Present Day #2020: Abstergo

Season 5

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    Voglio essere una macchia colorata in mezzo al grigiume della realtà

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    :Athena:
    "E poi il nonno mi ha portata nella stanza delle stelle! Come si chiama... Ah sì, osservatorio! Insomma, ho visto tutte le stelle dipinte sul soffitto e poi indovina cosa mi ha fatto usare?"
    Vedere la mia bambina così contenta ed emozionata era una panacea per il mio cuore ed il mio stato d'animo.
    "Che cosa, tesoro?"
    "Il telescopiooo! È grandissimo! Però è più grande quello che ti fa vedere. Lo spazio sembra infinito! E le stelle che vedi lì sono molto più belle di quelle dipinte che avevo visto finora! Senza offesa." mi disse sorridente.
    Perchè si stava scusando? Semplice: perchè l'affresco sul soffitto lo dipinsi io durante la mia adolescenza.
    All'epoca, influenzata dai miei studi e dalla mia passione per l'arte, decisi di ravvivare la cupola fin troppo triste e neutra dell'osservatorio dipingendoci sopra la mappa astronomica con tutte le costellazioni e le stelle esistenti.
    Se era illuminata, la stanza era bellissima, ma era quando calava il buio che rivelava la sua reale bellezza. Le stelle si illuminavano, riempiendo di luce la stanza e creando un effetto da mozzare il fiato.
    Ovviamente però tutto questo non reggeva il confronto con le vere stelle.
    "Tranquilla Cloe, è ovvio che quelle che hai visto nel telescopio siano più belle di quelle che feci io. Il nonno ti ha insegnato qualche costellazione?"
    "Si! Mi ha fatto vedere quella del Cigno, che era bellissima, quella della Balena, quella del Pesce Austale..."
    "Australe."
    "Sì, vero, la sbaglio sempre! Poooi... quella del Grande Carro e Piccolo Carro... quelle però non mi sono piaciute tanto..." disse incrociando la braccia un po' infastidita.
    "Perchè tesoro? Eppure le stelle del Grande Carro sono così luminose."
    "Perchè non è giusto! A cosa servono due carri senza qualcuno che li traina!?"
    Ero perplessa... non riuscivo davvero a capire cosa intendesse.
    "Potevano mettere dei delfini a trascinarli, invece no!"
    "Tesoro, ma la costellazione del Delfino c'è..."
    "Lo so, l'ho vista ed è bellissima, ma io voglio più delfini.... E poi è un'ingiustizia! Ci sono orsi, delfini, cavalli, di tutto e di più, ma non ci sono le sirene! Non va bene!"
    Dopo un attimo di perplessità scoppiai a ridere. Non ce la feci a trattenermi. Mi suonò così strana la mia risata, così libera... forse perchè ormai non la sentivo da tempo. La situazione in cui vivevo da un po' di tempo ormai non era delle migliori.
    "Hai proprio ragione Cloe! Perchè non la disegni tu? Scegli le stelle che più ti piacciono e uniscile insieme per formare la Costellazione della Sirena."
    "Mamma, è un'idea geniale! Lo faccio dopo, casomai chiedo aiuto anche al nonno, sennò sta sempre a leggere libri. Poi te la faccio vedere! Ah, il nonno mi ha fatto vedere anche quella dell'Aquila. È molto bella e la sai una cosa molto buffa? La sua stella più luminosa si chiama come lo zio Altair! E lui, come anche papà e gli altri zii, sembrano volare come aquile quando si buttano!" mi disse con occhi sognanti.
    Più volte la mia piccolina aveva mostrato interesse al mondo degli Assassini.
    A volte ha letteralmente devastato la pazienza di Connor, ed è risaputo che la sua pazienza è granitica, con domande del tipo "Mi insegni ad arrampicarmi?", "Voglio usare l'arco.", "Come si usa questa ascia?", "Posso combattere anch'io i catttivi?".
    Ero contenta di questo suo interesse, ma allo stesso tempo mi terrorizzava. Mi bastava ripensare alla mia missione per salvare mio marito e gli altri Assassini per sentire un nodo allo stomaco. Cloe avrebbe rischiato grosso diventando una della Confraternita, ma dopotutto tutti in questa storia rischiavamo sempre e comunque.
    Non avrei mai potuto tarparle le ali.
    "È proprio vero..."
    "Mamma, stai bene?"
    Oh no... avevo fatto trasparire qualcosa.
    "Sì tesoro, perchè?" le chiesi tentando di mostrarle un sorriso convincente.
    "Perchè quando ho parlato di papà ti sei intristita... lui come sta? Lo hai visto?"
    "Purtroppo ancora no..." e questo mi dilaniava "Però so che sta bene, me l'ha detto Partenope."
    "Davvero?! E lei come fa a saperlo?"
    "Perchè è riuscita ad incontrarlo."
    "È riuscita a entrare nella prigione?!"
    "Sì."
    "Ma è mitica! È entrata dalle fogne sotto forma di sirena? Oppure..."
    Scoppiai nuovamente a ridere. Mi sorprendevo ogni volta della fantasia che aveva la mia piccolina.
    "No tesoro, è riuscita ad entrare da una finestra grazie ad uno strumento che la rendeva invisibile." dissi l'ultima parola facendole le virgolette con le dita.
    "Ha fatto tipo papà, spostandosi nell'ombra, oppure si è travestita?"
    "Ha finto di essere un'infermiera."
    "Wow! E così è riuscita a trovare papà. Ma perchè non lo fai anche te? Almeno lo salvi!"
    "Tesoro, purtroppo non è così semplice... io e le zie vogliamo salvare anche gli altri zii, e per farlo non basta travestirsi." le dissi con il cuore pesante, soprattutto perchè avevo previsto la sua reazione.
    Il suo viso si incupì ed i suoi occhi si fecero lucidi.
    "Mi mancate tanto..."
    "Anche tu tesoro... Però stai pur certa che tireremo fuori sia papà che gli zii!"
    Cloe mi guardò, la tristezza di poco prima spazzata via dall'esaltazione e dall'euforia.
    "Così te e papà tornerete a casa, Partenope sarà meno impegnata e staremo di nuovo tutti insieme!"
    "Esatto piccola mia." le sorrisi dolcemente, felice di rivederla allegra e più positiva che mai... almeno lei doveva esserlo.
    "Mamma, ora vado dal nonno, almeno facciamo la Costellazione della Sirena. Poi così la faccio vedere a te, a papà ed a Partenope. Ti voglio bene mamma."
    "Anch'io tesoro mio, tantissimo." mimai un bacio.
    "Quando torni me ne dai qualcuno extra?"
    "Ti darò tutti i baci che vuoi!"
    "Ciao ciao mamma!" mi salutò raggiante agitando la manina.
    Terminai la telefonata e con essa anche il briciolo di spensieratezza se ne andò.

    Chiusi lo specchietto con cui avevo appena tenuto la chiamata e me lo portai al petto, distesi le gambe finora incrociate e mi lasciai andare all’indietro, poggiandomi sul materasso improvvisato del mio “letto”.
    Riecco l’ormai familiare abisso di tristezza che mi inghiottiva e dal quale sempre più raramente riuscivo a fuggire.
    l’unico modo per non sprofondarvi era non pensare.
    Esatto. Io, Athena, praticamente la personificazione del ragionamento, non dovevo pensare.
    Era ironico il fatto che una delle mie caratteristiche peculiari si fosse trasformata nel mio punto debole, nonché tortura più efficace.
    Dovevo tenermi impegnata, in qualsiasi modo possibile, altrimenti avrei pensato al fatto che la mia piccola Cloe era sola con suo nonno, che Connor era prigioniero in quel maledetto penitenziario, costantemente a rischio.
    La sua assenza era come rimanere in apnea, ed ultimamente l’aria a mia disposizione stava iniziando ad esaurirsi.
    Me lo immaginavo nella magione a Davenport, alla sua scrivania a scrivere nel cuore della notte, oppure mentre si perde nei ricordi in mezzo alla natura della sua terra.
    Su Mercurio che gioca con Cloe e le insegna di tutto e di più sugli animali, mentre aiuta Partenope a migliorarsi in combattimento.
    Mi sembrava quasi di risentire il suo profumo mentre mi stringeva forte fra le sue braccia dopo aver fatto l’amore.
    Mi mancavano i suoi sguardi, i suoi sorrisi, i suoi silenzi, la sua presenza.
    Mi mancava Connor e la sofferenza si acuiva ogni giorno che passava.
    … lo stavo facendo di nuovo!
    I miei pensieri erano diventati un labirinto doloroso da cui era sempre più difficile uscire.
    Dovevo fare qualcosa.
    Mi alzai quasi svogliatamente, poggiai lo specchietto sul comodino ed andai alla porta di “camera” mia.
    Aprii uno spiraglio per vedere cosa stava succedendo nella stanza principale del nostro covo.
    Di Aphrodite e Nike nemmeno l’ombra, Iuventas stava andando in camera di Ares a riposarsi, quest’ultima che sbraitava come suo solito mentre Senu e Deimos tentavano di calmarla e farla ragionare, Pandia era alla finestra persa nei suoi pensieri sicuramente diretti ad Ezio. Anche se non avevo chiara la situazione era lampante che lei fosse innamorata persa di lui e che fosse qui con noi perché condivideva la nostra stessa sofferenza.
    Richiusi la porta alle mie spalle con estrema lentezza.
    Andai a sedermi alla mia scrivania improvvisata con un tavolo malandato, appoggiai i gomiti sulla superficie ed affondai il viso nelle mani.
    Ormai eravamo tutte allo stremo, chi più, chi meno, e purtroppo le notizie portateci da Iuventas non avevano fatto altro che peggiorare la situazione.
    Dovevamo tirare fuori tutti, ma come potevamo attuare il nostro piano se Ezio ed Altair erano al Livello 2?
    Il piano che avevamo con così tanta cura e fatica creato era davvero da buttare via?
    Mi massaggiai gli occhi stanchi. Da quanto era che non riposavo decentemente? Da quanto non dormivo una notte intera senza interruzioni? Sicuramente quello che avevamo appena scoperto mi avrebbe lasciato insonne per molte notti.
    Dovevo assolutamente escogitare un nuovo piano. Dovevo fare qualcosa, non potevo rimanermene con le mani in mano. Per me e per le altre.
    arei impazzita, il senso di impotenza e inutilità i avrebbe distrutto.
    All’improvviso qualcuno entrò in camera mia. Mi voltai e vidi Nike sulla soglia della porta.
    “Perdonami se entro con così poca grazia, ma ho bisogno di parlare con te. È molto importante!” mi disse con urgenza.
    “Lascia perdere le buone maniere e vieni qui. Dimmi tutto…”
    “Ok… le notizie che Iuventas ci ha portato sono sconcertanti. Siamo tutti d’accordo su questo. Ma se Ezio e Altair rimangono separati dal resto degli Assassini, non saremo mai in grado di poter attuare il piano che abbiamo congeniato con tanta precisione. E aspettare oltre, senza sapere quali potrebbero essere le conseguenze, credo che ci porterebbe tutte alla follia o a morire di crepa cuore”
    I suoi timori erano i miei. Finora avevo raggiunto una sola soluzione, ma non mi convinceva molto.
    “Potremmo apportare delle modifiche alla nostra strategia…”
    “Non c’è tempo, Athena. Se il futuro di Altair ed Ezio ad Livello 2 è segnato, potrebbero non avere altre chance di essere salvati. Non avremmo tempo sufficiente per modificare il piano e includere una spedizione di salvataggio su due fronti. C’è solo un modo…”
    “Avanti, dimmi…”
    “Dobbiamo riportare Ezio e Altair al Livello 1, insieme a tutti gli altri. Solo lì potremo agire secondo il progetto originario e assicurarci la buona riuscita della missione. Solo che, non ho idea di come fare, per questo mi sto rimettendo alla tua mente super geniale.”
    Il mio cervello si mise subito all’opera.
    Era vero! Perché modificare il piano fatto fin’ora se potevamo inserire una fase intermedia?
    Il nostro obiettivo era quello di riportare i due Assassini al Livello 1, ma come potevamo fare?
    … dovevamo rendere inagibile il Livello 2… anzi no, dovevamo fare ancora meglio.
    “Chiama le altre. Ho un piano.”

    (…)
    “Il Livello 2 deve chiudere. Così Altair ed Ezio verranno spostati nuovamente al Livello 1.”
    “Ok, ha senso. Ma come facciamo a farlo chiudere?”
    “Semplice. Il Livello 2 è top secret praticamente per tutti. Quindi, come reagirebbero le persone se sapessero di quel luogo e delle atrocità che vengono svolte al suo interno?”
    “Ne sarebbe indignata e contrariata. I Devianti invece vogliono il consenso della popolazione, quindi farebbero di tutto pur di ottenerlo.”
    “Tipo smentire le voci riguardo ad un laboratorio degli orrori.”
    “Ma come facciamo a diffondere la notizia? Soprattutto se si considera il fatto che non sappiamo molto su quel luogo.”
    “Dobbiamo raccogliere più informazioni possibili sul Livello 2, poi le vendiamo al mercato nero che le diffonderà. Così attiriamo l’attenzione dei Devianti ed il gioco è fatto.”
    “Resta un problema. Chi andrà?”
    “Ormai vi conoscono già. Andrò io.”
    “Scordatelo! Appena ti riprendi te ne ritorni subito sulla Luna.”
    “Ma...”
    “Niente discussioni! Sono irremovibile. Noi ci arrangeremo in qualche modo.”
    Stavo per interrompere la discussione fra le sorelle, ma mi anticipò l’apparizione improvvisa di Lockjaw insieme a Vesta.
    “Ci andrò io.” disse con convinzione quest’ultima.
     
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