephone! La moglie di Hades... so che non dovrei più stupirmi, ma credevo si trattasse di un personaggio appartenente ad un passato mitologico!”
    ”No, esiste davvero. Pensavamo che fosse stata uccisa da Eris insieme alla distruzione del suo pianeta, Plutone, ma a quanto pare lei ha continuato a vivere come un'eremita per tutti questi secoli, isolata da tutto e da tutti... per mantenere la sua neutralità, immagino...”
    ”E quindi, come possiamo sperare che ci aiuterà, se non ha fatto mai nulla in questo senso?
    L'osservazione era pertinente, ma non era nuova per me. Quante volta mi ero chiesta io la stessa cosa, nelle ore frenetiche di dubbi e paure che stavo passando?
    Abbassai la voce: ”La convincerò io... non c'è altro modo...”

    Mi concentrai sul Cristallo. Avevo usato poche volte questo modo di comunicare a distanza, pur avendolo appreso durante il mio addestramento da regnante.
    Era una sorta di viaggio mentale, che si effettuava cadendo in uno stato di trance profonda. Staccandomi dal mio corpo, lasciandolo seduto sulla mia poltrona rosa, mi diressi verso l'ampia finestra, alzandomi in pochi secondi oltre i tetti della città di Toronto.
    Lasciai la Terra e passai vicino al mio amato pianeta, sfiorandolo con il cuore, disabitato e deserto come era. In pochi secondi, attraversai il sistema solare e mi diressi verso il pianeta più lontano e discosto, dove alla fine incontrai la persona che cercavo.
    Mi stava aspettando.
    Alzò i suoi occhi enigmatici nei miei, e mi sentii trapassare da quelli, in cui era contenuta una saggezza inimmaginabile. La Guardiana del Tempo era un essere quasi eterno, nato nel momento stesso in cui era nato ciò che doveva governare.
    Le sue prime parole furono quasi un rimprovero: ”Perché vieni solo ora, da me?”
    Abbassai gli occhi, poi decisi che non mi sarei nascosta dietro a bugie o scuse patetiche.
    Li rialzai: ”Ho commesso uno sbaglio. Non sono stata all'altezza del mio ruolo. Ora posso solo cercare di rimediare.”
    Persephone annuì lievemente. Non era ostile, ma non sembrava neanche disposta a rendermi le cose più facili. Accettai di buon grado la sua lezione, e mi piegai a chiederle l'aiuto per cui ero arrivata fin lì.
    ”Le mie sorelle sono state rapite dalla Regina del Dark Moon. Senza il loro aiuto non sarò in grado di oppormi al suo potere oscuro, e se il Cristallo d'Argento dovesse mai cadere nelle mani dell'altro Portatore, inizierebbe una nuova era di distruzione, di orrore e di schiavitù per tutti gli essere viventi... ti supplico, Guardiana del Tempo, di concedermi la possibilità di tornare nel passato e di impedire...”
    Persephone alzò una mano, fermandomi. ”So già quello che intendi chiedere. La mia risposta è negativa”
    Me l'aspettavo, ma non volevo comunque arrendermi: ”Come puoi rifiutarci il tuo aiuto? Fai parte anche tu delle Guerriere, nonostante gli altri importanti ruoli che rivesti e per cui sei venerata! Perché dovresti lasciare che il caos e l'oscurità tornino a minacciare tutto ciò che abbiamo giurato di difendere?”
    Ero consapevole di rischiare la sua ira, con quelle parole; per quanto io fossi la leader delle guerriere, e le avessi ricordato il suo ruolo solo per cercare di ottenere un minimo di vantaggio su di lei, la verità era che, come Guardiana delle Porte del tempo e Signora degli Inferi, il suo potere era molto maggiore rispetto al mio, e non potevo avere nessun ascendente su di lei, se non era lei stessa a decidere in tal senso.
    Eppure, non sembrò infastidita. Mi guardò quasi con affetto.
    ”I tuoi occhi vedono quello che vedo io, solo lo specchio della tua anima è ancora troppo offuscato per ottenere la comprensione di cui hai bisogno. Non posso e non voglio impedire gli ultimi eventi e tu conosci il motivo, vero?”
    I miei occhi si riempirono di lacrime. ”Perché è così che deve succedere...”
    ”Esatto... torna a casa, Imperatrice, ti attendono prove ardue che solo te ed i tuoi compagni potrete affrontare. Noi ci incontreremo di nuovo, e questa volta sarò io, a compiere il viaggio...”
    Mi abbracciò per congedarsi, ed io mi sentii cadere indietro, precipitare da altezze vertiginose. Di riflesso, cercai di frenare la mia caduta, e le mie mani strinsero i braccioli imbottiti della mia poltrona preferita, sulla quale ero seduta.


    Edited by Illiana - 18/6/2018, 19:56
     
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    :Connor:
    Il ritrovo era al Loft delle Guerriere ove si avrebbero avute notizie circa il piano da seguire e fino a destinazione io fui un fascio di nervi e non solo perchè stavamo scortando Ruben, Selene aveva fatto pressioni affinché lo portassimo come possibile merce di scambio, ma per usarlo anche come possibile informatore su posizioni o trappole, ma sopratutto per via di Athena. Mi fidavo di lei ed ero certo che sapesse difendersi, tuttavia ora dovevo tenere anche in conto che fosse incinta e quello non mi faceva dormire sereno ancor meno considerando che la gravidanza stava dando qualche problema a lei per star calma ed ahimè era risaputo i poteri erano condizionati dai sentimenti di chi li possedeva...
    Quando giungemmo al Loft ad accoglierci trovammo proprio Selene che con sguardo cupo allungò una mano nel momento in cui il Cristallo d'Argento attirò la figura di Ruben facendola sparire nel nulla, cosa che lasciò preoccupati e perplessi tutti noi.
    "Sta bene... l'ho solo intrappolato in una sacca dimensionale, come quella in cui ho creato Nanda Parbat, ma a prigione, sarà più facile portarlo con noi e quando e se ci servirà lo tirerò fuori..."
    Quella risolutezza un po' mi spaventava, conoscendo da tempo immemore le Guerriere, ma era solo nell'ultimo periodo che ne stavo conoscendo la crudeltà che poi era tale solo nella concezione umana in quando chi era più elevato avrebbe saputo riconoscere in ciò obbiettività e concretezza.
    "Presumo dunque che il Piano A sia fallito..." osservò ad alta voce Altair, mentre Selene quasi in colpa abbassò il capo assentendo.
    "Ahimè sì, ma sapevo che era un tentativo disperato per questo ho già programmato il Piano B..."
    "Andare in Alaska" tagliò corto Edward che lo ripeteva così tanto che iniziavo a pensare che l'idea non le entusiasmasse per nulla, cosa che mi fece quasi sorridere se non mi soffermavo a pensare quanto grave fosse la situazione.
    "Hybris ci ha trovato localizzando il Cristallo d'Argento, io ho fatto lo stesso con il Cristallo Nero... ed è in Alaska... ed una volta lì sono sicura che carpirò il luogo esatto..."
    Eravamo così intenti a discutere che nessuno tranne me, che ero rimasto un po' in disparte, si accorse dell'esile figura in cima alle scale. Osservava tutti e tutto a disagio, ma al contempo con la stessa sicurezza che vedevo negli occhi di sua sorella.
    "Vi ci porterò io..." fu con quella frase che attirò la sua attenzione, una che Selene parve darle quasi infastidita quando con le mani sui fianchi la fissò scendere i gradini e raggiungerci.
    "Il mio anello ha incanalato l'energia necessaria, posso aprire un portale e portarci lì subito... anche se... bè è un viaggio di sola andata..."
    "Come mai ragazzina?" le chiese Edward al mio fianco perplesso, tuttavia Pandia non fece in tempo a rispondere che Selene lo fece per lei "Ci vogliono 30 lune piene per immagazzinare l'energia necessaria... tuttavia non capisco, la esaurireste tutta solo se compiessi un viaggio intergalattico, se dovessi aprire un portale sulla Luna ad esempio... dovresti averne abbastanza per andata e ritorno e forse almeno altri due viaggi..."
    Era chiaro che Selene fosse sospettosa oltre che scettica, tutto il suo disappunto e sfiducia lo mostrava apertamente, senza preoccuparsi di far sentire Pandia in soggezione o a disagio.
    "Sarebbe vero se non ne avessi consumata tre quarti per incontrare Persephone... è questo che ho fatto quando ho preso il Cristallo d'Argento, sai io non so usarlo come te... mi ha aiutato solo a gestire il potere della Pietra di Luna che indosso... a darmi la spinta per compiere un viaggio astrale che altrimenti non sarei in grado di fare..." e lei e le altre lo avrebbero saputo se solo lo avessero chiesto a Pandia che a prescindere di chi fosse o il ruolo che le spettava non sapeva nulla di come gestirlo e di conseguenza di gestire i suoi poteri. Se le fosse stato insegnato, forse, come Selene avrebbe saputo far tutto con più facilità e meno pericolo.
    Quel momento familiare fece scendere un silenzio che ci mise a disagio, ma proprio per quello decisi di farmi avanti e romperlo.
    "Pandia conosce questi nemici... potrebbe esserci utile..."
    "Odio ammetterlo, ma Connor ha ragione..."
    "Più siamo e più avremo possibilità di vittoria..."
    Fui lieto che sia Edward che Altair mi diedero corda, cosa che convinse Selene ad abbassare le difese ed accettare che anche la sorella ci seguì lei che azionando il suo anello aprì un portale nel mezzo della stanza. Vorticava veloce e ci mostrava dall'altra parte una landa desolata e ghiacciata, motivo per cui sia io che gli altri nonostante fosse giugno ci eravamo presentati vestiti di tutto punto per affrontare i ghiacci e che Selene e Pandia avevano fatto altrettanto facendosi trovare vestite in modo tecnico per il freddo. Un solo passo ci divise dall'Alaska, uno che compiemmo senza accorgerci di essere seguiti... qualcun'altro giunse lì con noi...
     
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    :Edward:
    L'Alaska faceva schifo. Ed era fredda. In poche parole ero di pessimo umore solo dopo due minuti che eravamo arrivati.
    Nonostante fosse luglio le temperature non superavano i 15° e seppur non era poi così tanto male, lo era camminare in una landa desolata apparentemente senza una meta.
    Selene pareva convinta invece di dove andare seguendo gli impulsi del Cristallo d'Argento che a suo dire richiamavano il suo gemello, le chiacchiere tuttavia erano a zero per via del malo umore generale e per quanto anche io fossi concentrato non ero tipo da musi lunghi, non quando quel posto già da solo mi innervosiva.
    Scambiai qualche parola con Pandia che parve a differenza della sorella più predisposta alla chiacchiera e mi stupì di constatare che non era poi così male, sicuramente non la mocciosa che credevo. Aveva decisamente anche un bel caratterino ed un acume niente male che se da un lato metteva a disagio Connor, dall'altra divertiva me.
    Ci fermammo solo quando Selene lo fece di fronte a noi a pochi metri di un villaggio di pescatori che dopo averci osservato a lungo parvero quasi aspettarci.
    "Ho sentito che ci avvicinavamo... qui passeremo la notte... sento che il Cristallo è vicino, ma non così tanto da raggiungerlo prima che la luna cali..." lo disse con sicurezza e fermezza alzando gli occhi verso il satellite per lei madre patria. Sorrise quasi malinconia giocherellando con il Cristallo al collo e per un attimo fui quasi tentato di chiederle come mai fosse così certa che avremmo potuto fermarmi, ma non osai chiedere. Qualsiasi stregoneria fosse i pescatori si mostrarono disponibili ed accogliente e sorridendo mi sentì tornare indietro di secoli.
    Mi mancava l'avventura!
    Le sorprese però non erano finite e fu quando uno dei abitanti del villaggio si abbassò il cappuccio mostrando il suo volto che tutti scattammo. Io e Connor in primis facendo scattare le lame celate, seguiti da Altair che sfoderò la spada e Selene e Pandia che scattarono in posizione di difesa, seppur la seconda parve anche parecchio a disagio.
    "Lo ammetto, non pensavo di vederti..." esclamò Cormac assolutamente tranquillo rivolgendo il suo sguardo a Pandia, contatto che venne interrotto per il gesto involontario, ma di protezione, della sorella.
    "Non sono qui per ostacolarvi... tutt'altro..."
    "Disse il vile traditore con più facce di un dado..." lo sfottei vedendolo fulminarmi con lo sguardo, mentre tentava di mantenere il controllo. Ci ignorò e sedendosi nuovamente intorno al falò, come lo era prima del nostro arrivo, tornò ad osservare la sua cena: una trota posta su un ramo in attesa di essere cotta.
    "Siamo così banali da far vomitare, quindi per favore... smettete questa sceneggiata..."
    Odiai ammetterlo, ma aveva ragione. Mi bastava guardare al sottoscritto, a Connor e poi Altair per ricordarmi che eravamo lì per il suo stesso motivo.
    "E' qui per Ares..." sentenzia facendo rientrare la lama celata e sedendomi al suo fianco ed in tutta risposta prendermi il pesce che, ormai cotto, era solo in attesa di essere mangiato.
    "Ehi era mio!"
    "Senti cocco il fatto che non ho intenzione di ucciderti, almeno in questo caso, non prescinde che non me ne fotta un bel niente di te... ora se non ti dispiace... ho fame..." e senza aggiungere altro addentai quel pesce che, dovetti ammetterlo, era davvero delizioso.
    Non ero un signore, e lo sapevo, ma non me ne importava non quando ero stanco, frustrato e costretto a compagnie poco gradite. Tuttavia Altair non era del mio stesso avviso e con le braccia conserte al petto fissava Shay perplesso.
    "Sei solo?"
    "Non hai sentito Kenway? Sono qui per Ares e stai certo che a suo figlio questo non piace..."
    Shay ci tenne a precisare il fatto che Haytham fosse mio figlio e quello chissà come mai mi fece inbestialire tanto che se non fosse stato per Connor lo avrei trafitto con il bastoncino che poco prima ospitava il povero pesce alla brace.
    "Ed anche volendo ora come ora non lo saprebbe nemmeno... è tutto preso dal suo nuovo giocattolo..."
    Riferimento piccato a Federico che non sfuggì a nessuno di noi, tanto meno a Connor che preoccupato si accucciò per fissare il Templare negli occhi. Si sentiva in colpa, come me...
    "Allora è vero?"
    "Che Auditore sta cambiando fazione? Forse... Temo che i suoi fratelli non siano stati abbastanza celeri a trovarlo... E se lo faranno ci sarà una cocente delusione ad aspettarli..."
     
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  5. Blackthorns
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    :Shay:
    Dopo aver passato interi mesi in completa — o quasi — solitudine, avere compagnia mi fece comparire sulle labbra una lieve smorfia, per niente compiaciuta. La voce di Edward Kenway, poi, era alta e ruvida e, come sempre, si mostrava rapido a parlare di ciò che non conosceva —— e che non avrebbe mai conosciuto, di certo non per bocca mia. Pareva un pesce fuor d'acqua, notai, in mezzo alle lande fredde dell'alaska e quello sì, fece comparire un lampo di divertimento nei miei occhi. Non era per tutti, un territorio simile, tutt'oggi più selvaggio che civilizzato ( benchè la presenza umana certo non mancasse ), ma io lo trovavo rassicurante, pieno di silenzio e natura —— se avessi potuto permettermi un simile contrattempo, lo avrei raggiunto via imbarcazione, prendendomi il tempo necessario per godere al meglio di un simile paesaggio ed, inoltre, per cercare di calmare ulteriormente la mia mente. Per come stavano le cose dovevo accontentarmi di rimanere vicino alla costa, con il mare il più possibile in vista, sebbene potesse far poco, in fin dei conti, per placare la tempesta che sembrava essersi impossessata dei miei pensieri. La fortuna, a quanto pareva, girava ancora meno del solito dalla mia parte ; Eris era di nuovo in vita, in qualsiasi oscuro modo ciò fosse possibile, la fiducia di Haytham era irrimediabilmente compromessa — non avrei mai commesso lo sbaglio di illudermi in merito —, e Ares.. pensiero fisso, ancora, nonostante tutto, era scomparsa.
    Avevo, dunque, problemi maggiori di Edward Kenway, eppure riusciva comunque ad irritarmi con estrema facilità, sia con le parole, che con i gesti. Strinsi i denti, guardando la trota che mi aveva sottratto, ma non feci altro che mettere su un'espressione annoiata.
    « Dobbiamo farlo ogni volta? L'inutile battibecco? Pensavo di essere in presenza di uomini adulti. » e non soffermai casualmente lo sguardo su Kenway, nel pronunciare quelle parole, anche se solo per qualche secondo, prima di volgerlo al fuoco.
    « C'è un problema ancora più grande su cui dovreste concentrarvi, però. Eris è tornata, ed è molto più viva di quanto mi piacerebbe fosse —— immagino siate dello stesso avviso, a giudicare dalle vostre espressioni. Ad ogni modo, non ho idea di come questo sia possibile, l'unica informazione che possiedo in merito riguarda il coinvolgimento di Auditore. »
     
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    :Pandia:
    L'argomento Auditore aveva fatto scaldare gli ani più di quanto già non fosse, tanto che considerando che per qualche strana ragione a cui non sapevo dare il nome, tutto ciò mi metteva a disagio, decisi di allontanarmi. Non troppo considerando come Selene era scattata forse preoccupata che potessi fuggire o tradirli, solo quando vide Connor accompagnarmi si rilassò.
    Ringrazia con lo sguardo l'Assassino che avevo scoperto di cuor buono e gentile proprio come quello di Athena e quando fece per allontanarsi, per lasciarmi il mio spazio inspiegabilmente lo fermai.
    "Connor?"
    "Sì? Hai bisogno di qualcosa?" mi chiese gentilmente fermandosi e voltandosi verso di me con fare apprensivo.
    "Volevo solo chiederti se... avevate notizie di Ezio e... sua sorella ovviamente... ho sentito quello che è successo o meglio l'ho origliato, mia sorella tende a tenermi fuori da qualsiasi suo discorso ufficiale..." lo dissi amaramente perchè conoscevo i miei errori, ma era frustrate che non esistesse un modo per creare un ponte tra noi, soprattutto perchè io quanto meno ci stavo provando. Ma lei mi tagliava fuori e tutto ciò che sapevo o lo scoprivo per caso o mi toccava origliare i suoi incontri con Altair.
    "Purtroppo no... chissà che Cormac non posso dirci di più..."
    "Non date troppo peso alle sue parole, il più lo dice per infastidirvi..."
    "Lo so..."
    Risposi mesta al sorriso di Connor e raggiungendo il capanno dove avremmo dormito quella notte mi mise sul mio letto che era più che altro una branda, più comoda di tanti altri luoghi in cui avevo passato la notte.
    Non seppi gli altri quando mi avrebbero raggiunta, ma ringraziavo che Cormac li tenesse occupati quel tanto da darmi quel momento per me. Da sola.
    Inizia a fissare il soffitto di legno della baracca pensando inspiegabilmente ad Ezio quasi potessi percepire tutto il suo tormento ed il suo dolore, uno che conoscevo bene quando avevo scoperto la verità sulla mia famiglia. Non era la stessa cosa, certo, ma lo stato d'animo in cui ci aveva gettato era lo stesso, speravo solo che lui avrebbe avuto -a differenza di me- più fortuna con suo fratello.
    A quel pensiero chiusi gli occhi e pregai la Luna, mi mancava professare la mia fede, a venere la Dea Madre del mio pianeta natale. Le chiesi di guidarlo con la sua saggezza e la sua luce, sperando che lo avrebbe portato a trovare ciò che cercava.
    Ancora con gli occhi socchiusi sentì tutta la stanchezza pervadermi e senza far nulla per combatterla mi abbandonai tra le braccia di Morfeo.

    La mattina dopo fui la prima a svegliarmi, forse anche perchè ero stata la prima ad andare a dormire, ed ancora assonnata raggiunsi il falò della sera prima solo per poter scaldare del latte da bere. Avremmo ripreso il cammino e a Dei piacendo avremmo finalmente raggiunto la Mothership del Dark Moon, ma fu proprio tra uno sbadiglio ed un altro che cercando di dare una sistemata alla chioma ribelle che avevo in testa, cercai di mettere meglio a fuoco le due figure che mi pareva vedere.
    Erano davvero Shay Cormac e Lara Croft quelli che, nascosti tra due baracche, stavano parlando? Anzi discutendo?
    "Da quando si conoscono quei due?" pensai, prima di cercare di fare l'indifferente quando lei -apparentemente assai infastidita ed arrabbiata- si allontanò solo per raggiungere la piazzola comune quella dove vedendomi si bloccò con espressione preoccupata. Dal canto mio preferì far finta di nulla ed avrei tenuto quel sospetto per me.
    "Lara? Cosa diavolo ci fai qui?" chiesi effettivamente sorpresa.
    Cormac ci raggiunse in quel momento, si lanciò uno sguardo che non seppi decifrare con Lara ed allontanandosi annunciò che sarebbe andato a svegliare gli altri.
    "Ehm... seguivo Cormac... sì... fa parte del mio addestramento... sono stata messa sulle sue tracce... sai per vedere se ne ero in grado e cose così..."
    Ero talmente brava a raccontare bugie che ne riconoscevo immediatamente una quando la vedevo. Assentì decidendo di fingere di crederle.
    "Fortuna che ti abbia portata da noi allora, due braccia in più in questa missione sono davvero d'aiuto!"
     
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    Le mie sicurezze circa il lato da cui stare diminuivano giorno dopo giorno, più mi addestravo con Altair e più mi rendevo conto che la Confraternita degli Assassini era molto diversa da ciò che mi avevano descritto, anzi riconoscevo in loro tutti quei valori che mio padre stesso mi aveva insegnato ed in cui io credevo.
    Essere seguita personalmente poi da Altair lo stavo ritenendo un grande onore, seppur molte cose del mio addestramento di base erano affidate anche ad altri Assassini che fungevano da veri e propri maestri di vita. Marcus si occupava del mio percorso spirituale, Caleb di quello intellettuale ed infine Athon di quello fisico. Da ognuno di loro stavo apprendendo molto ecco perchè mi venne tanto semplice una bugia che aveva un fondo di verità seppur ogni giorno diventava sempre più difficile dirle anche perchè sentivo di non star più mentendo a dei nemici, ma a dei potenziali alleati anche se definirli tali era riduttivo. In Pandia avevo trovato un'amica, una vera amica ed in Jacob... bè ancora non sapevo come definirlo, ma ad ogni modo sia con loro che con le Guerriere non avevo avuto nulla da ridire ecco perchè la presenza di Cormac mi metteva a disagio.
    Lui sapeva di me come io di lui e sapevo l'egoismo che lo muoveva, uno che non lo aveva mai reso nè un vero Assassino nè un vero Templare.
    "Vorresti metterli in guardia da me?" mi chiese sull'orlo della risata prima di alzare un sopracciglio e cingere le braccia al petto.
    "Fidati i miei motivi sarebbero ben più accettati dai tuoi..."
    Scossi il capo infastidita, la mia idea era di non farmi vedere, di giungere lì in aiuto senza che nessuno mi vedesse parlare con Cormac prima, ma non era stato così ed io purtroppo mi ero accorta di Pandia troppo tardi.
    "Come se salvare Ares fosse la tua priorità... tu vuoi avvicinarti a Wiseman... ai suoi segreti... al suo sapere... tu desideri solo tutto il potere per te... non sei leale a nessuno nemmeno alla donna che dici di amare!" gli sputai in faccia iraconda ben consapevole che dei due quella nella posizione più scomoda ero io.
    Lì mi ero accorta di Pandia, lì avevo sperato che non ci avesse sentito ed avevo inventato quella mezza bugia a cui lei rispose con speranza, una cosa che mi fece sorridere, ma solo facendomi sentire più in colpa. Cormac rideva sotto i baffi, mentre io cercavo di ignorarlo e rifilavo la stessa scusa al resto del gruppo che ci raggiunse. Tutti come Pandia parvero felici di due braccia in più a dar manforte e per questo quando ci rimettemmo in cammino non pronunciai parolai standomene ben in disparte con un occhio sempre su Cormac. In realtà le mie speranze erano state vane, qualcuno aveva ascoltato la nostra conversazione qualcuno che alle nostre spalle, chiudendo la fila, ci osservava rimuginando sulle stesse: Edward Kenway.


    :Altair:
    "Sei certo che il tuo piano possa funzionare?" chiesi a Selene spezzando il silenzio che si era creato da che ci eravamo messi in marcia, ero rimasto sorpreso dalla presenza della Croft non molto dai motivi in quanto non mi sorprendeva il fatto che Athon le avesse dato una missione semplice e basilare per qualsiasi aspirante Assassino, per questo non le prestai molta attenzione a differenza del piano messo a punto da Selene che asseriva di averlo ricevuto in sogno la notte prima.
    "So che non è nel tuo modo di agire questo, ma i miei poteri di preveggenza stanno aumentando Altair così come la loro veridità... se mi hanno mostrato che così agendo riusciremo a superare la barriera invalicabile di Wiseman mi fido... vedi anche mia madre aveva questo dono, ma non avevo mai compreso il suo peso tanto meno il suo funzionamento... esso si tramanda da Imperatrice ad Imperatrice e si basa sulla conoscenza di tutte coloro che lo hanno posseduto... e se mia madre mi ha mostrato ciò... sono certa che non avrà sbagliato!"
    Assentì educato alle parole di Selene camminando al suo fianco e riconoscendo nel suo sorriso tirato e nelle sua voce stanca la mole di responsabilità che la schiacciavano le stesse che da tempo ormai pesavano anche sulla mia schiena facendomi dubitare del mio ruolo e delle mie scelte. Avevo reso giustizia alla Confraternita? L'avevo davvero migliorata o troppo l'avevo allontanata dal suo scopo originale?
    Quasi ad udire le mie parole Selene mi posò una mano sulla spalla costringendomi a guardarla: "Tornare sui propri passi è sempre una buona decisione quando si è in dubbio..."
    Sgranai gli occhi un poco sorpreso, ma poi mi lasciai andare ad un lieve sorriso, uno che non ingannava l'importanza delle sue parole. Di sicuro ne avrei fatto tesoro.
    "Mi hai convinto, forse il tuo piano potrà funzionare davvero..."
    Cormac di fianco a noi sbuffò, mentre Pandia ascoltandoci abbassò lo sguardo a terra, forse spaventata di dar l'impressione alla sorella di origliare. Lara in disparte osservava la situazione circostante, mentre Edward controllava tutti da in fondo la fila ed infine Connor che seguendo le tracce confermava il percorso indicato da Selene.
    Camminammo ancora per molto scalando qua e là e scendendo pareti di roccia più o meno alte fin quando il nulla comparve di fronte a noi, uno che fece quasi innervosire Kenway e Cormac in egual modo.
    "E' il Cristallo Nero, come il Cristallo d'Argento nasconde la Nave Madre..." così dicendo alzò una mano avanzando appena di fronte a sè fin quando una scossa non gliela fece ritirare un poco dolorante.
    "E' qui! Ci siamo!"
     
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    :Selene:
    Osservavo la landa desolata di fronte a me ben certa di ciò che c'era, lo sentivo e lo percepivo quasi come se il Cristallo d'Argento ed il Cristallo Nero si cercassero, si parlassero... per un attimo addirittura il mio pensiero si unì a quello del Principe Endymion ed il suo con il mio, fu un solo istante che sembrò durare un eternità in cui sentì che il nostro tormento era uguale, come il peso che grava sulle nostre spalle. Mi trovai a barcollare e fare un passo all'indietro e non caddi a terra solo grazie ad Altair che prontamente mi sorresse.
    "Tutto bene?" mi chiese preoccupato, mentre io con un mesto sorriso lo rassicurai non prima di volgere il mio sguardo a Pandia. Mi ero resa conto di essere dura con lei, forse fin troppo, ma purtroppo ancora non ero stata in grado di riuscir a fidarmi totalmente di lei o quanto meno di darle anche una sola possibilità.
    "Tocca a noi..."
    "Noi?" mi chiese guardando poi gli altri un po' in soggezione, ma non trovò conforto nei loro sguardi perchè a nessuno avevo ancora rivelato come superare quella barriera.
    "Questa barriera è invalicabile, tuttavia esiste un modo... uno solo: il Fuoco di Prometeo!"
    Era chiaro che quelle parole non significavano nulla per tutti i presenti, se non un mito leggendario, ma non per Pandia che sgranando gli occhi mi venne incontro allibita.
    "M-Ma è impossibile! Insomma il fuoco eterno in effetti potrebbe creare una frattura il tempo necessario per farci entrare, ma poi..." Pandia si interruppe quasi avesse compreso che dire ad alta voce i rischi avrebbe innervosito troppo gli altri, ma non servì a molto non quando Cormac aveva già capito la mal parata.
    "Fatemi indovinare è un vicolo cieco vero? Potremmo entrare, ma non uscire..."
    "Un problema secondario... ci penseremo poi..." tagliò corto Edward facendo un passo in avanti e dandomi manforte con lo sguardo, lo stesso che poi innervosito rivolse al Templare.
    "Ok a quanto pare siamo tutto così pazzi da voler rischiare, ma come? Il Fuoco di Prometeo può essere richiamato solo da un membro della casata reale di Marte ed attualmente la sua unica erede è oltre la barriera che dovremmo superare..."
    "Per questo richiamaremo la spada di Ares... c'è un incantesimo di mia madre che permette che ciò sia possibile, ma possono fare solo due membri della casata imperiale ed attualmente noi siamo le uniche... quindi... tocca a noi!"
    Ribadì allungando una mano ed invitando a Pandia a prendermela, era la prima volta che avevamo un contatto così "intimo". Le nostre mani erano unite, le stesse su cui i due anelli imperiali scintillavano, gli stessi che illuminandosi fecero comparire di fronte a noi l'arma di Ares quella che avevamo richiamato con un incantesimo in lingua lunare, qualcosa che mi emozionò tantissimo perchè non la parlavo da millenni e la commozione fu tale che una lacrima mi solcò il viso mentre per un attimo fuggente il viso sorridente di mia madre mi comparve di fronte agli occhi.


    :Connor:
    Di tutti gli Assassini da sempre ero stato quello più affine alle Guerriere forse perchè in grado di capire più profondamente i loro usi e costumi, spesso mi ricordavano casa e le tradizioni della mia tribù le stesse con io stesso cercavo ancora di mantenere e tener vive. Forse per quello mi emozionai a fronte di quel rito, perchè se c'era una cosa che condividevo con Selene era il ricordo di mia madre, l'importanza che aveva avuto nella mia vita e di mantenere vivo il ricordo.
    La spada comparve tra le fiamme di fronte alle due donne ed una volta maneggiata da Selene un arco si aprì nella barriera, uno dal quale potemmo finalmente vedere l'imponente nave madre che si presentò di fronte ai nostri occhi quasi come un meteorite di calcie nero, bitorzoluto e scintillante quasi come un cristallo immenso. Una volta che tutti fummo passati la porta che avevamo creato si richiuse, ormai non c'erano più vie di uscite, ma la fortuna era che quanto meno avevamo un piano ben congeniato da mettere in atto.
    "Più i Cristalli si avvicinano e più Endymion saprà della mia presenza, l'idea è perchè che pensi che sia sola... per questo Pandia verrà con me... voglio che pensino che solo noi siamo qui per lo scambio..."
    "Forse è meglio che io mi occupi del Cristallo Nero, non puoi mandare Altair e Lara ad occuparsene, quando io per anni ci ho avuto a che fare. So come funziona, so come Wiseman lo custodisce... la collana che porta Endymion è solo un ricettacolo mentre il vero Cristallo Nero è altrove ad infondergli il suo potere... io saprei come prenderlo e così rendere Endymion vulnerabile di fronte a te, mentre lo portiamo al sicuro..."
    Lo sguardo scettico di Selene valse più di mille parole, era chiaro come il sole che non si fidasse di sua sorella e forse per questo nonostante le dette ragione preferì mandarla con Altair e far dunque che Lara andasse con lei.
    "Io, Edward e Shay posizioneremo gli esplosivi nei punti chiavi e speriamo che una volta esplosa anche la barriera crollerà... è la nostra unica via d'uscita oltre che l'unico modo per chiudere questa storia..."
    Conclusi risoluto. Era chiaro che Selene avrebbe dovuto liberare Ruben, ma per farlo dovevano esserci tutti già divisi, nemmeno lui doveva sapere quanti effettivamente fossimo e così facemmo.
     
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    :Edward:
    L'occasione fa l'uomo ladro e nessuno poteva saperlo meglio di me, forse per questo quando ci addentrammo nella Nave Madre non persi occasione per mettere le cose ben in chiaro con Cormac, soprattutto quando una volta visto allontanare Connor verso uno dei punti ove sistemare il C4 io mi offrì di fare lo stesso con Cormac nella parte opposta.
    Giusto il tempo necessario di star soli che le mie mani erano già sul suo bavero e la sua schiena contro una delle paratie della nave.
    "Brutto figlio di puttana, tu non uscirai vivo da qui!"
    "Dovrei aver paura Kenway?" la sua voce era beffarda e risoluta, quando guardandomi senza la minima traccia di paura nè di ansia mi sfidava.
    "Ho sentito il tuo discorsetto con la Croft e sta sicuro che mi occuperò anche di lei, nel frattempo sono più interessato a te... non arriverai a Wiseman, non parlerai con lui qualsiasi siano i tuoi piani..."
    "I miei piani? E' questo che ti preoccupa? Posso assicurarti che i miei piani ti sono affini più di quanto immagini!"
    Cormac si liberò con estrema facilità dalla mia presa, quando dandosi una sistemata mi diede le spalle e ben attento a voltare gli angoli ci dirigemmo verso la nostra meta, che non potevamo perdere tempo lo sapevo, ma le sue parole non mi lesinarono dal scoppiare in una risata che dovetti trattenere nel sonoro solo per evitare di essere scoperti.
    "Io e te non avremo mai nulla in comune!"
    "Ne sei certo?" la sua voce per qualche ragione mi fece agitare, perchè era come pensare che se aveva ragione allora, c'era davvero una parte di me e del mio passato di cui non mi ero mai liberato.
    Superammo un ponte ed arrivammo in una sorta di sala controllo, una nella quale strani dispositivi bio-meccanici parevano inviare impulsi elettrici, probabilmente era una sorta di sala motori.
    "Tuo figlio ti ha tradito esattamente come ha fatto con me... Haytham è molto bravo ad abbandonare chi dice di amare... lo ha fatto con suo padre, lo ha fatto con suo figlio e perfino con il suo allievo preferito..."
    Cormac fu bravo a toccare uno dei miei tasti più dolenti, anche se mi sorprese. Allora era vero, veramente non correva più buon sangue tra lui ed Haytham e davvero si era allontanato dalla Loggia.
    "Entrambi amiamo donne che non possiamo avere, perchè siamo onesti Kenway ci sarebbe sempre qualcosa per loro prima di noi... non saranno mai fidanzate o moglie normali... non che non voglio che Ares lo sia... ma se non fosse una Guerriera... ci hai mai pensato? Hai mai pensato come sarebbe la tua vita con Nike se lei fosse come te?"
    Lo avevo fatto. In silenzio. Negli angoli più remoti della mia testa, sì lo avevo fatto e poi mi ero maledetto. Come avrei mai potuto davvero rinfacciarle ciò che era? Come avrei potuto desiderare mai che non recuperasse la memoria? Tuttavia il mio egoismo, profondo, a volte lo sognava. A volte pensava che se fosse rimasta Evie, avremmo potuto avere un futuro... uno più normale... uno in cui non ci sarebbero state responsabilità a dividerci...
    Scossi il capo maledicendomi per averlo solo pensato quando prendendo il mio C4 iniziai a posizionarlo su due delle colonne della sala, così come Cormac fece con le altre due.
    "Per questo vuoi parlare con Wiseman? Per chiedergli di cambiare le cose?"
    "Non credo possa farlo, ma credo che sappia come farlo... lui sa come usare i due Cristalli a questo scopo... Oh Mio Dio davvero mi dici che non ci hai mai pensato? Non ti piacerebbe poter cambiare le cose? Il mondo era migliore quando eravamo solo Assassini e Templari, quando le stranezze erano ridotte al minimo e la vita era fatta di problemi che sì si potevano risolvere... adesso invece abbiamo a che fare con immondizia spaziale, assurdità aliene e chi più ne ha più ne metta... E' questo, è tutto questo ad avermi tenuto lontano da Ares come a te da Nike... secoli bui di solitudine, sofferenza e patimento... perchè loro non potevano, non ricordavano, avevano altre priorità... voglio che Ares abbia una vita piena di avventure e battaglie, sì, ma al mio lato... da donna libera non da Guerriera legata ad obblighi destinati da chissà quale fato... Voglio darle la libertà di realizzare i suoi sogni gli stessi che spesso ha messo da parte perchè prima veniva il suo ruolo... poi la sua Imperatrice... ma mai lei..."
    Ero lieto di essere di spalle perchè le sue parole mi toccarono più di quanto fosse lecito. Anche io avrei voluto ciò per Nike, avrei voluto che potesse vivere con me, di essere mia, di prendersi quello che voleva senza ogni volta pensare se Selene glielo permetteva o poteva... anche solo immaginarlo era bello, ma quanto giusto erano quei miei pensieri?


    :Shay:
    Sapevo perfettamente che Kenway non aveva nulla da obbiettare a quei miei pensieri, perchè per quanto odiava ammetterlo (ed anche io) tutto sommato ci assomigliavano, pensavamo uguale, figli del mare e delle tempeste. Padroni di un unico destino: il nostro. Ridacchiai osservando le sue spalle e voltandomi nuovamente conclusi il mio lavoro.
    "Fatto! Speriamo che tuo nipote abbia fatto lo stesso, ci mancano altri due punti!" conclusi prima di uscire dalla sala di controllo seguito da lui, l'idea era che Connor si sarebbe diretto al suo secondo obbiettivo ed io e Kenway al nostro, ma la verità fu che ad un certo punto io cambiai strada e quando il pirata con me fece per fermarmi lo fissai sfidandolo.
    "Dove credi di andare?"
    "Lo sai benissimo... al che hai due alternative o mi lasci andare o... tenti di fermarmi, ma così facendo non finiresti ciò per cui siamo qui e rischieresti di mandare all'aria l'intero piano..." sapevo che non aveva scelte, sapevo che poteva lasciarmi fare ciò che dovevo per il bene della missione e perchè no forse anche per il bene di entrambi.
    Fissai la sua mani mollare la presa sul mio braccio e prima che potesse ripensarci mi allontanai veloce seguendo l'istinto sicuro che mi avrebbe portato lì dove volevo arrivare. Da sempre mi ero affidato a lui per ogni mia scelta e ultimamente più che mai, insieme al mio cuore, era divenuta l'unica bussola che avevo deciso di seguire.
    Fu sovrappensiero che arrivai in una stanza circolare, completamente buia se non fosse stato per un ampia vetrata a 180° che mostrava il paesaggio lunare dell'Alaska al di fuori, lo stavo fissando quando una presenza alle mie spalle mi costrinse a voltarmi scattando sull'attenti. Di fronte a me una figura avvolta dall'oscurità, un mantello a coprirla e al di sotto il nulla più totale se non fosse stato per due puntini di luce rossa che mi fissavano.
    "Shay Cormac, l'Assassino più importante della storia" pronunciò con voce metallica, un suono che di umano non aveva nulla.
    "Non sono più un Assassino"
    "Non hai mai smesso di esserlo"
    Nonostante fosse sull'attenti e fossi lì per incontrarlo la sua presenza mi incuteva una paura difficile da gestire, una che mi inchiodò con i piedi ben a terra e mi fece iniziare a sudar freddo.
    "Il tuo tradimento ha creato ferite mai rimarginate nella Confraternità oltre che rappresentare una delle sconfigge più grandi mai subite nella loro storia... Sei stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso oltre che l'illusione più grande per l'Ordine..."
    Scosso da un brivido freddo lo fissavo impassibile, come succube delle sue parole, del suo sapere. Avevo capito che non ero io ad avere in pugno la situazione, ma lui.
    "Sei nato per tradire... l'oscurità in te è più profonda di quanto credi e quando tu sarai tradito per la prima volta, il tuo cuore verrà avvelenato... diventerà nero e più nessuno potrà salvarti..."
    Serrai la mascella nervoso quando vedendomelo di fronte per un attimo mi parve come vedere la morte in faccia e non in senso metaforico, quanto letterale. Un senso di vuoto, di prosciugamento ed infinita tristezza mi riempì non prima di riuscire a tornare a respirare quando lui si allontanò.
    "Combatti la grande Regina del Kaos quando dovresti abbandonarti a lei... potrebbe far di te la Sorgente di cui questo mondo ha bisogno..."
    Con gli occhi sbarrati cercavo di dare un senso a quelle parole, ma non ci riuscì tanto meno perchè l'arrivo improvviso di Connor ed Edward fece fuggire Wiseman, uno che per fortuna fece pensare al Kenway più piccolo che ero stato attaccato e non che io fossi andato a cercarlo.
    "Dobbiamo muoverci e raggiungere gli altri... ormai il Dark Moon sa che siamo qui!" sentenziò Connor risoluto, mentre al contempo il pirata mi lanciò uno sguardo complice, chissà forse pensava che ero riuscito nel mio intento, la verità era che invece mi era stato predetto qualcosa che non ero stato in grado di comprendere, ma che sapevo mi avrebbe tormentato a lungo.
     
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    :Pandia:
    Cercare il Cristallo Nero era una necessità oltre che probabilmente l'unica possibilità di impedire ai nostri nemici di riscrivere la realtà e così facendo dominare su tutto.
    Con Altair riuscimmo, incredibilmente, a raggiungere la grande sala in cui era custodito anche se forse era meglio dire più che altro era il luogo da dove la sua energia proveniva.
    "Il Cristallo Nero nasce dal Cristallo d'Argento, un po' come la vostra storia che Dio ha creato la donna da una costola di Adamo..." ironizzai più che altro per far capire ad Altair con cosa avevamo a che fare.
    "Wiseman ne prese un frammento quando Hyperion prese il potere, lo scopo all'epoca era nobile, creare un nuovo regno ove il legittimo erede al trono avrebbe potuto regnare in attesa di tornare, ma..."
    "Venne alimentato dall vendetta e non dalla giustizia..."
    Assentì alle parole di Altair mentre facendomi sempre più vicina lo osservavo. Era molto grande ed emanava una grande energia che si manifestava con piccole scariche di energia. Non osavo toccarlo, nè interagirci seppur sapevo che dovevo far qualcosa, ma cosa? Appena avrei tentato di agire sicuramente sia Endymion che Wiseman lo avrebbero percepito oltre al fatto che avrei potuto causare l'intera distruzione di Haumea e non volevo il peso dell'estinzione di un pianeta sulla spalle...
    Stavo ancora pensando al da farsi quando una grande esplosione mi fece barcollare, mi voltai verso Altair che preoccupato guardò l'orologio.
    "Non dovevano esplodere ora!"
    "Magari c'è stato un contrattempo o..."
    "Siamo stati scoperti!"
    Un'altra esplosione ci fece barcollare, mentre un allarme iniziò a risuonare nella nave madre la stessa che fece scattare come sicurezza la chiusura delle paratie. Tutto crollava e non mi resi nemmeno conto di star correndo fintanto Altair prendendomi per mano non mi trascinò via con lui. Corremmo a perdifiato scansando i calcinacci e sperando do raggiungere il prima possibile la paratia che di fronte a noi si stava chiudendo. Lui scivolò a terra e vi passò sotto, ma quando io tentai di fare altrettanto quella si chiuse bloccandomi. Dall'oblo di vetrò osservai Altair prima che nuovi crolli mi fecero voltare, la parte di nave in cui mi trovavo iniziò ad essere piena di fumo e le fiamme iniziarono a fare la loro comparsa.
    "Trova gli altri, io cercherò un modo di raggiungervi... VAI!" urlai vedendolo tentennare, ma poi seguire il mio consiglio. L'idea era di usare la Pietra di Luna per rendermi intangibile e fuggire e ce l'avrei fatta se non fosse stato che ne avevo già usata molta di energia e metà tragitto si esaurì così che quando un crollo mi colpì in pieno mi seppellì sotto le macerie. Stessa sorte toccò a qualche corridoio più in là a Shay Cormac che in fuga con Edward e Connor venne sopraffatto dal cedimento di un soffitto che lo separò dagli altri due compagni che non poterono far altro che proseguire e riunirsi con Altair.


    :Lara:
    Le esplosioni incessanti stavano facendo crollare tutto oltre che aver mandato a monte il nostro piano di scambio con Hybris, che alle spalle aveva le Guerriere provate, ma vive. Ruben era al nostro di fianco, ma fu inutile dire che approfittando dal caos improvviso causato dalle esplosione agì contro di noi ferendomi gravemente all'addome, mentre riunendosi alla sorella attaccava le Guerriere.
    Quello che vidi fu confuso ed annebbiato quando cadendo a terra iniziai a sanguinare copiosamente, notai Athena corrermi al fianco e soccorrermi, mentre Ares approfittò del fuoco generato dalle esplosioni per tentare di incenerire i due nostri nemici, anche se solo Ruben ebbe la peggio ardendo tra le fiamme. L'urlo di Hybris fu straziante, mentre lanciandosi verso le Guerriere ingaggiò uno scontro senza esclusioni di colpi con Selene ed Aphrodite, mentre Nike era corsa verso Athena per aiutarla a portarmi via.
    Ormai tutto era fumo e calore, i crolli erano incessanti così come l'aria che era divenuta irrespirabile, Athena creerò una coltrina di nebbia per spegnere le fiamme ed immettere ossigeno nell'aria, una piccola azione che ci avrebbe permesso di fuggire se non fosse stato che una nuova esplosione, inattesa ed improvvisa, ci colse alla sprovvista e l'unica cosa che vidi prima di perdere i sensi fu una grande nube di fuoco avvolgerci.











    2 MESI DOPO
    Due mesi erano passati dall'Alaska, due mesi dei quali nessuno aveva ricordi. L'esplosione parve essere accaduta da soli pochi minuti quando riprendendo i sensi Athena, Nike, Aphrodite, Ares, Edward, Altair e Connor si erano ritrovati al loft delle Guerriere. Si guardavano inconsci di ciò che fosse successo loro e subito si accorsero dell'assenza di Selene e Shay quanto della presenza di Pandia che divertita li osservava. Lei che pareva essere l'unica conscia di ciò che era successo e che con al collo il Cristallo Nero, sotto forma di mezza luna rovesciata, li guardava sprezzante. Era diversa, arrogante ed oscura e pareva ben lontana dalla ragazzina scapestrata, ma buona, che avevano conosciuto.
    "Svegli e confusi... Oh lasciate che ve lo dica avete fallito, miseramente aggiungerei, ma non temete l'Impero Galattico rinascerà... solo che lo farà avvolto dalle tenebre..."
     
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9 replies since 15/6/2018, 13:04   164 views
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