Present Day #2019: Creta

Season 4

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Annarita
    Posts
    277
    Reputation
    +663

    Status
    :Haytham:
    Mar Egeo. Isola di Creta. Sito archeologico di Cnosso.
    Respiravo piano, il cuore batteva regolare, mi sentivo in totale pace con me stesso.
    Da quando la Guerriera di Saturno mi aveva ridato la mia famiglia, era nata in me una nuova consapevolezza, al punto da convincermi che fosse stata anch’essa un altro “dono” della Guerriera. Un dono che stavo interiorizzando e facendo mio. Per questa ragione avevo dato un nuovo assetto ai Templari. Mi ero adoperato affinché i migliori di noi partissero verso i quattro angoli della Terra per prelevare i tesori contenuti nelle cripte occulte create e lasciate dai Titani. Tuttavia, prima di approvare le missioni, avrei dovuto essere io a compiere la prima. Serviva la “chiave”, un amuleto antichissimo, forgiato dalla pietra di un meteorite, affinché le cripte potessero essere “aperte”. Per fare ciò, un legittimo erede avrebbe dovuto prelevarla e custodirla, plasmando ulteriori amuleti con un frammento di quello madre. Con gli stessi, i Templari avrebbero potuto accedere alla conoscenza antichissima dei Titani e combattere ad armi pari contro dei nemici che – ormai era diventata una certezza – avrebbero tentato di occupare il Pianeta per trasformarlo in un ricettacolo di mostruosità. L’Umanità era in pericolo e l’Ordine Templare sarebbe diventato l’ultimo baluardo di difesa.
    La mia missione a Creta era stata “mascherata” come un viaggio di piacere. Dopo tre settimane trascorse ad altissima tensione, in cui la mia amata Eris si era risvegliata completamente umana, il mio piccolo Atlas era tornato un neonato altrettanto umano, l’Ordine aveva subito cambiamenti importanti… tutti noi avevamo bisogno di staccare la spina, prima di rimetterci a lavoro con rinnovate forze ed entusiasmo. Ovviamente sarebbe stata una buona copertura se qualcuno della Confraternita avesse deciso di mettersi sulle mie tracce. Non che mi fossi illuso veramente di “depistarli” con questo diversivo ma provarci non mi era costato nulla.
    Avevo quindi lasciato Eris ed Atlas in un delizioso hotel della Capitale, Heraklion, ed io mi ero recato poco distante da lì per compiere ciò per cui ero arrivato. Era stato semplice, conoscevo il luogo esatto: il sito archeologico di Cnosso, sotto le rovine del maestoso Palazzo, di cui restavano intatte diverse vestigia e affreschi. Ma a me interessavano i sotterranei i quali, stranamente o non tanto, non sembravano essere stati ancora scoperti. E, in tutta sincerità, ero convinto che mai sarebbero venuti alla luce. Per accedervi avevo dovuto risolvere enigmi, fare affidamento sul mio intuito e… sulla mia immensa fede. I miei mitologici avi dovevano avermi guidato fin lì!
    Poco dopo essere uscito dal sito archeologico avevo capito di essere pedinato… e non ne ero rimasto affatto sorpreso. Gli Assassini non si sarebbero fatti abbindolare facilmente, ma allo stesso tempo, ciò non mi infastidiva. Non potevano conoscere i miei piani, avevo badato bene a “ripulire” l’Ordine da talpe e traditori, e se anche ne fossero venuti a conoscenza davvero avrebbero tentato di ostacolarmi? Strano ma vero, anche loro credevano di proteggere l’umanità. Credevano di proteggerli da noi, certo, ma si sarebbero presto resi conto che non eravamo noi i nemici da combattere, che la guerra sul Pianeta era stata solo rimandata. Riuscii a pedinarli solo dopo un’intera ora di trucchetti, cambi di rotta e svoltate improvvise: erano degli ossi duri i tipi alle mie calcagna!
    Mancava pochissimo all’alba e nulla aveva importanza se non il fatto che custodivo, in un cofanetto ricoperto di simboli, un medaglione meravigliosamente sbalzato. Era chiaro che non era stata opera di esseri umani, il materiale era indistruttibile e le decorazioni fin troppo elaborate. La missione, dunque, era compiuta. Potevamo continuare con il piano… nel frattempo, la mia nuova famiglia ed io ci saremmo goduti “davvero” la nostra piccola meritata vacanza.
    Arrivai all’hotel mentre i primi raggi solari facevano capolino dalla collina di fronte, rimasi un attimo lì, immobile, in attesa che mi sfiorassero il volto. Le palpebre socchiuse e un leggero sorriso sulle labbra. Quell’isola era un concentrato di energia, potevo sentirlo dalle vibrazioni che attraversavano l’aria, dal calore della terra, dalla nitidezza dell’orizzonte… I Titani non avrebbero potuto scegliere posto diverso per dare inizio a questo nuovo percorso iniziatico.
    Poi, all’improvviso tutto cambiò, la sensazione di benessere si trasformò in disagio.
    Mi guardai attorno con sguardo attento, ma non erano gli Assassini la fonte della mia preoccupazione. Ancora attanagliato da una sensazione nefasta, mi recai velocemente verso la nostra camera dove avrei dovuto trovare la mia famiglia ancora profondamente addormentata ma… il pianto di Atlas era bene udibile anche da metà corridoio! Corsi più veloce, spalancai la porta e la scena che ritrovai davanti ai miei occhi mi fece gelare il sangue: Eris riversa sul pavimento coperto da una morbida moquette azzurro cielo; Atlas tra le braccia di una Selene afflitta; gli occhi della Guerriera puntati su di me, adesso decisi, sembravano volermi dare un messaggio, non smetteva però di sussurrare parole dolci per calmare il piccolo. Il rumore era assordante per le mie orecchie, non riuscivo a decifrare quanto stavo guardando. Il pensiero che Selene volesse rapire Atlas mi sfiorò appena… l’unico motivo per cui potesse essere lì! Eppure non mi convinceva… tanto valeva chiedere alla diretta interessata, ma solo dopo che avesse lasciato Atlas e si fosse allontanata da Eris. Potevo capire che era ancora viva dal ritmico sollevarsi del suo petto.
    “Selene, posa Atlas sul letto e vai verso la parete, alza bene le mani e non succederà nulla, almeno fino a quando non mi spiegherai cosa diamine ci fai qui!”


    Edited by The Bla¢k Wit¢h¸ - 9/12/2019, 16:38
     
    Top
    .
  2.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Love GDR

    Group
    Cristina
    Posts
    16,696
    Reputation
    +1,390
    Location
    Mandalore

    Status
    :Lara:
    27 giorni erano passati da quando tutto era finito prima di iniziare, una guerra che si era risolta con una velocità che spesso faticavo ad interiorizzare, forse perchè non credevo alla tranquillità, non quando veniva gratuita ed aleggiava con quella sua aura strana e per niente rassicurante.
    Avevo confidato le mie perplessità a Jacob e lui le condivideva con me, ancor più per quella situazione di tensione che non mi piaceva essersi creata tra noi e Guerriere, sopratutto perchè si era creata un'aria di diffidenza e rimproveri nei confronti di chi a mio dire non poteva essere giudicato come un'unica entità. Sarà stato il mio essere legata a Pandia, ma la nostra amicizia mi aveva insegnato che molte di loro erano esattamente il tipo di persone per cui noi combattevano, cercatori di libertà chiuse tra le sbarre dorate della politica e della diplomazia.
    Eravamo sempre in contatto e questo mi aveva permesso di ascoltare i suoi sfoghi e le sue paure e sopratutto di vedere nascere quella sua anima insurrezionalista che ero intenzionata appoggiare ed aiutare a direzionare, infatti mi aveva molto colpito il suo interessarsi alla Confraternita ed al suo Credo che con piacere condivisi con lei rispondendo a domande e curiosità.
    Pensavo a questo ed a tante altre cose, mentre mettevo nero su bianco i miei pensieri sul piccolo diario con la custodia in pelle che sempre mi portavo dietro e su cui appuntavo qualsiasi cosa personale e non. Lo facevo anche per colmare il lunghissimo viaggio che io ed il mio Mentore, Bayek, avevamo intrapreso.
    Avevamo affrontato 4 ore di cavallo da Nanda Parbat per raggiungere Nuova Delhi, poi 5 ore di volo dalla città indiana fino al Bahrain, lì eravamo rimasti bloccati per 1 ora e mezza, poi avevamo affrontato altre 5 ore di volo dal Bahrain fino ad Atene dove eravamo rimasti fermi per 3 ore prima di imbarcarci sul volo charter che ci avrebbe portato a Creta per un volo di poco meno di 1 ora.
    "Bisognerà trovare una soluzione... non che mi spaventi affrontare così tante ore di viaggio, ma... non credi potrebbe nuocere alla buona riuscita della missione?" chiesi mentre nella mia divisa da Assassina, sull'edificio più alto della città, osservavo la stessa con Bayek al mio fianco. Mi emozionava ancora indossare quella veste, ancor più perchè era quella di Evie... di Nike, di cui lei su Giove mi aveva fatto dono. Era qualcosa che non mi aspettavo e ricordavo ancora che quando Jacob mi aveva visto indossarla aveva perso un battito.
    "Giovane Lara per me un viaggio del genere era impensabile... eppure..." lo guardai ridacchiando. Sembrava venire da un'altra epoca e così era, come per molti degli Assassini, ma il loro vivere il passare delle epoche gli aveva permesso di adeguarsi, mentre Bayek ancora si stupiva di ogni cosa, e quel suo aspetto quasi infantile riusciva sempre a strapparmi un sorriso.
    "Che facciamo? Kenway ci ha seminato!" chiesi osservando il mio Mentore intento a guardarsi intorno in attesa del ritorno di Senu.
    "Lei ce lo dirà!" esclamò solenne allungando un braccio ed accogliendo il ritorno della sua aquila a cui accarezzò la testa imponente e regale, quella picchiettò con il becco sulla sua spalla con fare affettuoso e poi guardandosi negli occhi i due parvero quasi parlarsi, capirsi.
    "Non so come fate, ma è stupefacente!" esclamai sorridendo a Senu che mi guardò, mentre Bayek assentiva solenne.
    "Senu è riuscita a seguirlo dove noi lo abbiamo perso... quell'edificio... laggiù... quello con la grande tinozza al di sopra della dimora di forestieri..."
    "Ehm intendi l'hotel con la piscina sul tetto giusto?" chiesi conferma mentre lui mi guardava del tipo "Perchè io cosa ho detto?", trattenni un sorriso che sempre mi sorgeva spontaneo di fronte al suo modo vetusto di parlare, mentre tornavo seria.
    "Possiamo introdurci nella sua stanza e recuperare la chiave..."
    "Ma dobbiamo trovare l'occasione, non è opportuno ingaggiare uno scontro diretto. Avviciniamoci ed osserviamo da lontano, poi decideremo come agire!" assentì e poi senza aspettare altro lo seguì in una corsa sui tetti della città ancora addormentata.
     
    Top
    .
  3.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    282
    Reputation
    +658

    Status
    :Selene:
    Guardai l'uomo davanti a me con attenzione, soppesando le sue intenzioni: ”Non siate sciocco, Gran Maestro Kenway! Se avessi voluto nuocergli, non mi avrebbero certo fermato le vostre minacce!” A dispetto delle mie parole e del tono fermo che usai, ammorbidii il mio approccio con un sorriso rassicurante, mentre mi avvicinavo lentamente a lui, tendendogli il piccolo Atlas. ”Ha bisogno del padre, per calmarsi...”
    Kenway lo prese in braccio, ben attento a non sfiorarmi, e lo strinse a sé, grato. Il bambino terminò il suo pianto disperato appena riconobbe il calore familiare delle braccia paterne.
    ”Cosa è successo a Eris? Lei non sta bene, dimmi quello che le hai fatto!”
    Girai lo sguardo verso la donna, riversa per terra. ”Quando sono arrivata, lei era già così, svenuta. Io mi sono solo occupata di consolare vostro figlio, che piangeva a dirotto”
    Non mi ero avvicinata ad Eris, se non per prendere in braccio Atlas. Non avrei mai toccato un deviato, anche se quel corpo ormai non conteneva più nulla del potere che possedeva quando la dea del caos lo abitava.
    ”Non siate sospettoso delle mie intenzioni, Gran Maestro. Ci conosciamo da molto tempo, anche se non ci siamo mai incontrati. Ammiro la vostra lealtà all'Ordine che rappresentate, e sono qui per proporvi un accordo...”
    Kenway intervenne in tono ironico, sempre però mantenendo una pacatezza controllata.
    ”Quindi gli assassini che mi hanno seguito fino quasi alla nostra stanza non sono con te?”
    Sgranai gli occhi a quell'informazione. Non credevo che sarebbero stati così veloci a scoprire i movimenti dei templari, anche se avevo imparato a conoscerli e non sottovalutavo le loro capacità. Il Gran Maestro rise piano, riconoscendo nel mio smarrimento una prova della mia buona fede.
    ”Non preoccuparti, li ho seminati prima di tornare qui”
    Lo studiai per qualche secondo, sempre più convinta della scelta che stavo compiendo. Quell'uomo aveva il controllo della situazione, per quanto critica potesse essere. Era freddo, lucido e presente anche mentre si dedicava a distrarre suo figlio. Tesi la mano con il palmo in su verso di lui:
    ”Fatemi vedere cosa avete trovato nella Cripta principale dei Titani. Voglio essere certa che sia quello di cui avremo bisogno per dischiudere le Cripte minori”
    Se anche era sorpreso, non lo diede a vedere. Quello che fece fu di estrarre lentamente da una borsa nera un piccolo fagotto avviluppato in un panno, senza perdermi un secondo di vista. Me lo porse, ed io aprii il cofanetto facendo leva sul meccanismo che funzionò perfettamente, anche dopo millenni di disuso. Al suo interno, il medaglione che serviva da chiave: lo riconobbi senza esitazione dalle descrizioni che avevo letto sul diario di mio padre.
    ”Eccellente... avete compiuto un ottimo lavoro. Siete davvero una persona colma di risorse e di capacità. Le esatte qualità che sono necessarie per portare a termine una ricerca così impegnativa”
    Non reagì ai miei complimenti, e questo aumentò ancora di più la mia stima per lui. Un uomo ai suoi livelli di potere che non si faceva influenzare dalle adulazioni era raro e prezioso.
    ”Come conosci le Cripte?” Rifletté qualche secondo. ”Ah, già... tu sei la figlia di un titano...”
    ”Mio padre era Iperione, l'imperatore sì, ma anche il creatore di questi luoghi che custodiscono immensi poteri. Verso la fine del suo regno decise di lasciare un'eredità di pace e speranza anche qui, sul Pianeta Proibito, scegliendo i migliori tra gli umani, gli Eletti, per compiere un ufficio importante. La Terra non è degna di possedere una guerriera che la protegga, perché la vostra umanità non ha il discernimento per accettare un simile dono. Così mio padre decise di suddividere il ruolo tra dodici saggi, che dovranno agire in comune accordo e ha scelto voi, un gruppo di persone dalla fede incrollabile nella bontà delle regole, dell'ordine e dell'armonia che ne discende”
    Kenway annuì per confermare il mio racconto:
    ”Questo è quello che ho visto, quando la Guerriera di Saturno mi ha restituito mia moglie e mio figlio... un mondo finalmente libero da scontri , diseguaglianze, ingiustizie. Un mondo dove tutti saranno protetti e al sicuro”
    ”La Guerriera di Saturno possiede una conoscenza che pochi potrebbero eguagliare, quando il suo potere è manifesto. Lei sapeva che era giunto il momento di svelare queste verità, che eravate pronti per accettarle, per adoperarvi a svolgere il compito di protettori. Io vi posso aiutare nella ricerca”
    Il suo sguardo acuto non smetteva di mettermi alla prova.
    ”Cosa ci guadagneresti tu?”
    ”Ho le mie ragioni che qui non sono importanti come il fatto che avremo bisogno uno dell'altro, per compiere il disegno dei miei predecessori”
    Cercavo un alleato, non un confessore, per questo non avrei fatto parola del mio desiderio di riabilitare, attraverso queste cripte, il nome di mio padre, di gettare una luce migliore sul suo regno che tante cose orribili aveva provocato.
    I suoi occhi guardarono la moglie, turbato. Avvertivo in lui molto potente l'amore per la famiglia; eravamo molto simili, anche se le nostre vite non avrebbero potuto essere maggiormente diverse.
    ”Sembra in stato catatonico...”
    Mi morsi un labbro. Ero tornata sulla Terra per incontrare il Gran Maestro e portarlo dalla mia parte, ma ora che avevo imparato a conoscerlo mi rendevo conto che non sarebbero bastati bei discorsi per ottenere la sua fiducia. Dovevo fare un passo in più. Estrassi con un gesto misurato lo specchio che consentiva il passaggio tra i pianeti.
    ”Non conosco il problema, ma possiamo portarla sulla Luna, dai miei guaritori. Forse loro riusciranno a svegliarla, o almeno a capire cosa la costringe in questo strano sonno”
     
    Top
    .
  4.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Love GDR

    Group
    Cristina
    Posts
    16,696
    Reputation
    +1,390
    Location
    Mandalore

    Status
    :Bayek:
    Per tutti appariva molto difficile spiegare ciò che con le Guerriere era successo o quanto meno era complicato comprendere come potevamo diventare indipendenti da loro, ma al contempo mantenere rapporti personali forti. La realtà è che le tensioni stavano accadendo secondo il mio punto di vista, e da Mentore lo avevo fatto presente ai miei colleghi come sopratutto ne avevo parlato con i miei adepti, dovevano essere ben divise.
    L'errore di Aya era sempre stato a mio dire, la sua incapacità di far convivere la nostra scelta di essere Occulti con quella di essere una famiglia ed era l'errore che molti ora stavano facendo ancora.

    "Dorian probabilmente ha ragione Mentore, insomma come possiamo scindere totalmente la loro lealtà con la loro persona? Hanno Imperatori ed un regno a cui rispondere, come facciamo noi con il nostro Credo, non è forse sciocco credere che sia possibile dividere le cose?" la domanda di Alexios era sorta spontanea e sicura, in uno dei tanti incontri che ero solito fare con i miei adepti.
    Mi piaceva coinvolgere gli Assassini della mia gilda in momenti di unione in cui volevo che tutti esprimessero liberamente le loro opinione affinché la comunicazione fosse sempre aperta e fluida tra tutti i membri.
    "Perchè Alexios la persona, a volte, può essere scissa dal ruolo. Prendiamo per esempio due persone con due idee politiche diverse, credi che queste possano prescindere sul fatto che possano amarsi, sposarsi o avere una famiglia?" chiese a lui come a tutti gli altri.
    "E' come dire che un Assassino ed una Templare, o viceversa, possono farlo, non è forse sinonimo di tradimento?" esclamò interessato e confuso Arbaaz.
    "E' un tradimento amare? L'amore spesso viene visto come un ostacolo mentre invece dovreste rovesciare la prospettiva ed immaginarla come l'arma più potente per creare ponti... certo anche la testa deve avere una parte in questo. La fiducia deve essere conquistata..." dissi in modo posato con Senu appollaiata accanto a me, sul suo trespolo coinvolto in quella discussione.
    "Posso osare a dire che quello che ci sta suggerendo Mentore è di seguire il nostro cuore, ma al contempo valutarne le sue scelte con anche la nostra mente?" chiese Galina, da sempre dall'intelligenza fine ed attenta.
    "Esatto. In questo caso chi chiamiamo ancora Guerriere sono semplici abitanti di un regno attualmente non nostro alleato, ma nemmeno nemico. Non hanno una rappresentanza nè politica nè militare, dunque io vi chiedo di valutare queste donne per quello che sono..."
    "Il Mentore ha ragione! Posso giurarvelo su ciò che mi è più caro, fratelli e sorelle, che appartenere ad un popolo non significa automaticamente condividerne il credo. Ci sono anime che vogliono insorgere ed essere libere e noi dovremmo aiutarle non respingerle. Non è forse questo per cui siamo Assassini?" sorrisi a Lara, orgoglioso della sua crescita e formazione.


    I pensieri di quel meraviglioso incontro mi offuscarono la mente nel momento stesso in cui, appollaiati sul tetto di fronte all'hotel, con i binocoli io e Lara stavano osservando da lontano Haytham molto colpiti da ciò a cui ci trovammo di fronte.
    "Selene?" esclamai ad alta voce.
    "Alleata con i Templari? Insomma lei ed Haytham non so cosa avrebbero da spartire insieme... Mentore abbiamo forse sbagliato le nostre considerazioni in merito?" mi chiese lei abbassando il binocolo e fissandomi perplessa.
    "Non affrettiamo giudizi giovane Lara, ricorda cosa abbiamo detto le persone prescindono dalle loro guide... non giurerei che ciò che sta facendo sia una conoscenza a portata di tutti nel suo mondo..." esclamai fermo, mentre riprendemmo ad osservare la scena.
    Purtroppo non potevamo capire ciò che si dicevano anche se dal labiale capì parole come "Titani" e "Luna" ed infatti poco dopo si aprì un portale nel quale lei, con in braccio il piccolo Atlas, e lui, con in braccio Eris, sparirono.
    Abbassai il binocolo cercando di assimilare ciò a cui avevamo assistito.
    "L'Imperatrice ci ha assicurato che la moglie ed il figlio di Kenway non sono più una minaccia, ma..."
    "Potrebbe esserlo Kenway stesso? E' indubbio che quello che sta cercando se legato ai Titani è per forza legato a Selene... suo padre era uno degli stessi..."
    Pensieroso mi passai una mano sul mento.
    "Torniamo a casa giovane Lara, dobbiamo riferire questo a tutti gli altri!"
     
    Top
    .
  5.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Annarita
    Posts
    277
    Reputation
    +663

    Status
    :Haytham:

    Mai avrei immaginato che un giorno sarei finito… sulla Luna. Neppure con la mia più fervida immaginazione ci sarei arrivato! Ciò nonostante non era questo che mi scioccava maggiormente, ma il fatto di essere alla Corte degli stessi “nemici” che, neanche due mesi prima, stavamo progettando di distruggere. Fissai il profilo immobile di Eris, mentre ricordi orribili si accavallavano nella mia mente. Avevo già vissuto una situazione del genere e il solo ripensarci mi faceva accapponare la pelle. Per seguire lei avevo accettato di andare contro gli Eterni, il popolo da cui lei stessa originava avrebbe ben presto infettato il mondo ed ero sollevato che lei non fosse “dall’altra” parte, proprio ora che noi Templari, me in testa, avevamo ritrovato le nostre origini. Non sarei riuscito a lottare contro di lei, non dopo averla scoperta una dolce madre e una deliziosa moglie. In quelle settimane trascorse come una famiglia normale, mi ero affezionato all’idea di una Eris come l’avevo sempre desiderata, non più schiava di brame di potere, non più schiava della sua natura di dea del Caos. Adesso era libera, finalmente, di poter vivere e godere delle piccole gioie quotidiane, proprio come facevamo da sempre noi umani.


    Eravamo rannicchiati sotto le coperte, faceva freddo, ma con le nostre gambe intrecciate e i respiri a poca distanza, ci riscaldavano l’un l’altra. Cosparsi la sua spalla, il suo collo, le sue labbra, le sue palpebre, di piccoli dolci baci. La sentii sospirare ed ero certo che, a quel punto, sarei persino riuscito a toccare il cielo con un dito. Era l’alba e il silenzio ancora circondava ogni cosa. La pace assoluta regnava nella nostra camera da letto, quando quella stessa pace fu interrotta dal piangere improvviso del nostro bimbo. Un evento non troppo raro vista la sua tenera età. Ridacchiai nel sentire il gemito di Eris: gli aveva dato la pappa appena un’ora prima e stava quasi per addormentarsi tra le mie braccia… era distrutta dalla mancanza di sonno ed io mi sentivo un po’ in colpa perché riuscivo a stare con loro troppo poco tempo rispetto ai miei desideri. Perciò la baciai teneramente: “Resta a dormire, forse vuole solo un po’ di coccole…” Non poteva avere già fame! Mi alzai piano, rinfagottando Eris nelle coperte per proteggerla dal freddo. Anche questa era una strana novità, in fondo, era diventata umana! Infilai una vestaglia pesante e mi diressi verso la culla che stava nella stanzetta comunicante con la nostra. Atlas più che piangere strillava come un piccolo folle, sorrisi ancora, mentre lo prendevo in braccio. “Ehi, urlatore, la vogliamo far riposare la mamma due ore filate o no?” Lo cullai, accarezzandogli il capo. Il piccolo si zittì all’istante ed io trattenni un’altra risata nell’udire il ringraziamento ai Numi pronunciato da Eris che finalmente poteva tornare a dormire. “Campione, adesso fai la nanna con papà che ti racconta delle belle storie, vuoi?”
    Mi sedetti sulla sedia a dondolo lì vicino e iniziai a narrare di un’antica leggenda che parlava dei Titani…



    Eris non era però del tutto libera… qualcuno aveva tentato di riportarla alla sua vecchia natura, qualcuno si era introdotto nella sua mente per “deviarla” ancora una volta dalla sua nuova vita. Questo era stato il responso dei guaritori che l’avevano presa in cura.
    Selene era stata perentoria: mantenere il segreto della loro presenza a Corte, ma fare l’impossibile per capire cos’era successo ad Eris e porvi rimedio. Poi, era stata convocata per affari urgentissimi ed io avevo approfittato per accoccolarmi sul grande letto che ospitava mia moglie e il corpicino addormentato di Atlas. Era finalmente sereno, come se la vicinanza della madre bastasse per farlo sprofondare in un sonno quieto. Li guardai entrambi, il respiro regolare, la testolina del piccolo adagiata sulla spalla di Eris, le sue manine strette in piccoli pugni, i riccioli radi ma biondissimi in netto contrasto con la chioma color del fuoco di sua madre. Erano la mia vita, rappresentavano la mia intera esistenza. Avrei fatto di tutto pur di tenerli al sicuro e se questo non fosse stato abbastanza, sarei tornato dall’oltretomba per vederli felici e per vivere quella felicità al loro fianco.
    Affinché tutto ciò si realizzasse avrei dovuto allearmi con l’Imperatrice Selene? Lo avrei fatto! Insieme, ne ero certo, avremmo scoperto il segreto di tutte le cripte minori e avremmo potuto sconfiggere il nuovo nemico alle porte. Restavamo solo noi a difesa dell’Umanità, ancora una volta, non ci saremmo tirati indietro combattendo dalla giusta parte!
     
    Top
    .
4 replies since 23/11/2019, 20:01   111 views
  Share  
.