Nanda Parbat: Altair & Ezio's Office

Season 2

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    Non potevo negarlo, la scelta di Aphrodite di rimanere mi aveva reso molto felice seppur temevo che la sua attenzione per il matrimonio fosse eccessiva, di chi sta cercando in tutti i modi di pensare ad altro. Era stato un periodo di partenze che aveva cambiato un po' gli equilibri generali.
    Le Guerriere e molti dei profughi alieni che per millenni si erano nascosti sulla Terra erano tornati a casa, Arno e Claudia aveva dato l'addio alla Confraternita decisi a prendere le redini dei Discendenti, Jacob e Lara li avevano seguiti per un viaggio di lei alla scoperta delle sue origini, Connor aveva chiesto il permesso di prendersi un periodo di tempo per riflettere, Edward era partito per i Caraibi, il Black Moon era stato sconfitto e tutto sembrava essere tornato ad un'apparente normalità con missioni normali e ben distanti dalle follie magiche che ci avevano coinvolti in quegli anni. Tra tante partenze c'era stato anche un ritorno, quello di Federico, che avevo accolto con prudenza facendo di Ezio suo responsabile se fosse mai successo qualcosa avrebbero pagato entrambi gli errori di uno. Tuttavia dovevo ammettere che non era tornato a mani vuote, dalla Loggia aveva portato via il Libro dei Morti con cui era stato resuscitato forse sperando che quel gesto lo avrebbe "perdonato" o che noi trovassimo qualcosa sul suo ritorno per capire se fosse stato provvisorio oppure no. Tuttavia non conoscevo i geroglifici e non c'era nessuno alla Confraternita che potesse, nessuno tranne Aphrodite che da giorni mi stava aiutando.
    "Con Ares ci avresti messo molto meno tempo, il mio marziano è arrugginito, ma... non mi andava di disturbarla, non quando avrà già molte cose a cui pensare ora..." esclamò, mentre seduta al posto di Ezio era piegata sul libro, mentre io la osservavo come sempre incantato dalla sua bellezza e dalla sua presenza, ma anche preoccupato.
    "Smettila... smettila ok?" mi disse senza nemmeno alzare lo sguardo, ben conscia del mio fisso su di lei, prima che con gesto di stizza chiudesse il libro e raggiungendomi mi si sedette sulle gambe.
    "Ho deciso di restare e l'ho fatto con serenità, non sento di essermi privata di nulla... su Venere c'è che mi sta aiutando e sono certa di riuscire a trovare anche un degno Duca o Duchessa presto o tardi, ma ora sono qui... ho scelto di stare qui perchè già troppo tempo mi è stato negato al tuo fianco... Altair sei l'amore della mia vita e posso assicurarti per un venusiano non ha il valore di un terrestre... è qualcosa di ben più grande, qualcosa per cui ormai il mio cuore ti appartiene e non potrei star in nessun luogo che non sia al tuo fianco... perchè sei tu la mia casa..." mi aveva detto quelle parole con trasporto, calore e dolcezza, mentre mi teneva le mani sul volto accarezzandolo e baciandole. Da quando si era trasferita ufficialmente lì e da quando avevamo iniziato la nostra vita insieme come mai prima ad ora Aphrodite era cambiate era sì la solita donna forte e decisa che conoscevo, la Guerriera che ancora si allenava e prestava la sua conoscenza per i nuovi adepti, ma mi aveva mostrato un lato nuovo. Uno di moglie devota, di compagna fedele, di braccio destro affidabile... non osavo dire che si era sottomessa a me, era forse maschilista come concetto, ma era come se in effetti avesse abbracciato il ruolo di compagna di vita nel senso più profondo del termine. Mi metteva sempre al primo posto, sapeva stare un passio indietro, consigliarmi, supportarmi... era indescrivibile ciò che mi stava dando ed io speravo solo di essere abbastanza per lei. Di non deluderla, di essere all'altezza di ciò che lei mi dava.
    Risposi dunque al suo bacio tenendomela stretta ed intrecciando una sua mano con la mia.
    "Come posso ripagarti per amarmi così tanto?" le chiesi in un sussurro sognante, mentre le spostavo una ciocca di capelli dal viso.
    "Senza smetterlo di farlo..." mi rispose lei con semplicità sorridente.
    "Ora se il Mentore me lo permette vorrei poter continuare con i preparativi... ho dato una data a Selene e le altre e mi hanno promesso che ci saranno devo assicurarmi che per quel giorno sia tutto pronto!" assentì divertito al suo tono formale, non prima che facendo per alzarsi la tirai di nuovo a me per rubarle un altro bacio solo per poi lasciarla andare.
    Stavo ancora osservando l'uscio della porta da dove era appena scomparsa quando una presenza del tutto inaspettata mi fece scattare in piedi con tanto di riflessi pronti a colpire, ma quella figura con estrema calma chiuse la porta alle sue spalle, alzò le mani in segno di resa e camminando lentamente verso la scrivania su di essa vi porse tutte le sue armi compresa la lama celata, fu solo all'ora che si portò le mani al cappuccio nero e lo abbassò.
    "Cormac?" chiesi alquanto sconvolto.
    "Sorpreso di vedermi Mentore? Credevo avessi ricevuto il mio messaggio..."
    "Credevo che mi prendessi in giro... invece sei qua... superando brillantamene anche ogni controllo vedo, spero solo che tu non abbia osato far male a nessuno..."
    "Nè morti nè feriti solo qualcuno che domani si sveglierà con un gran mal di testa... possiamo parlare?"
    Ancora alquanto sospetto gli permisi di sedersi, mentre io rimanendo in piedi lo osservai circospetto. In effetti avevo ricevuto il suo messaggio uno in cui mi aveva rivelato che in quell'anno era stato ben lontano dalla Loggia e dai Haytham, che aveva compreso che i Templari non era ciò che cercasse e che nell'ultimo periodo (all'insaputa di tutti) era stata colui che ci aveva fornito informazioni circa alcune missioni che avevamo completato con successo. La cosa che più però mi aveva sorpreso fu quando fece domanda di rientrare negli Assassini anche ricominciando da 0 se necessario disposto a dimostrare la sua buona volontà in qualsiasi modo.
    "Hai meditato sulla mia richiesta? Anche perchè da quel che so il redivido Auditore è qui e ti stupirai di sapere che il giovane Kenway è alla Loggia... credo dunque che come darai il beneficio del dubbio loro sarai disposto a far lo stesso con me..."
    Il suo modo arrogante di fare non era mai cambiato, come non lo era il suo mettermi in difficoltà a fronte di una decisione del genere, una che sapevo avrei dovuto discutere con Ezio che tuttavia ora era via... lui e Federico avevano deciso di tornare a Firenze per qualche giorno, come fratelli... per riprendere lì da dove tutto era iniziato... Se Federico doveva intraprendere quel cammino, di nuovo, lo avrebbe fatto seguendo i suoi passi... iniziando da Montereggioni.
    Mi passai dunque una mano sulla fronte combattuto su un qualcosa che mi bazzicava nella mente da molto tempo in quanto a detta di Aphrodite il Libro dei Morti poteva effettivamente riportare in vita qualcuno in modo definitivo lasciandolo intatto di ogni suo ricordo ed aspetto non solo fisico, ma anche nell'atteggiamento e nei pensieri. Quello mi aveva fatto pensare ad una lettera che avevo trovato durante il mio tempo in Israele con Aphrodite, uno nel quale ero venuto in possesso di una lettera, la stessa che recuperandola dal cassetto della mia scrivania porsi a Shay che curioso la studiò.
    "Purtroppo non conosco l'arabo... puoi gentilmente tradurla?" mi chiese scanzonato.
    "E' la traduzione di un testo in geroglifico, è stata fatta traducendo una lettera trovata in una tomba egizia del periodo tolemaico... ti dice qualcosa il nome Bayek di Siwa?"
    "Dovrebbe?"
    "E' stato il primo Assassino, colui da cui ha avuto origine la Confraternita... all'epoca era uno degli ultimi medjay rimasti... uno dei pochi... iniziò una vendetta personale che lo portò niente di meno che a fronteggiare Giulio Cesare e Cleopatra... quando la sua tomba andò persa nella memoria fin quando non è stata riscoperta da una nostra spia nell'Abstergo... è stata lei a darmi questa traduzione... in essa Bayek prega gli Dei di essere richiamato se mai il movimento a cui lo dette origine avrebbe avuto bisogno di ritrovare le sue radici..."
    Parlai lento, mentre appoggiandomi alla scrivania incrociai le braccia al petto. Cormac di fronte a me era sempre più confuso.
    "Cosa vuoi fare? Riportarlo in vita?"
    "Il tempo, gli eventi, la magia e tutto ciò che di assurdo ci ha toccato in questi millenni ci ha allontanati dalle nostre origini... dal motivo per cui tutto questo esiste... forse è tempo di ricordarlo... è chiaro che nè io nè Ezio siamo le persone adatte per farlo... non possiamo essere Mentori... non più..."
    Conclusi riconoscendo il peso delle mie parole.
    "Nel libro troverai le traduzioni di ciò che dovrai pronunciare una volta trovata la sua tomba e le istruzioni su come raggiungerla... una volta fatto distruggi tutto..."
    "Missione affascinante, devo ammetterlo... ma ancor più di come tu me la stia affidando all'oscuro di tutti... ma non faccio domande, se questa è la mia carta per essere riammesso... consideralo fatto..."
    Presi per Shay tutto il necessario e glielo affidai. Stavo giocando con il fuoco? Decisamente, ma se era giunto il momento per le Guerriere di tornare a casa, forse lo era anche per gli Assassini.
     
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