PRESENT DAY #2018: Florence

Season 2

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Love GDR

    Group
    Cristina
    Posts
    16,697
    Reputation
    +1,392
    Location
    Mandalore

    Status
    :Pandia:
    Il sommo segreto che il Cristallo Nero custodiva andava oltre al semplice fatto che era nato da una scheggia dell'originale, questo Wiseman lo sapeva bene ed anche io. Dopo l'eplosione che mi aveva seppelito sotto strati dello stesso era stato lui a trovarmi e sempre lui a prendersi cura di me. Il famoso ciondolo che per secoli era stato al collo di Endymion si era spostato al mio in quanto Wiseman aveva visto in me un grande potenziale oscuro, uno che aveva alimentato con tutti i ricordi più dolorsi della mia esistenza mostrandomi solo il male che avevo ricevuto. Aveva dunque alimentato il mio cuore con l'energia nera emessa dal Cristallo per trasformarmi nel mostro che aveva visto avrei potuto essere, la sua energia era tale che fu impossibile per me resistere al lato oscuro che possedeva... uno che era in ogni singola persona ma che il Cristallo Nero, sapeva far emergere. Dopotutto c'era un qualcosa di Nemesi che nessuno sapeva e cioè che essa aveva una connotazione negativa, una che il Cristallo Nero aveva fatto suo: il bene doveva sempre essere compensato dal male in egual misura. Questo era dunque successo. Se esisteva una Guerriera paladina della giustiza, Imperatrice e donna saggia e buona doveva in egual misura essercene una che come lei la rappresentasse in maniera opposta e chi meglio della sua stessa sorella?
    Wiseman mi aveva investito di tale ruolo facendomi sua paladina e costruendo una fortezza di ghiaccio nel cuore della Alaska aveva creato un nuova base, una nella quale Endymion silenzioso assisteva al cambiamento di equilibri senza, apparentemente, batter ciglio. Di diverso avviso era Hybris, fuori di sè per la morte di Ruben, che pareva un animale in gabbia impossibile da domare, uno di cui perfino Wiseman pareva volevi liberare in fretta.
    Endymion non era stato spodestato dal suo ruolo, semplicemente il suo consigliere gli aveva consigliato di farsi da parte, di lasciare che la sua paladina gli aprisse la strada per riprendersi l'Impero che gli era stato negato ed io mi sentivo orgogliosa e pronta per tale ruolo...
    Tuttavia quella nuova oscurità mi rese molto più sensibile a percepire la stessa nascosta negli altri, ancor più se cresceva a dismisura in uomini buoni e nobili come lo era Ezio. Avevo saputo del suo fallimentare incontro con il fratello e seppur non potevo certo dire che fossimo così intimi da permettermi di cercarlo, allo stesso tempo percepivo una sicurezza maggiore che mi spinse a farlo. Mi bastò dunque attingere al potere del Cristallo Nero per aprire un portale, uno che mi portò direttamente sulla cupola del Brunelleschi. Osservai la città di Firenze aprirsi di fronte ai miei occhi, non potevo considerarmi una vera conoscitrice della storia e dell'arte di quel pianeta, ma l'apprezzavo.
    Mi guardai intorno e non mi sorpresi di notare poco lontano Ezio seduto ad osservare il panorama, silenzioso e solitario. A quanto pare non era mai tornato alla Confraternita dopo la sua missione alla Loggia e tra le altre cose pareva anche che la sua strada e quella di Claudia si fosse divisa.
    Lo stavo ancora osservando prima che lui si accorse di me, così diversa dalla Pandia che aveva conosciuto. Indossavo un mini abiti nero molto semplice, con scollo a V e spalline da dare l'effetto di una veste da camera forse anche perchè in seta. I capelli erano liscissimi e lunghi a contornarmi il viso che era truccato con uno smokey eyes nero sugli occhi e un rossetto rosso ed audace sulla bocca. Al collo il Cristallo Nero che a forma di mezza luna rovesciata fungeva da ciondolo al chocker nero che avevo indosso.
    Piegai il capo da un lato e scorsi nei suoi occhi tutto il dolore, la frustrazione e rabbia che lo colmava... una che stava lentamente divorando il suo animo facendolo annegare nell'oscurità più profonda...
     
    Top
    .
  2.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    282
    Reputation
    +658

    Status
    :Ezio:
    Avvertii una presenza nel momento stesso in cui mi raggiunse, in una zona inaccessibile e invisibile alle persone comuni della Cupola del Duomo. Ora più di allora, sarebbe stato difficile spiegare il mio arrampicarmi in luoghi dove a malapena arrivavano le colombe.
    Forse non avrei dovuto venire qui, ma non ne avevo potuto fare a meno.
    Firenze era per me tutto ciò che ora non potevo più sperare di raggiungere.
    Gli occhi mi bruciavano, e non sapevo se fosse il riverbero del sole ad irritarli, oppure la mancanza totale di sonno delle ultime settimane. Dal giorno della missione, ovviamente.
    Anche considerando le mie abilità e la resistenza sopra quelle umane però, stavo cominciando a crollare. Se fossi riuscito a dormire, le parole di Federico avrebbero infestato i miei attimi di riposo, vanificando il recupero di energie mentali e fisiche.
    Ero contrario all'oblio temporaneo di un sonno ottenuto con i sonniferi, perché non volevo concedermi il lusso di una tregua dalla mia sofferenza.
    Cercavo una comunione totale con il dolore sordo della perdita. La perdita più atroce, quella del rifiuto, che si stava scavando un posto nella mia anima, come il tarlo nel legno di vecchi mobili. Mio fratello aveva voltato le spalle alla sua famiglia, al Credo che era stato anche dei suoi antenati, ai valori per i quali era stato ucciso, per dedicarsi alla dottrina falsa e coercitiva dei nostri avversari di sempre.

    L'allontanamento di Claudia era stato di poco meno doloroso.
    Ci eravamo separati senza troppo clamore, senza nessuna richiesta di spiegazioni da parte mia: in fin dei conti, questa volta aveva almeno avuto la gentilezza di avvisarmi. Si sarebbe portata via anche Arno Dorian; magari il loro allontanamento era una questione di pochi mesi, forse no.
    A questo punto, mi importava poco.

    Quella mattina, sul tetto del mio mondo andato in frantumi, avevo preso la mia decisione. Dopo settimane in cui mi ero volontariamente esiliato da tutto e da tutti, il tempo dell'afflizione era terminato, ed in futuro non mi sarei più fatto ferire da niente e da nessuno.
    Mi sarei arroccato in una freddezza ed un'aridità di sentimenti per non dover più essere attaccabile.
    Sarei tornato per prendere il posto da Mentore che mi aspettava, e non avrei rappresentato l'anello debole della catena all'interno della Confraternita: i Templari non avrebbero potuto contare sul mio dolore per avermi portato via mio fratello.
    Anzi, sarei diventato ancora più implacabile nella lotta per la loro distruzione.

    La presenza alle mie spalle si avvicinò; poteva essere solo un amico o un nemico, e quasi avrei preferito la seconda opzione, che mi avrebbe consentito di cominciare ad annientarli. Accarezzai distrattamente la punta di uno dei pugnali da lancio che portavo addosso, nascosti in un'apposita custodia.
    Passarono due, tre secondi. Solo il rumore del viavai cittadino mi arrivava alle orecchie.
    Ormai certo che non mi aspettasse nessun avversario, mi girai di tre quarti a guardare quello che avrei dovuto considerare amico.
    Fui sorpreso di vedere Pandia.

    Ero al corrente degli ultimi avvenimenti, Altair mi aveva informato con brevi missive, quasi fossero in linguaggio morse: le Guerriere erano libere, ma si erano persi i contatti con Selene e sua sorella. Il loro destino era un'ombra oscura che stava complicando qualsiasi possibilità di reazione. L'unica certezza era che non fossero morte, ma ignoravamo il luogo in cui si trovavano, ed i piani di questi nuovi nemici.
    Forse ero incosciente a concentrarmi sui Templari. Forse i miei obiettivi erano deviati dalla lente distorta della vendetta, che mi aveva già guidato nella mia giovinezza. Ma qualcosa, qualcosa di oscuro, me lo impediva.

    Cercai di concentrarmi su di lei, che mi aveva, non so in che modo, trovato. Più che altro, mi aveva cercato. Soprattutto, si era di nuovo fatta viva con noi, Assassini e Guerriere.
    Ero stato avventato a stabilire che si trattasse di un alleato. Prima dovevo intuire le sue intenzioni.
    ”Sei scomparsa per settimane intere, ed ora ricompari come un fantasma... Dove sei stata?”
    Strano come sembrasse un'accusa...
     
    Top
    .
  3.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Love GDR

    Group
    Cristina
    Posts
    16,697
    Reputation
    +1,392
    Location
    Mandalore

    Status
    Wiseman aveva lavorato profondamente nella mia mente, aveva scavato fin tanto a dimostrarmi che non c'è nulla che avrei mai potuto fare o sperare... ero destinata alla solitudine. Avevo prima rifiutato e poi mi ci ero aggrappata a Selene, una sorella che avevo odiato e rinnegato e poi cercato, ma in ogni caso con la quale non ero mai riuscita a creare un rapporto. Wiseman mi aveva mostrato che non ce ne sarebbe mai stato uno, che non ero una Guerriera, che non lo sarei mai stata... che ero diversa da tutti gli altri e per questo sola. Mi aveva reso Guardiana del Cristallo Nero ed ora lo indossavo con semplicità ed elegante. Fu proprio lo stesso che accarezzai quando alla domanda di Ezio in una nube di fumo in un battito di ciglia scomparì e ricomparì seduta proprio di fronte a lui. Era teso. Nervoso. Sul chi va là e lo percepivo.
    Piegai il capo da un lato e sorridendo pensierosa allungai una mano che lui immediatamente bloccò stringendomi il polso, abbassai lo sguardo sulla sua presa senza fiata. Mostrandomi mansueta e calma, una serenità che forse lo convinse a lasciarmi andare. Fu solo una volta libera che proseguì il mio gesto portandolo al suo volto ed accarezzando con la sola punta delle dita le rughe profonde del suo sguardo stanco.
    "Sono stata nei miei incubi... tra sofferenza ed odio..." sussurrai con sguardo basso, fisso sulle sue labbra, mentre la mia carezza proseguì sul suo viso, lungo la sua guancia.
    "Esattamente dove sei stato tu..." conclusi scivolando lungo il suo collo, sulla giugulare calda e pulsante prima di ritirare la mano e portarla in grembo. Lo sguardo si spostò da lui a Firenze e non potei non sorridere di fronte a cotanta bellezza.
    "Non so perchè ti ho cercato... forse perchè il tuo dolore mi ha chiamato..." gli confidai accarezzando il Cristallo Nero. Da quando lo avevo indosso era come se potessi percepire tutto il dolore e l'odio del mondo e potessi attivarlo, potessi risvegliarlo... ma con Ezio era diverso... Wiseman non ne sarebbe stato contento, lo sapevo, ma era come se tutto ciò che per lui provavo, e ancora non capivo, non potessi controllarlo. Fosse più forte di me. Di lui. Del Cristallo Nero.
    "Il mio cuore batte, ma è come se fosse spento..." sussurrai toccandomi il petto "Wiseman ha spento ogni mia emozione, tutto il dolore e la tristezza... Ora non provo più nulla se non fredda lucidità e spietatezza eppure..." era strano come il cuore sembrasse battere più veloce, quasi a farmi male "... eppure Wiseman non è riuscito a spegnere questo..." e dicendolo presi la sua mano posandola sul mio cuore. Probabilmente prima non avrei mai detto o fatto niente di ciò, ma quello che mi era stato fatto mi aveva reso incapace di trattenere ogni pensiero o azione. Un qualcosa che avrebbe dovuto permettere a Wiseman come arma, ma che in quel momento mi stava portando in un campo minato in cui non avevo la minima idea come muovermi.
    "Perchè batte così forte quando sono con te? Perchè mi fa così male?" chiesi con un'innocenza disarmante, quasi spaventata. Raccolsi le mani entrambe alla Luna Nera al mio collo e chiusi gli occhi come a ricercare un contatto con l'oscurità che ora mi colmava... Dovevo ricordare che non esisteva NESSUNO... ero SOLA... Wiseman me lo ripeteva sempre... SOLA... Non potevo contare su nessuno se non lui...
     
    Top
    .
  4.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    282
    Reputation
    +658

    Status
    :Ezio:
    Ero sull'orlo di un pozzo nero, profondissimo. Forse, non esisteva nessun fondo, e caderci dentro significava continuare a cadere, sprofondare, all'infinito.
    Le parole di Pandia mi avevano messo davanti a qualcosa che conoscevo bene. In fondo, era lo stesso incubo in cui stavo vivendo io stesso.
    Avevo molte cose su cui riflettere, ma in quel momento sentivo che l'appiglio alla lucidità stava diventando scivoloso. Era l'effetto della sua vicinanza.
    Avevo tentato di tenerla lontana da me, istintivamente, fermandole la mano, ma ero riuscito a decifrare quello che scorgevo nel suo sguardo. Sotto la superficie dura e liscia e fredda dei suoi occhi, avevo intravisto ancora il guizzo di vita che poi le sue parole mi avevano confermato.
    Era come se avesse subito un condizionamento mentale, ed il potere che emanava da lei la rendeva oltremodo pericolosa. Era diventata una pedina degli esseri che avevano ancora prigioniera l'Imperatrice.
    Questa cosa era rischiosa per tutti noi, Pandia ci conosceva, conosceva i nostri rifugi, le nostre case, ma soprattutto, molti dei nostri segreti. Questo era quello che mi stavo dicendo, o quanto meno quello a cui la parte razionale del mio cervello era arrivata.
    Ma in un altro luogo della mia mente, sapevo quanto Pandia fosse molto più pericolosa per me. Perché anche se in passato avevo voluto ignorare tutti gli indizi, ormai dovevo ammettere che questa ragazzina aveva un forte influsso su di me. Era come se qualcosa ci legasse, a dispetto di ogni logica e di ogni convenienza.
    Realizzavo ora di cosa si trattasse. Trovarmi di fronte a lei era come essere di fronte ad uno specchio. Le mie debolezze erano le sue, i miei fantasmi, le mie paure albergavano anche in lei. Le nostre storie non erano poi tanto dissimili.
    Non era solo per il suo aspetto fisico – molto affascinante, e solo ora notavo quanto fosse diverso da quando la avevo conosciuta – che mi attraeva.
    La verità era che... eravamo... anime gemelle.
    Fu per questo motivo, il rendermi conto di una cosa che nel profondo di me stesso avevo già capito dai primi momenti in cui l'avevo conosciuta, che mi lasciai sfiorare dalle sue dita, mi lasciai prendere la mano per posarla sul suo cuore.
    Tutto questo era inusuale, non mi piaceva non essere io a condurre il gioco, di qualunque cosa si trattasse. In amore, in affari, nei rapporti familiari, in altre questioni vitali. L'iniziativa era sempre mia. Questa volta no, non sottrassi la mia mano al suo tocco.
    Ero affascinato da quello che stavo vedendo. Nella sua anima era in atto lo stesso conflitto che infuocava la mia. Il conflitto tra la libertà di essere chi siamo e la costrizione di ciò che ci sentiamo obbligati ad essere. L'unica differenza era che il vincolo me l'ero creato io stesso, per poter agire in maniera spregiudicata, nel suo caso, si trattava di un'imposizione esterna proveniente da Wiseman, un oscuro personaggio.
    A guardare bene, era lo stesso scontro che si perpetuava da secoli, nella lotta sanguinosa che legava gli Assassini e i Templari: la libertà contro le catene.
    "Perché batte così forte quando sono con te? Perché mi fa così male?"
    Io lo sapevo, perché era così doloroso. Era il filo che ci univa. Nessuno di noi due lo aveva voluto, o cercato. Non ne avremmo oltretutto tratto nessun vantaggio, solo altro dolore e sofferenza.
    Ma non potevo dirle questo.
    Di lei non mi fidavo in alcun modo, non ora che aveva ammesso candidamente di essere una spia manovrata da chi voleva combatterci e sottometterci.
    Ed avevo un altro problema da risolvere: quello di impedirle di tornare dai suoi padroni per riferire altre informazioni su di noi. Ma come potevo trattenerla?
    Notai il gesto di portare le mani al ciondolo che aveva appeso al collo. Così simile a quello che indossava Selene... i dubbi cominciarono ad essere fatti concreti.
    Pandia chiuse gli occhi e sembrò concentrarsi. Non sapevo cosa aspettarmi: stava cercando di comunicare con loro? Stava raccogliendo i suoi poteri per attaccarmi, oppure stava per svanire in una voluta di nebbia, come aveva fatto pochi istanti prima? Nessuna delle alternative poteva andarmi bene.
    ”Pandia... ascoltami...”
    Allungai le mani, le presi la nuca per avvicinare il mio viso al suo. I suoi occhi si aprirono, e per un istante sembrò talmente smarrita che pensai non mi riconoscesse neanche.
    Poi, poco alla volta, mi mise a fuoco.
    ”Ascoltami, non puoi permettere ad altri di controllare i tuoi pensieri e le tue azioni. Devi combatterli, finché puoi. Liberati dai loro condizionamenti, non permettergli di vincere. Tu sei più forte di quanto credi...”
     
    Top
    .
  5.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Love GDR

    Group
    Cristina
    Posts
    16,697
    Reputation
    +1,392
    Location
    Mandalore

    Status
    Le sue mani mi ridestarono da un lungo sonno e quando mi toccarono mi provocarono un brivido difficile da controllare. Il suo sguardo penetrante mi arrivava fin dentro l'anima e le sue parole calde scivolarono sulla mia pelle accaldata. Lo guardai smarrita, ma al contempo emozionata mentre il mio sguardo cadde sulle sue labbra così vicine e così carnose.
    "Wiseman ha detto che non ho altro destino che questo... il Cristallo Nero è tutto quello che ho..."
    "Mente" mi rispose lui di getto, mentre io poggiai le mie mani sulle sue, quasi a volermici aggrappare.
    Il cuore mi batteva fortissimo ed il fiato era corto, come dopo una lunghissima corsa. La pelle era calda eppure nonostante questo era cosparsa di brividi di freddo. Mi leccai le labbra in un gesto istintivo, mentre lo sguardo pensieroso era perso su ogni singolo dettaglio del suo viso che mai mi era stato così vicino.
    Su quel viso leggevo tra le rughe e le cicatrici tutta la sua storia: le passioni, le battaglie e gli amori... le ferite, le sconfitte e le delusioni...
    "Prima quello che provavo per te lo seppellivo, lo nascondevo per paura... ma ora Wiseman mi ha reso incapace di mentire, incapace di trattenere le mie emozioni ed i miei pensieri..." e a ben vedere ciò aveva senso dal suo punto di vista per rendermi un soldato perfetto, ubbidiente e sincero, quello che non aveva messo in contro era che così facendo aveva liberato l'amore che lento era cresciuto in me per Auditore e che ora fluiva come un fiume in piena.
    "Ho sentito tutto il tuo dolore... e non sono riuscita ad ignorarlo... dovevo vedere come stavi... dovevo cercarti..." gli ammisi quasi con vergogna, mentre allungando la mia mano accarezzai le sue labbra con la sola punta del mio dito. Una carezza leggera, quasi accennata... non ero in grado di controllare le mie azioni, era vero, ma l'inesperienza rimaneva... quella di chi mai si era approcciata ad un uomo se non per sfuggirne alle molestie...
    "Non riesco a resistere al richiamo dell'oscurità..." gli confidai con una smorfia di dolore, mentre piegavo il viso aggrappandomi alle sue spalle per non cadere. Sapevo che non stavo facendo ciò che ci si aspettava da me e quello faceva male.
    "Ma resisterò dal doverti far male... te ne hanno già fatto tanto che io... io non te ne farò mai..." lo dissi con le lacrime agli occhi e il respiro corto, la punizione per tale disobbedienza era la sensazione di mille aghi nel corpo. Presto sarei stata richiamata, lo sapevo, ma ero felice che quell'impulsività che ancora vibrava sotto la mia pelle mi avesse portato da lui.
    "Sai tra tanti errori sono contenta che quanto meno mi abbiano portato da te..." glielo dissi con un sorriso che mi sforzai di donargli, uno che era sincero, come l'emozione che provavo al suo fianco... una che ci aveva avvicinato maggiormente... pelle contro pelle... le sue mani sui miei fianchi e le mie sulle sue spalle larghe... sentivo freddo e sapevo cosa significava...
    "Mi stanno chiamando... e non so quanto resisterò ancora... sparirò Ezio... e non so come evitarlo..." in quel brivido di lucidità c'era tutta la mia puara, perchè io non volevo, ma era più forte di me... ero prigioniera del mio stesso corpo...


    Edited by The Bla¢k Wit¢h¸ - 31/8/2018, 18:44
     
    Top
    .
  6.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    282
    Reputation
    +658

    Status
    :Ezio:
    "Mi stanno chiamando... e non so quanto resisterò ancora... sparirò Ezio... e non so come evitarlo..."
    La abbracciai stretta a me. Sentivo il suo bisogno di avere un appiglio con cui resistere alle forze che la stavano controllando, che era anche la mia stessa necessità: un punto fermo, in un orizzonte personale che stava cambiando troppo velocemente.
    Per questo, la strinsi forte, avvertendo la fragilità e l'esilità del suo corpo. Pandia sospirò contro la mia guancia, si rilassò e provai un tiepido ottimismo: forse avevo una chance di vincere la guerra contro i suoi dominatori, di vincerla insieme con lei.
    Anche se non avremmo mai avuto un futuro come due persone che condividono qualcosa di importante, dato che vedevo troppi ostacoli davanti a noi, almeno mi sarei potuto fare un punto d'onore nell'averla aiutata a risalire la china della sua oscurità.
    E forse, nello stesso momento, avrei potuto rivedere anche io la luce, riacquistare un poco di equilibro in mezzo ai tormenti che negli ultimi mesi non erano che peggiorati sempre più.
    Mi aveva molto colpito, infatti, la motivazione con cui mi aveva trovato: il mio dolore. Ne aveva parlato come se avesse solo dovuto ascoltare e seguire un urlo, il mio urlo di tormento.
    Non lo avevo mai sospettato, ma forse non ero riuscito a nasconderlo come avrei creduto. Forse la mia inquietudine, le mie paure, avevano preso una tale forza che erano visibili a tutti quelli che mi erano intorno, come una cicatrice in bella vista.
    Improvvisamente il corpo di Pandia cominciò a perdere consistenza, come se stesse smaterializzandosi. Mi scostai lievemente per guardarla, e pochi secondi prima di ritrovarmi nuovamente da solo, guardai nei suoi occhi chiari ed enormi, insolitamente grandi perché dilatati dal terrore.
    Lei sapeva già cosa sarebbe successo, che sarebbe stata richiamata all'ordine dai suoi aguzzini per via della disubbidienza di essermi venuta a cercare. La sua paura era così tangibile che quasi avvertii la sua sofferenza sulla mia pelle e, prima di perdere il contatto con lei, prima che le mie mani stringessero altro che il nulla, volli rassicurarla: ”Non ti lascerò mai da sola, io e te usciremo insieme da questa prova, te lo giuro! Verrò a prenderti...”
    Cercai di scostarle una ciocca di capelli che le era caduta sul viso, ma già le mie mani stavano toccando il nulla.
    ”Io...” La sua voce svanì. In un battito di ciglia, mi trovai in avvolto in una nuvola nera, ed in lontananza mi parve di sentire echeggiare un grido. Inspirai a fondo il fumo in cui lei si dissolse, cercando di respirare la sua essenza. Prima di dissiparsi nell'aria calda della tarda estate, il fumo mi sfiorò le labbra, quasi fosse un bacio fantasma.
    Strinsi i pugni, e colpii con rabbia la parete scabra della Cupola. ”Maledetto Wiseman...” sussurrai a mezza voce ”... troverò anche te, stanne certo!”
    Rimasi per qualche secondo immobile, ad ascoltare i miei sentimenti in tumulto.
    Non avevo mai voluto fare promesse che sapevo di non poter mantenere. Per questo, anche se non sapevo ancora come avrei fatto a combattere contro poteri che andavano oltre ogni pensiero, ero determinato comunque a trovare una via.
    Mi alzai in piedi; lo sguardo spaziò per l'ennesima volta sui tetti amatissimi, ma era come se fosse la prima. Sentivo un nuovo sentimento nel mio petto. Una nuova speranza.
    Attesi le ombre della sera per scendere indisturbato a terra. Era arrivato il momento di ritornare a Nanda Parbat.
     
    Top
    .
5 replies since 26/7/2018, 12:17   101 views
  Share  
.