Ero stato mandato temporaneamente sulla Luna da Altaïr per avere il quadro completo del grado di addestramento a cui era arrivata la Gilda di Ezio. Nonostante fossimo sparsi tra diversi pianeti, cercavamo di mantenere un certo grado di coesione, anche per quanto riguardava questioni basilari quali appunto l’addestramento. La routine ci aiutava a restare lucidi, le piccole cose a mantenere saldo il controllo, il Credo a non vacillare di fronte ai dubbi. Non era facile, questo no, ma il nuovo mondo – anzi nuovi mondi! – che ci circondavano aiutavano altrettanto a distrarsi dall'imminente guerra. Avevo visto per la prima volta un drago, diamine! Potevamo viaggiare da pianeta a pianeta senza diventare polvere! Potevamo comunicare con gli alieni attraverso un traduttore simultaneo strafigo! Ma se tutto ciò non fosse stato abbastanza, adesso potevo annoverare tra i mille pensieri una scoperta a dir poco pazzesca: avevo scoperto il nome del padre di Nike. Ecco, forse non avrei dovuto origliare, ma la porta era aperta ed io vagavo sperduto nei meandri del palazzo imperiale dopo aver parlato con Ezio. Il nome di Evie – o Nike come la chiamavano tutti – aveva attirato la mia attenzione e… il resto mi era parso scontato! Pallante? Da come lo descrivevano era un porco borioso! Come osava chiedere il moglie Pandia, una ragazza che poteva avere un quarto dei suoi anni. Non vomitai per decenza, ma non rimasi oltre. Volevo trovare quel bastardo e fare quattro chiacchiere con lui prima di fare rapporto ad Altaïr e tornare su Giove, dove Lara mi attendeva per visitare anche quel pianeta! In realtà, avevo un’idea generale di dove trovarlo, ero certo che i pretendenti in attesa di risposta non sarebbero stati molto distanti dalla corte imperiale e – ancora una volta – il mio istinto non mi tradì! Ebbi conferma di quanto sospettavo dal generale dei Moon Night, Thot era il suo nome, dai modi austeri tanto quanto la sua espressione glaciale, pareva davvero scolpito nel marmo. Lo incrociai mentre vagavo alla ricerca della sala principale e subito lo “placcai”. Non si dimostrò particolarmente contento della mia mano sulla sua spalla.
Quante storie, generale! Non sono mica fatto di materiale esplosivo! pensai tra me e me ma non lo dissi ad alta voce, avevo bisogno di lui!
”Generale, un’informazione al volo! Sai dove posso trovare i pretendenti della principessa Pandia? Avrei necessità di parlare urgentemente con uno di loro…” Vidi Thot inarcare un sopracciglio, mentre i suoi occhi dapprima inespressivi si erano subito riempiti di interesse.
“Chi stai cercando in particolare?” mi chiese cauto.
”Un tipo di nome Pallante, a quanto ho capito lo riconoscerò dalla sua veneranda età!” risposi senza ritrosia, esibendomi in un sorriso sghembo. L’espressione di disgusto sul volto del generale mi convinse che i nostri pensieri riguardo al vecchio laido non differivano molto. Infatti, nonostante non si fosse lasciato andare a nessun tipo di commento, mi indicò la strada per giungere a destinazione senza resistenze. Lo ringraziai e poi, con un leggero cenno del capo, si congedò.
I miei passi erano sempre più baldanzosi, dovevo mettere in chiaro col vecchio un concetto essenziale. Giunsi in un edificio adiacente al palazzo imperiale, costruito con marmi ludici e cristallo brillante, pareva fungesse da “lussuosa foresteria”.
Certo che questi nobili non si fanno mancare nulla! ironizzai, rimasto abbagliato da affreschi e sculture michelangioleschi rappresentanti scene e personaggi sconosciuti ma non per questo meno affascinanti…
Michelangelo forse era proprio un alieno proveniente dalla Luna! Scacciai tutti i pensieri scrollando il capo, non avevo molto tempo!
Chiesi udienza al borioso Pallante tramite un usciere – che io avrei tranquillamente scambiato per un portinaio terrestre se non fosse stato per la livrea immacolata che indossava! – molto annoiato, seduto dietro una specie di gabbiotto fatto anch’esso di cristallo. Sbuffai spazientito quando questi iniziò a muoversi come se l’anima di un bradipo lo avesse posseduto…
Trascorsero minuti interminabili prima che venissi introdotto in una seconda sala altrettanto lussuosa e che il
nobile Pallante si presentasse al mio cospetto. Se nella mia immaginazione gli avevo dato un volto di vecchio lascivo e arrogante, la realtà superò di gran lunga la mia fervida fantasia! L’uomo davanti a me poteva avere almeno settant’anni terresti, la carnagione pallida era cosparsa di macchie senili, le rughe disegnavano solchi esagerati sul volto cavallino, una leggera gobba lo costringeva a piegarsi in avanti e la sua statura tutt’altro che imponente lo rendeva ancora più grottesco. Ero certo che neppure nel fiore degli anni fosse stato un Adone! Che coraggio aveva dimostrato la madre di Evie a scoparselo! Non volevo davvero rigettare la colazione, perciò preferii andare dritto al punto saltando i convenevoli.
”Pallante, non sapete chi sono, è inutile che ve lo domandate. Perciò vi dico che sono il fratello “terrestre” di E…Nike e che ho appena saputo che voi siete suo padre!” lo vidi sussultare, senza però perdere lo sguardo arrogante con cui tentava di trafiggermi.
“E a cosa devo questa visita?” Evidentemente il “come” fossi venuto a conoscenza di determinate informazioni non lo interessavano più di tanto.
”Semplice: non dovrete mai svelare la vostra identità ad Ev… Nike! Neppure se questo – secondo il vostro malsano modo di vedere la questione – potesse rappresentare una scorciatoia per farvi accettare dalla Principessa! Mai Nike dovrà venire a sapere di voi…” Lo sguardo furioso di Pallante non scalfì neppure di un centimetro la mia determinazione, al contrario, mi feci più vicino e dentro di me esultai quando lo vidi indietreggiare a sua volta. Era chiaro il suo intento: voleva sfruttare la paternità di una delle Guerriere per avere punti in più agli occhi di Pandia! Che folle!
“E chi saresti tu per darmi ordini?” ribatté il vecchio, dimostrando di non sapere davvero riconoscere il pericolo neppure quando ce lo aveva sotto il naso.
”Sono Jacob Frye, Assassino e fratello di Evie Frye, ossia Nike! Questo vi basti per capire quando è il momento di battere in ritirata! Se dovessi scoprire che non avete seguito il mio ‘consiglio’, mi rivedrete… e non sarò così gentile con voi!” Un lampo di paura passò nello sguardo di Pallante, non più così arrogante. Mi tolsi il mio fedele cappello in segno di ironico rispetto e lo lasciai lì, impalato, senza aspettare risposta. Non me ne serviva alcuna. Adesso potevo tornare da Altaïr e alle mie faccende… avevo portato a termine il mio compito più importante!