Present Day #2018: Moon

Season 3

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    :Endymion:
    Erano passati 6 mesi terrestri il che significava esattemente poco più di 6 anni lunari in quanto giorno ed anno nell'Impero avevano la stessa durata.
    Erano stati anni di fermento ed azione in cui non era stato facile combattete contro i numerosi mercenari che in quel tempo avevano fatto della galassia il loro campo di potere, ma ancor più difficile fu riuscire a far tornare sotto il dominio dell'Impero pianeti come Urano e Nettuno che in quel tempo si erano sentiti abbandonati da chi pensavano una guida. L'odio era tale che si era creata una congiura di cui Hades a capo, lui che da dietro le quinte non aveva mai apprezzato la sottomissione di Plutone all'Impero seppur aveva sempre goduto di un'ampia libertà. Ciò venne a galla quando durante una celebrazione a corte con gli emissari di Nettuno ed Urano un attentato uccise uno dei saggi di corte e ferì lievemente Pandia. Il popolo venne a conoscenza dell'attentato sacrilego e subito si sollevò contro i congiurati. Chi non morì per mano del popolo stesso subì da parte della corona una pena esemplare così che facesse da monitor a chiunque avesse osato ancora minacciare il potere Imperiale e numerose furono le esecuzioni.
    Questo evento creò uno sdegno nel Baronato di Nettuno dando il via ad una guerra aperta contro l'Impero. Tra i suoi alleati vi era primis fra tutti Hades sempre pronto a gettarsi lì dove c'era la possibilità di creare scompiglio e guadagnarci potere.
    "Non vorrei partire proprio in questo momento Sua Maestà, non quando mio zio sta fomentando lo scontro, ma posso assicurarVi che la Guardia Imperiale è pronta e l'esercito di Marte è a disposizione della corona..."
    Stavo camminando per il lungo corridoio colonnato che argenteo rifletteva la luce che sempre tenue e lontana arrivava dal sole, le mani erano poste dietro la schiena e la veste lunghe e bianca era ornata con un elegante mantello sul quale era ricamato con fili preziosi il simbolo reale della Luna. Ares mi stava aggiornando sugli sviluppi di quella spiacevole situazione che si stava vivendo, mentre avvolta nella sua veste di Generale la vedevo a disagio e preoccupata.
    "Athena sta preparando la difesa militare?" chiese sovrappensiero. Il mio aspetto sempre elegante e freddo incuteva gran paura nei sudditi e nella corte che vedevano nella mia imperscrutabilità la paura di non sapere mai quale sarebbe stata la mia reazione ad un loro gesto o parola. Tuttavia avevano ben presto capito che ero un uomo buono e giusto, che diveniva crudele e senza pietà solo di fronte a nemici e tradimenti imperdonabili.
    "La migliore"
    "Non fraintendermi Ares so già che hai parlato con Selene e lei ti ha dato il permesso di raggiungere la Terra, ma... la situazione qui è delicata e devo assicurarmi che in tua assenza Athena sia in grado di gestire la situazione. So che i suoi piani non erano di partorire lontano da suo marito e nemmeno di non esserci ancora tornata, ma... La situazione è delicata..."
    Mi ero fermato di colpo ed alzando lo sguardo avevo affrontato quello fermo e scuro di Ares che senza mancarmi di rispetto lo sosteneva sempre con il giusto rispettoe distacco.
    "Athena conosce le priorità e Cloe non la sta distraendo da ciò e nemmeno i suoi problemi matrimoniali Sua Maestà. La mia assenza sarà breve, ma è giustificata da un motivo che non posso ignorare: il ritrovamento del compagno sacro di mio padre..." la sua voce non ingannò una certa urgenza velata di emozione ed agitazione.
    "Lo capisco... dico davvero..." aggiunsi ammorbidendo il mio tono, mentre alzando il volto non mi sfuggì di notare Selene che nel loggiato stava dando disposizione ad alcune dame di corte, cosa che mi ricordò che era ora che la raggiungessi.
    "Qualsiasi cosa accada non mancare di inviare i tuoi corvi"
    "Non mancherò di tenerVi aggiornati Sua Maestà... Grazie ancora..." dopo un mezzo inchino rispettoso ed un lieve sorriso che si disegnò sulle labbra di entrambi la guardai allontanarsi, mentre io ero deciso a raggiungere la mia sposa che trovai poco dopo nelle nostre stanze intenta a sciogliere la complessa capigliatura che aveva in testa per prepararsi per la notte.
    "Perdona il ritardo..." mi scusai appena entrato nella stanza, arrivandole alle spalle e posandole un bacio su una delle stesse che erano tenute nude dalla scollatura a barca della veste che quel giorno indossava.


    Edited by The Bla¢k Wit¢h¸ - 2/11/2018, 12:07
     
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    :Selene:
    Alla mia dama personale sfuggì di mano il fermaglio tempestato di pietre preziose che decorava i miei capelli quel giorno. Si chinò a raccoglierlo velocemente, sul viso un'espressione di nervosismo, più che di scusa.
    Compresi al volo il motivo del suo repentino cambio di umore, così mi limitai a congedarla con un cenno e in tono gentile le spiegai che per quella sera preferivo prepararmi da sola per la notte. Quella si inchinò e sparì in un fruscio veloce delle vesti.
    Ormai non tentavo neanche più di porre rimedio a quelle manifestazioni di rispetto quasi assoluto, che si avvicinava a timore reverenziale, che riscontravo in ogni persona che veniva a contatto con il mio amato.
    Persino Pandia, che era spesso al mio fianco da quando eravamo tornate sulla Luna, molto spesso non riusciva a non essere nervosa in sua presenza, anche se nel corso degli anni era riuscita a non sobbalzare ogni volta che lui le rivolgeva la parola. Ma questo era dovuto soprattutto alle infinite rassicurazioni e spiegazioni che le avevo fornito, cosa che non era certo possibile fare con tutti i nostri sudditi.
    E comunque, era mia convinzione che quell'aura di semi-divinità che ci circondava, non tanto per quello che rappresentavamo ma per quello che avevamo compiuto, per il fatto di aver riportato in vita un Impero che ormai tutti ritenevano sepolto, non era una cosa che non avrebbe portato dei benefici.
    Eravamo gli Imperatori. Avevamo il dovere di governare e di mantenere l'ordine in un impero vastissimo ed eterogeneo. La gentilezza e l'altruismo nelle nostre decisioni potevano essere adoperati con i sudditi più leali, ma in caso contrario sarebbero state solo manifestazioni di debolezza.
    Per ricostituire il sistema di governo, quello militare, quello burocratico, con Endymion avevamo operato scelte che non erano state molto popolari, inizialmente.
    Avevamo deciso di escludere da incarichi delicati e potenti che li aveva rivestiti in precedenza, durante il regno di mio padre, del sovrano che per prendere il potere non aveva esitato ad uccidere e tradire. Il nostro ragionamento era semplice: se queste persone si erano rese complici di simili azioni, la loro anima non era leale e pura come avrebbe dovuto essere.
    Quindi, a partire da subito, da quando annunciammo i nomi dei nuovi incaricati, avevamo dovuto prestare particolare attenzione alle reazioni e al malcontento di quelle antiche e potenti famiglie, o meglio, ai loro superstiti.
    L'attentato che costò la vita ad uno dei Saggi aveva sicuramente in questi malumori le sue radici; la repressione che ne seguì fu inevitabile, così come inevitabile era, alle volte, mantenere l'ordine e l'ubbidienza anche con la paura, quando non era possibile farlo attraverso il dialogo.
    L'epurazione dei sudditi infedeli terminò, ma i nostri informatori ci misero in guardia sull'eventualità che sotto la cenere, braci continuassero ad ardere...
    La guerra con il Baronato della Magia invece, per quanto lontano e ai confini del sistema solare, paradossalmente ci preoccupava e ci impegnava molto di più rispetto agli intrighi di corte. I Nettuniani erano profondi conoscitori della magia, e sapevano diventare pericolosi avversari quando si sentivano limitati od ostacolati nel loro agire.
    Udii i passi familiari avvicinarsi. Sorrisi. Nonostante le preoccupazioni che ogni nuovo giorno portava con sé, il sapere di avere Endymion al mio fianco, a sorreggermi e a confortarmi era importante come il mio stesso respiro.
    Alle sue scuse non badai nemmeno, la felicità che provavo al pensiero di poter dimenticare per qualche ora i problemi per poter stare sola con lui era palpabile.
    ”Ti stavo aspettando...”
     
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    :Endymion:
    La vidi sorridermi e ricambiando tale gesto mi avvicinai per posarle un lieve bacio sulle labbra. Sulla Luna il cielo appariva sempre scuro e per un terrestre avrebbe potuto apparire come un eterna notte, mentre per noi ogni momento della giornata era riconoscibile dal cambiamento del cielo che seppur sempre scuro cambiava a secondo del movimento del satellite.
    Mi tolsi il pesante mantello che sempre indossavo e slacciandomi la casacca argentea la lasciai scivolare sulla pelle chiara, ma tesa tanto che ogni muscolo era ben evidente. Sentì presto le mani di mia moglie scivolare sul mio sterno, mentre arrivandomi alle spalle mi lasciava piccoli baci sul collo e sulla spalla non tradendo la sua preoccupazione.
    "Sei teso..." mi mormorò con un tono di preoccupazione, mentre io facevo scivolare le mie mani esattamente sulle sue. Adoravo avere un contatto fisico con lei, sentire la sua pelle mi tranquillizzava. Sempre.
    "Sono preoccupato per i movimenti che ci sono al limite della Galassia... A quanto pare il Baronato di Nettuno sta cercando alleati oltre il Sistema Solare, anche con l'aiuto di Hades..." la informai mettendola al corrente di ciò che mi era appena stato detto proprio pochi attimi fa. La venuta di Ares prima della sua partenza non era stata casuale perchè aveva portato informazioni importanti, le stesse che i suoi corvi -abili spie- avevano recuperato.
    Mi voltai dunque ancora seduto sul bordo del letto per trovare gli occhi chiari e profondi di mia moglie. Era importante come nel nostro ruolo di reali, ma anche marito e moglie ci fosse assoluta parità. Dialogo e rispetto.
    "Hades ha preso molto potere in nostra assenza, aveva trasformato questo Impero nel suo e ha mantenuto il giogo sui pianeti rimasti dando loro un'indipendenza non legittima..." mi fece eco Selene preoccupata. Il problema era che Urano, Nettuno, Saturno e Plutone da sempre erano stati parti dell'Impero come Colonie pur mantenere una certa libertà, ma da sempre l'indipendenza era stata loro negata. Questa improvvisa decisione di Hades, non legittimata da nessuno, rendeva difficile spiegare a questi regni di dover tornare dei protettorati fedeli alla corona e questo in poco tempo aveva scatenato una tensione che temevo potesse sfociare oltre a semplici congiure.
    "Tuo zio ha molteplici figli Selene... temo che Hades possa giocarci un tiro mancino che dubito potremmo assorbire. Abbiamo già avuto defezioni da alcuni generali di ventura che avevano assoldato e scarsi aiuti da parte dei nostri alleati... con Aphrodite poi sul Pianeta Probito solo 3 Colonie sono attivamente coinvolte nel fornirci aiuto..."
    Selene sospirò pesantemente massaggiandosi una tempia come me aggravata dal peso di quelle nuove informazioni, purtroppo nessuna positiva.
    "Mio zio da sempre ha usato le sue numerose figlie per stringere accordi politici... ne ha ancora molte da far sposare e sicuramente Hades sta puntando a questo... dobbiamo impedirlo... Forse l'errore è concentrarsi su di lui... Mia zia, Teti, è una donna dotata di ottima cultura e abilità politica... sono certa che lei potrebbe farlo ragionare..."
    Ma come? ero certo che questa fosse la domanda che sia lei che io ci stavamo domandando, seppur qualcosa già mi stava balenando in mente... qualcosa che non ero certo sarebbe piaciuto udire a Selene.
    "Potrei lasciare la Luna, nessuno lo saprebbe... potresti coprire la mia assenza ed io potrei raggiungere Nettuno... organizzare un incontro segreto con Teti..." ero abile nella parola, lo sapevo e potevo usare quella mia dote diplomatica per risolvere quella situazione impedendo un inutile spargimento di sangue.
    A differenza delle aspettative non ero un uomo che amavo la guerra, nonostante fossi nato per combattere ed come mio padre mi aveva insegnato usavo il mio ingegno per trovare una soluzione diversa da morte e violenza, seppur non mi lesinavo a farne uso se ne ero costretto.
     
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    :Selene:
    Sgranai gli occhi a quell'ipotesi, poi li abbassai velocemente, cercando di contenere lo sgomento in cui si trovava già intrappolato il mio cuore. Come potevo accettare di dividermi da lui, anche solo per pochi giorni? Anche se sul tavolo c'era la concreta minaccia di vedere travolto il nostro Impero?
    Ma non era semplicemente questo il dilemma che stavo affrontando.
    Quello di rimanere sempre vicino ad Endymion era un bisogno fisico, oltre che spirituale, paragonabile all'aria che respiravo, al sangue che scorreva nel corpo. Eppure, consapevole di come avrei dovuto reagire davanti ad una situazione critica, alla fine sarei riuscita a venire a capo delle mie paure, delle mie sofferenze, in qualche modo.
    Non mi ero mai illusa che sarei sempre stata insieme al lui, nel momento in cui eravamo tornati al mondo reale. Se avessi voluto solo quello, non avrei fatto innumerevoli tentativi per fuggire alla Foresta Rossa, sarei rimasta lì.
    La nostra volontà era stata, ed era tuttora, quella di donare una nuova speranza alle persone che erano rimaste fedeli alla casa reale. Per questo motivo, avrei messo da parte le mie sofferenze di donna.
    Quindi no, la parte maggiore del mio tormento risiedeva in altro.
    La mossa che lui proponeva era audace e temeraria, come il suo temperamento, che io amavo. Ma i rischi erano incalcolabili. Conoscevo mia zia e la sua famiglia, conoscevo il tipo di società che esisteva su Nettuno, dove erano le donne ad avere il potere decisionale, ma questo non era sufficiente. Non esistevano garanzie che, per quanto ragionevoli potessero essere quelle persone, avrebbero accettato di tornare ad essere sottomessi ad un'autorità esterna.
    E forse, avere tra le mani proprio l'imperatore, sarebbe stato per loro il modo migliore per eliminare nettamente tale minaccia.
    ”Si tratterebbe solo di qualche giorno, per il viaggio utilizzerò un portale di energia oscura, per ridurre al minimo il tempo della mia assenza e i rischi di spostamenti in astronave...”
    Rimisi gli occhi nei suoi, traendo come sempre la forza ed il coraggio da quelli che vedevo brillare nella sua anima. Pensare alle questioni pratiche mi allontanava dal pensiero che perderlo avrebbe potuto distruggermi.
    ”Tra due giorni è prevista una visita ufficiale dei delegati del pianeta Venere, posso partecipare io da sola, troverò una scusa per giustificare la tua assenza senza grossi problemi, mentre alla riunione per la riorganizzazione del sistema...” Mi interruppi quando Endymion mi prese le mani tra le sue.
     
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    :Endymion:
    Non diedi tempo alla mia bellissima moglie di continuare che già avevo preso le sue mani nelle mie nella speranza di placare il suo animo e i suoi tormenti, mentre portandone una al suo viso ne accarezzai la gota solo con un pollice per donarle quei sorrisi enigmatici che tanto amava e che solo lei vedeva nascermi spontanei in volto.
    "Mia amata luna non correrò il rischio di non tornare da te, perchè il mio cuore ti reclama e ti appartiene... ti ho fatto una promessa, una a cui non verrò meno... sempre..." pronunciai con tono greve "sempre..." rimarcai in un sussurro quasi sulle sue labbra "sempre tornerò da te..." conclusi baciandola con quell'impeto che era solito muovermi, mentre anche l'altra mia mano scivolò su di lei, sul suo fianco coperto solo dalla stoffa sottile della sua veste elegante.
    Un baci profondo che ci unì completamente, mentre lentamente la facevo adagiare all'indietro per poterla stringere maggiormente, sentire le sue forme delicate sotto il mio tocco e le sue labbra donarmi il loro dolce sapore.
    Mi allontanai quel tanto per guardarla in volto mentre steso al suo fianco le spostavo una ciocca bionda dal viso sempre ammaliato dalla perfezione della sua pelle e dei suoi tratti delicati.
    "Prima della tua partenza farò recapitare un messaggio a mia zia, lei e mia madre sono sempre state molto legate e... voglio assicurarmi che al tuo arrivo non sia colta di sorpresa... è una donna intelligenze confido che sappia usare questa sua dote nel modo giusto..." mi confidò Selene agitata e nervosa per quella situazione, ma come sempre pronta ad appoggiarmi ed aiutarmi.
    Fu proprio parlando di ciò che sorridendo pensieroso con due dita mi misi ad accarezzarle distrattamente un braccio, c'era qualcosa di cui avevamo parlato già da un po', senza giungere ad una conclusione, ma visto i tempi che correvano forse era il caso di tornarci a pensare.
    "Forse... proprio per questo... in mia assenza dovresti parlare con Pandia... a proposito del matrimonio..." era un dato di fatto che sua sorella fosse stata fino a quel momento una risorsa per l'Impero oltre che un'ottima Principessa, ma proprio per il suo ruolo poteva svolgere un ruolo importante nell'atto di trovare alleati forti in quel momento di instabilità.
    Proposte al di fuori del Sistema Solare per chiedere la sua mano erano arrivate ed alcune come quelle dei pianeti Genii e Sateda erano assai interessanti perchè legate a Principi Guerrieri appartenenti a realtà militarmente avanzate.
    "Il Principe Ronon è un formidabile guerriero seppur riconosco che i suoi modi di fare sono alquanto rozzi, caratteristica comuni dei satediani ed il Re Koyla è un guerrafondaio nato, tuttavia le scoperte militari dei Genii sono incomparabili... forse... dovresti invitarli a palazzo... sono certa che Pandia comprenderà la necessità di una tale alleanza in un momento come questo..." osservai cercando lo sguardo di mia moglie carico di apprensione, ma anche concordante con le mie parole... mai nessuna scelta che prendevamo era di una sola parte, perchè erano solo le due metà che rappresentavamo ad unirci così come in amore così come Imperatori...
     
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    :Selene:
    Annuii alle parole di Endymion. Condividevo con lui l'idea dell'importanza che avevano, mai come in questo momento, le alleanze con altri pianeti, da ottenere tramite accordi, patti o, meglio di ogni altra scelta, matrimoni.
    In un'ottica di pura logica politica, Pandia aveva un alto valore, che non avremmo dovuto sprecare. Mia zia Teti, infatti, pur trovandosi a capo di un pianeta di minima importanza, era riuscita a sopravvivere e a prosperare proprio grazie agli alleati che si era procurata tramite i matrimoni delle sue numerosissime figlie.
    Solo una di queste, a quanto sapevo, resisteva dal compiere il suo dovere: Calypso, la primogenita. Non potevo dire di conoscerla bene, ma aveva sicuramente un carattere forte, per riuscire a tenere testa alla sua volitiva madre.
    Sospirai, più per il piacere che per la pesantezza dei pensieri che mi assillavano: Endymion aveva continuato ad accarezzarmi, e già il corpetto del mio abito era scivolato giù, lasciando scoperta la mia pelle che si stava risvegliando al suo tocco sapiente.
    Prima di donarmi a lui con un'intensità maggiore rispetto alle altre volte, lo rassicurai: ”Manderò domani come prima cosa il messaggio a mia zia, cosicché non venga perso altro tempo prezioso a beneficio dei nostri nemici...”
    (...)La missiva era partita e, nell'aria fredda delle prime ore del giorno, salutai con un bacio Endymion. Era fortissimo il desiderio di non abbandonare più le sue labbra e le sue braccia che mi stringevano con lo stesso trasporto con cui lo stavo facendo io, ma sapevamo che non potevamo permetterci un simile lusso.
    In pochi attimi, l'Imperatore aprì il portale, attraversandolo, mentre con un gesto e un ultimo sguardo di rassicurazione sparì ai miei occhi.
    Mi strinsi nella stola di pelliccia candida per reprimere il brivido che scosse il mio corpo. Lo avrei rivisto entro pochi giorni. Sicuramente.
    Prima di quel momento, avevo cercato di usare il dono di prevedere il futuro per cogliere indizi o indicazioni su come affrontare l'incontro con un possibile nemico, ma non avevo visto nulla.
    Lasciai stare il mio labbro, che avevo ricominciato a tormentare con i denti per il nervosismo. Per il mio amato e per il nostro popolo non potevo essere debole o vacillare; l'unico modo per non lasciare libera la mia preoccupazione era trovare qualcosa da fare, quindi mi diressi verso le stanze di mia sorella.
    Sapevo di trovarla ancora lì a quell'ora, e che sarebbe stata da sola, senza nessuna dama di compagnia o funzionario imperiale che avrebbero potuto disturbarci.
    Bussai leggermente alla porta, poi entrai senza attendere risposta. Tra di noi si era instaurata ormai una tale confidenza che non avevo avuto mai con nessun altro, forse neanche con le mie adorate compagne, forse neanche con l'altra mia sorella, Eos.
    Non mi aspettavo certo di trovarla seduta alla toeletta: Pandia non amava dedicarsi troppo alla cura della sua immagine, ed invece era lì, con in mano un foglio di carta che fece velocemente sparire dentro una cofanetto di legno intarsiato. Sollevai lievemente le sopracciglia, stupita, notando sul suo viso un'espressione trasognata da darle un'aria femminile e delicata che non aveva mai mostrato.
    ”Buongiorno sorella mia... forse ti ho disturbato?”
    Lei scosse la testa con decisione, mostrandomi il suo solito sorriso solare: ”Macchè! Stavo solo controllando dei resoconti che ieri sera non avevo fatto in tempo a leggere, ecco tutto!”
    Rassicurata, mi sedetti vicina a lei. La guardai negli occhi. Era così giovane, poco più di una ragazzina... una piccola parte di me si sentiva in colpa in previsione di quello che le avrei detto, dell'obbligo che le avrei messo di fronte e del drastico cambiamento che la sua vita avrebbe avuto.
    Il punto era che non avevamo altra scelta, e questo era d'altronde il destino di tutti noi, il Fato che ci attendeva e che non potevamo rifiutare.
    ”Pandia, volevo parlarti di una questione che ho discusso già con Endymion. Come sai in questi anni sono state numerose le proposte di matrimonio che abbiamo ricevuto per te. Non era nostra intenzione forzarti a scegliere nessuno dei pretendenti, anche perché tu non hai mai dimostrato alcun interesse per nessuno di loro, ma adesso crediamo che sia venuto il momento che tu compia una scelta”
    Mi fermai per valutare la sua reazione, che fu nulla, così ripresi: ”Per questo motivo inviteremo entro qualche giorno, magari in occasione dell'imminente Festa in onore degli Antenati, i sovrani dei pianeti Sateda e Genii. Un'alleanza con loro sarà di grande aiuto in questo momento delicato, e so che tu saprai essere all'altezza del tuo ruolo di Principessa dell'Impero Lunare...”
     
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    :Pandia:
    Era incredibile come negli anni fossi riuscita a guadagnarmi il rispetto e l'ammirazione dell'Impero mostrandomi una Principessa assai diversa da quella a cui erano abituati. Passavo molto tempo nella galleria dei ritratti a rimuginare su un padre che non avevo mai conosciuto, alla sua sposa che avevo odiato solo per scoprire la grande donna che era stata, un fratellastro promesso a Selene dal cuore grande e coraggioso ed infine una sorellastra con cui mi sentivo continuamente in competizione.
    Eos era superficiale poco interessata agli affari di corte, ma era bella, fine, elegante ed amata da tutti per il suo modo di fare sempre gioviale ed allegro, io spesso non mi sentivo all'altezza perchè nonostante le vesti mi facessero apparire meravigliosa io mi sentivo sempre un brutto anatroccolo impacciato.
    Tuttavia avevo mostrato una grande capacità nell'occuparmi di tutte le questioni del regno quello per cui mia sorella ed Endymion avevano bisogno di delegare come occuparmi del reinserimento nel quotidiano di ogni singolo cittadino della Luna occupandomi dell'assegnazione delle case, dell'apertura delle attività, delle concessioni terriere, del calcolo delle tasse... insomma avevo saputo abbassare la testa e lavorare duramente così tanto che erano rari i momenti che mi concedevo al privato come quando passavo il tempo con Tyche, mia dama di corte e migliore amica. Era un personaggino alquanto interessante. Orfana di entrambi i genitori era originaria di Urano e dunque oltre ad essere lesbica era una grande mente sempre vispa ed attenta. Personificava la fortuna e garantiva con la sua aura la floridezza di una città e il suo destino divenendo di fatto quasi un amuleto fatto a persona per la Luna ed l'Impero.
    Aveva l'abilità di modificare inconsciamente le probabilità in suo favore, piegando gli avvenimenti della realtà in modo da causare "fortuna" o "sfortuna" ed anche per questo le sue doti furono di grande aiuto nel farsi messaggera tra me ed Ezio usufruendo del tunnel spazio-tempo che le permetteva di raggiungere la Terra e viceversa e fu proprio quel dì che appena tornata mi aveva portato una lettera del mio amato che stavo leggendo tutto d'un fiato.
    “Mia amata, le notizie che ho ricevuto da te non mi confortano. Vorrei esser stato lì a proteggerti dal vile attacco che poteva costarti la vita ed invece, come è capitato troppo spesso per il mio sentire, non sono stato in grado di farlo. Detesto il nuovo stato delle cose, che ti costringe lontana da me. Vorrei poter trovare un modo per averti qui al mio fianco, ma i tempi per questo non sono ancora maturi e, temo, non lo saranno mai Anche se il periodo che sto trascorrendo a Monteriggioni insieme alla mia famiglia è il più sereno che ho vissuto da quando ero giovane, avverto la tua mancanza in maniera crudele: la tua pelle, il tuo profumo, le tue labbra popolano i miei sogni ogni notte.
    Sarò per sempre tuo.
    Ezio”

    Sorrisi amorevolmente alle sue parole oltre al suo linguaggio forbito che riusciva sempre ad emozionarmi, ero certa che nonostante le difficoltà il tempo per noi sarebbe arrivato e quella speranza ed ottimismo temevo fosse colpa di mia sorella e del suo innato romanticismo.
    Fu proprio lei ad entrare nelle mie stanze prendendomi di sprovvista e costringendomi in fretta e furia a nascondere la lettera oltre trovare una scusa che apparisse del tutto plausibile e naturale.
    La vidi sedersi accanto a me sul bordo del letto e quando iniziò a parlare non mi stupì della sua richiesta del tutto sensata visto il periodo che stava passando seppur ero divisa anche tra i miei dei desideri e che egoisticamente non potevo ignorare.
    "Mi aspettavo che un giorno di questi saresti venuta a parlarmi di questo sai?" le chiesi retoricamente con molta calma, ma non celando un certo nervosismo dettato da come stringevo il bordo del letto con le dita.
    Sospirai non ben sicura di cosa dire o fare, non avrei voltato le spalle a lei ed all'Impero e tanto meno avrei però tradito l'amore che provavo per Ezio, dovevo molto semplicemente trovare una soluzione come per tutto quel tempo avevo già fatto per altri problemi.
    "Anche se... Selene io... lo sai che non voglio un matrimonio combinato... anzi a dirla tutta non sono certa di volere un matrimonio in generale, ma..." mi affrettai ad aggiungere "... ma forse, potremmo trovare un compromesso... io posso trovare un compromesso..."
    Mi affrettai a precisare alzandomi di scatto, dovevo pensare e farlo in fretta, dovevo trovare una soluzione, dovevo tener fede ad entrambe le mie promesse.
    "Potremmo invitare i due Principi a Palazzo... anzi tutti i miei contendenti... e... dare una giostra... una nella quale il premio finale sarà la mia mano..." dissi dando le spalle a mia sorella intenta ad osservare fuori dalla grande porta finestra della mia stanza, quella che dava direttamente sul Pianeta Proibito come se guardandolo ogni giorno prima di dormire o quando mi svegliavo mi faceva sentire Ezio vicino.
    "La giostra costringerà i Principi a star qui per molto tempo e nello stesso avremo modo di parlare loro e convincerli ad aiutarci... magari io potrei intrattenerli e così scoprire cosa potrebbe far gola loro, cosa potrebbero voler in cambio del loro aiuto..." perchè era chiaro come il sole che io non mi sarei mai concessa, ma allora perchè un'idea del genere? Una nella quale mi "mettevo in palio".
    Sorrisi tra me e me con quella furbizia che sempre mi aveva caratterizzato, prima di voltarmi verso Selene con complicità ed anche ingegno.
    "Tutto questo ad una condizione... che io possa gareggiare... se uno partecipanti vincerà, e sappiamo entrambe che sicuramente sarebbero il Principe Ronon o il Re Koyla, accetterò il matrimonio senza remore, ma se vincerò io... avrò la mia mano e di conseguenza avrò la facoltà di scegliere chi sposare o semplicemente non scegliere nessuno..."
    Era un'idea azzarda da proporre e probabilmente anche sfacciata. Ripensai a Eos e come sicuramente lei non lo avrebbe fatto. Avrebbe immediatamente acconsentito alle nozze e l'unico suo problema sarebbe stato scegliere con chi, ma era chiaro che io non fossi lei. Me ne ero fatta una ragione e lo avevo fatto con orgoglio. Il popolo lo aveva capito, la corte lo aveva capito, ora toccava farlo anche a me... accettare il tipo di Principessa che ero e sarei sempre stata.
     
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    L'assenza del nostro Campione era dettata da forze di ordine maggiore, le stesse che non ci impedirono di continuare a fare il nostro lavoro di spie sperando nel ritorno di Ares e sopratutto che lo stesso fosse con ottime notizie. Davvero il compagno alato di suo padre era vivo? e così fosse stato sarebbe stata una grande notizia perchè il valore che Ares aveva su Marte tra i marziani era lo stesso che il compagno di suo padre aveva tra noi. Era la nostra guida e sapere che avrebbe potuto tornare ci ricolmava di speranza, tuttavia dovevamo stare in campana sempre attente al nostro compito che si rivelò cruciale quando l'assenza dell'Imperatore iniziò a farsi sentire.
    Ormai erano passati quasi tre mesi e mentre sulla Luna si stava svolgendo una giostra al fine di trovare un accordo politico oltre che un marito per la Principessa, noi eravamo state allerta pronte a portare notizia appena ne avremmo avuta alcuna e finalmente accadde. L'Imperatore riuscì a comunicare con noi e senza perdere tempo volammo fino alla Luna chiedendo udienza con l'Imperatrice.
    Tutti noi compagni alati sacri avevamo molte capacità come quella di prendere forma umana che tuttavia usavamo solo raramente e se necessario a volte magari per compiti di spionaggio o come in quel caso per comunicare perchè senza Ares ci sarebbe stato impossibile farlo con l'Imperatrice e fu proprio quando lei entrò nella sala del trono che ci trovò ad inginocchiarsi di fronte a lei nella nostra forma umana.
    Avvolte da pesanti vesti neri come il nostro piumaggio ci alzammo unicamente quando lei ce lo concesse. Non aveva esitato a lasciare i suoi ospiti desiderosa di conoscere di più circa le sorti di suo marito.
    DEIMOS:"L'Imperatore è riuscito a contattarci Sua Maestà. E' vivo e sta bene..."
    PHOBOS:"Tuttavia i Baroni lo tengono in ostaggio seppur trattandolo in modo onorevole..."
    DEIMOS:"E' convinzione del baronato che la Luna reagirà di fronte a tale assenza prolungata causando una ribellione che farà passare la Luna dalla parte del torto..."
    PHOBOS:"L'Imperatore consiglia di non intervenire, giacché è convinto di aver quasi convinto la Baronessa a far ritirare le truppe estrane al Sistema Solare..."
    DEIMOS:"L'Imperatore vi manda questa missiva..."
    "Mia adorata moglie,
    ti scrivo queste poche righe per comunicarti che tutto non è perduto... ho saputo della giostra per il matrimonio di Pandia... fai pressioni sul Principe Ronon ed il Re Koyla... devi riuscire a mantenere l'allenza della Luna con i loro pianeti, mentre io credo di essermi conquistato la fiducia di tua zia... Ha una pessima considerazione di Hades e sono certo che potremmo riuscir a fermare tutto questo senza la necessità di una guerra... resisti amore mio... resisti, ma tieniti pronta se le cose dovessero andar male... io farò qualsiasi cosa in mio potere per tornare da te...
    Tuo,
    Endymion
     
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7 replies since 1/11/2018, 20:24   142 views
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