Present Day #2021: China

Season 6

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    Se c'era una cosa che Lin detestava oltre ogni misura era discutere con Yelena, ma da quando erano scappate dall'Abstergo ed erano arrivate a Monteriggioni sembravano non far altro. All'inizio il loro piano era sempre stato quello di andare lì per un tempo e poi andarsene per star lontano da tutto e trovare la loro strada, ma la verità è che Lin dopo ciò che era successo con Auditore non era riuscita a fare a meno di cercarlo e parlarci. La One Staff si era fidata di lui ed avrebbe dovuto farlo anche lei, ecco perché sentiva che attraverso Ezio avrebbe potuto capire e conoscere di più degli Assassini e delle sue Origini. Dopotutto cosa aveva sempre e solo avuto se non solo bugie da Liam? Era opportunista e ben poco di ciò che aveva imparato da lui aveva a che fare con il Credo.
    E poi Auditore aveva conosciuto la sua antenata più illustre e da quando aveva iniziato a parlarle di lei, Lin si era sentita venir meno alla sua eredità, a ciò che lei aveva iniziato e tutte le donne della sua famiglia -tranne sua madre- avevano portato avanti. Poteva essere così egoista da voltare le spalle a tutto ciò e semplicemente vivere cose se tutto fosse "normale"?
    Quando aveva esposto i suoi dubbi ed incertezze a Yelena lei l'aveva appoggiata, anzi l'aveva spronata a ripercorrere i passi dei suoi avi per scoprire la sua storia, ma quando Lin -dopo una lunga riflessione- le aveva confessato che sentiva che era un viaggio che doveva far da sola, le cose erano degenerate. Lei non aveva messo in conto di litigare, ma era successo ed alla fine quando Yulia, nel tentativo di consolare la sorella, le aveva dato ragione, le cose erano peggiorate.
    Yelena se ne stava sulle sue e diceva di sentirsi tradita, ma ancor peggio che loro la considerassero una bambina che non poteva prendere le sue scelte o peggio affrontare determinate cose con loro.
    Accusava Yulia di costringerla a studiare d'Assassina, ma poi si rifiutava di portarla con lei in missione quando da Grigia aveva fatto cose ben più pericolose. Ed accusava Lin di spronarla a trovare la sua strada e prendere le sue decisioni, ma quando lo faceva quest'ultima l'allontanava dicendo che queste non andavano bene.
    Dopo i vari e vani tentativi di Yulia di farla ragionare, Lin si era proposta di portarle un vassoio con il pranzo -visto che erano giorni che lo rifiutava, e quando entrò in quella camera che ormai era diventata spesso la testimone del loro amore e dei loro baci, la trovò stretta al cuscino e con le spalle alla porta.
    Lin sarebbe partita a giorni e non voleva farlo senza prima chiarire con lei.
    Le aveva appena lasciato il vassoio sul comodino quando la sento mugugnare: "Lasciami stare..."
    "Ti ho portato un po' di... Ho pensato che magari tu... Hai bisogno di qualcosa?"
    "Sto bene!"
    Tagliò corto Yelena, mentre Lin alle sue spalle fissava il suo capo senza tuttavia osare sedersi sul letto o approcciarla maggiormente.
    "Sei sicura?"
    "Ti prego, vattene e basta"
    Lin fece per rispondere, ma chiuse gli occhi, sapeva che se lo avrebbe fatto come sentiva avrebbero litigato di nuovo. Dunque respirò e riaprendo gli occhi la fissò prima di parlare con tono calmo ed amorevole.
    "Ti amo e lo sai. Il mio viaggio non ha niente a che vedere con questo o la nostra storia... tornerò presto e... nulla tra noi voglio che cambi... Yelena ti prego..."
    A quel punto la bionda si sollevò appoggiandosi su un braccio, ma non si voltò. Non subito. Si asciugò alcune lacrime sulle guance, sospirò per trovare la forza di mostrarsi calma, ma glaciale e solo quando riprese il controllo si voltò verso di lei...
    "Va bene. Lo capisco... questo viaggio ti serve per rientrare in contatto con te stessa e la tua storia..."
    "Esatto... è solo questo e..."
    "Ma accetta il fatto che ciò vorrà dire che tra noi è finita!"
    Non riuscendo a sostenere oltre lo sguardo di Lin e per paura di tornare sui suoi passi, si lasciò cadere di nuovo sul letto dandole le spalle e stringendo il cuscino. Le veniva da piangere, ma stava ingoiando le lacrime così forte da farle venire la nausea. Non voleva che la sentisse singhiozzare.
    Lin aprì la bocca, ma poi la richiuse. Anche lei stava combattendo contro l'istinto di controllo.
    "Bene! Se così hai deciso così sarà!"
    Esclamò arrabbiata prima di girare i tacchi ed andarsene, ma appena entrambe furono sole... crollarono...


    Lin aveva ripensato a lungo a quello che con Yelena era successo, per tutte le ore che da Firenze l'accompagnarono fino a Pechino.
    Erano stati i fratelli Auditore e Yulia ad accompagnarla all'aeroporto, mentre lei con un piccolo trolley si imbarcava nell'impresa della sua vita. Circa 15 ore di volo dovette affrontare, con scalo a Zurigo e Vienna, prima di atterrare nella capitale del paese che aveva dato i natali alla sua stirpe e di cui, ed un po' se ne vergognava, sapeva molto poco.
    Si era ripromessa che per il tempo passato lì avrebbe messo da parte tutti i suoi pensieri e problemi e si sarebbe concentrata solo sul suo percorso.
    Aveva soggiornato in un hotel del centro, aveva lavorato sodo a Monteriggioni ovunque ce ne fosse bisogno per mettere via il denaro necessario, ma poi era rimasta colpita e commossa quando i fratelli Auditore di comune accordo avevano contribuito allo stesso. Lei aveva rifiutato, ma loro avevano fatto passare la cosa come un semplice atto di Mentori al fronte di aiutare una adepta nel suo percorso di formazione e fronte a ciò non aveva potuto dir nulla.
    Si prese un giorno per riprendersi totalmente dal fuso orario e poi guidata dall'istinto decise di far visita alla Città Proibita. Stava proprio eseguendo il giro turistico insieme ad altre persone quando improvvisamente il chiacchiericcio e la spiegazione della guida divennero via via un eco lontano fino a scomparire del tutto.
    Aveva portato l'asta dietro, era nascosta nello zainetto -aveva scoperto che se lo voleva poteva diminuirne le dimensioni rendendo il manico retrattile, doveva solo volerlo, e fu sicura che in un certo qual modo lei dovesse centrare perché fu quando aveva preso ad allontanarsi dal gruppo facendo pochi passi verso la direzione opposta che tutto intorno a lei iniziò a mutare.
    Tutto riprese i fasti di un tempo e perfino le voci delle persone tornarono, ma esse erano vestite in maniera diversa. Pensava di essere tornata indietro nel tempo, ma presto una voce la corresse "Tranquilla sono solo i miei ricordi... nessuno può vederti..."
    Lin si girò di scatto per cercare la fonte di quella voce, ma non la trovò.
    "Sono dentro di te... sono parte di te... segui l'istinto..."
    Per qualche strana ragione si sentì al sicuro e così iniziò a camminare strabiliata dalla bellezza del luogo, ma presto si sentì come risucchiata da un vento invisibile e ben presto si trovò ad essere testimone di alcune scene di vita riguardanti una ragazza.
    Vide la sua nascita, avvenire in condizioni di prigionia reale sotto il dominio del debole Imperatore Zhengde... crescere, divenire una bellissima adolescente e ben presto venire introdotta tra le concubine dello stesso. Servì per dieci anni in quel ruolo e notò che nonostante ciò non le apparteneva, lo faceva con grazia e decisione, divenendo presto la preferita. Questo aveva scaturito nelle altre, soprattutto in Aiko, un odio profondo.
    Come spesso accadeva tutte le concubine erano di fatto prigioniere o bottini di guerra e lei non faceva eccezione. Era giapponese e spesso questa la faceva sentire, per questo motivo, meno considerata dalle altre. Arrivista e furba era però riuscita a darsi un tono, se non fosse stata per lei... per Shao. La sua acerrima nemica. Forse per questo aveva deciso di ucciderla, ma l'attentato fallì in quanto l'Imperatore la scoprì e la condanno a morta. Anche la vita dell'antenata di Lin però presto cambiò perché alla caduta dell'Imperatore Zhendge, anche per ora del lavoro coordinato degli Assassini campeggiati dal Maestro Zhu Jiuyuan, decise di unirsi agli stessi... era il lontano 1521 quando venne reclutata...
    Tutto divenne nebuloso e Lin dovette cercare sostegno per non cadere, fu quando però scoprì a cosa lo aveva fatto che la guida turistica la guardava preoccupata.
    "Tutto bene signorina? L'ho vista allontanarsi, l'ho chiamata, ma non rispondeva ed ora per poco non perde i sensi... vuole sedersi? Le porto dell'acqua?"
    Lin assentì silenziosa facendosi accompagnare poco distanze su una panchina in legno ove si sedette, dovevano essere passati pochi minuti e lei invece aveva visto e vissuto quasi 20 anni interi della sua antenata. Era lei ad averle parlato mentalmente?
    La giovane aveva riflettuto molto su ciò che le era successo e nelle notti seguenti aveva avuto molti sogni che avevano avuto a che fare con Shao che avessero a che fare con luoghi, persone o segreti.
    Questo le causava la mattina svegliarsi sempre molto stanca ed usare il resto della giornata per dormire per davvero. Non sapeva perché le memorie di Shao, appena messo piede in Cina, l'avessero sopraffatta, ma aveva deciso di non impedire che ciò accadesse.
    In una di queste aveva anche visto il suo famoso incontro con Auditore. La sua antenata sembrava piena di entusiasmo ed onore a fronte di quell'incontro e dunque era rimasta ferita quando questo l'aveva cacciata. Poi però, mosso dal senso di colpa, l'aveva cercata e le aveva insegnato tutto ciò che sul Credo sapeva. Lei lo ammirava ed aspirava a diventare proprio come lui. Seppur aveva fatto conoscenza anche con suo fratello maggiore, Federico, uno strano legame di rispetto, lealtà ed amicizia legò subito Ezio e Shao. Ed in parte sentì che per lei era stato lo stesso.
    Durante il suo soggiorno presso gli Auditore, Shao venne attaccata da alcuni nemici e i suoni nuovi alleati ed amici l'aiutarono a contrastarli per poi, per volere di Ezio, farle dono della One Staff. A quella rivelazione Lin ora capì perché all'Abstergo, la stessa si era fidata di Ezio. Lo aveva già conosciuto perché era stato lui a "salvarla" dai Templari tra cui le mani era finita molto tempo prima.
    Scoprì che per Shao non fu facile lasciare l'Italia per tornare in Cina, ma era per lei necessario. Doveva combattere per la Confraternita, l'unica famiglia che aveva mai avuto e che l'aveva riscattata da una vita di miseria. La stessa che venne poi colpita dalle Tigri di Zhang Yong, famiglia di origine della malefica Aiko, quanto di Mariko. Questo era qualcosa che Lin ancora non poteva sapere, nel presente non aveva fatto conoscenza con questa Templare, ma se una cosa le stava insegnando quel viaggio nei ricordi di Shao è che gli Yong erano alla base di tutti i ricordi tristi della stessa.
    "Qui noi Assassini eravamo al sicuro, ma le Tigri di Zhang Yong hanno rovinato tutto. I loro uomini ci hanno sorpresi e schiacciati, ma non hanno annientato la Confraternita. La morte di Gao Feng sarà un monito per i Templari. Gli Assassini sono tornati"
    Vide la sua antenata pronunciare quelle parole in solitudine, in cima ad una montagna. Era ferita, stanca e le lacrime le solcavano il viso, ma il suo onore. No quello era intanto. Stringeva la One Staff ed osservava l'orizzonte. Lei non si sarebbe mai data per vinta, la Confraternita era la sua vita, il suo orgoglio, i suoi principi e la sua famiglia avrebbe sempre combattuto in loro nome e per loro.
    Tutte quelle rivelazioni e visioni non avevano fatto lasciare la stanza a Lin per giorni, si era anche dimenticata di farsi sentire, tant'è che quando Yulia l'aveva chiamata era in ansia. La tranquillizzò, non sentendosi però ancora di rivelarle cosa le stava accadendo, e poi cercò di rimettersi in sesto.
    Non ebbe più sogni e visioni per i giorni a seguire, al che pensò che li avrebbe usati per metabolizzare e decidere il da farsi. Nel mentre vivere lì, camminare per le vie di Pechino, parlare cinese -che per osmosi aveva assimilato rivivendo i ricordi di Shao- e meditare l'aiutarono molto in un viaggio che più che fisico sentivo che ogni giorno che passava era più che altro spirituale.
     
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    "Ti ho fatto una tazza di cioccolata calda…" la voce gentile ed amorevole di Partenope arrivò alle orecchie della giovane dai lunghi capelli rossi, mentre alzando il viso e sorridendole la ringraziò silenziosamente.
    "Grazie…"
    La giovane nettuniani prese posto accanto a Vesta, sui gradini della piccola e rustica casetta che la ragazza aveva scelto ove vivere, una dimora nel nulla. Isolata da tutti e tutto. Era piccola, in legno, a solo due stanze più un bagno essenziale. Era nella provincia del Sichuan, in una zona rurale. Da quando Vesta aveva deciso di andarsene, allontanarsi da tutto e tutti, mai avrebbe immaginato che il suo pellegrinare l'avrebbe portata sulla Terra e tanto meno in un luogo così remoto, ma con l'andare del tempo aveva trovato pace in quel silenzio e quella solitudine.
    Non aveva voluto tenere i contatti con nessuno, se non con Partenope che dopo averla trovata le aveva promesso che non avrebbe rivelato a nessuno la sua posizione e così era stato. Tuttavia il suo fare sempre apprensivo e dolce, l'aveva portata più volte ad andarle a trovare ed ogni volta portandole piccole cose che potessero allietare quel suo esilio imposto, fatto di tante rinunce ed uno stile di vita povero.
    "Non dovresti viziarmi così..."
    "Oh non credo che della cioccolata sia uno sguardo così grande!"
    Partenope lo disse sorridendo, ma in realtà sottolineava che non trovava giusto e tanto meno sano quel suo punirsi in quel modo.
    Era difficile vedere Vesta in quel modo, lei l'aveva conosciuta come una venusiana vanitosa, che amava prendersi cura di sé, molto femminile e amante dello shopping, ma ora non le interessava più di nulla. Indossava un semplice completo pantalone e kimono di lino beige, i piedi erano scalzi, il viso struccato... essenziale e pulito come il luogo ed il mondo in cui aveva scelto di vivere. Quasi in modo sacerdotale... una cosa era certa si era avvicinata molto alla spiritualità, decisa di trovare il suo equilibrio ed attraverso ciò indagare sulle sue vere origini.
    "Ti chiederei come stai e come proseguono le tue giornate, ma gli eventi accaduti su Saturno parlano per te..."
    Partenope non disse ciò in tono accusatorio, tuttavia volle andarci con i piedi di piombo e così pronunciò quelle parole con estrema cura ed attenzione. Osservava il piccolo laghetto di fronte a loro e solo con la coda dell’occhio osava tentare di guardare l'amica.
    "Sì sono stata impegnata…"
    La Guerriera di Pallas si morse le labbra, mai aveva fatto tanta fatica a parlare con qualcuno, ancor più con lei. Così diversa dalla ragazza piena di vita che conosceva, invidiata da tutti ed odiata da pochi.
    "Non sono qui per giudicarti, lo sai... non lo faccio mai, ma... Hai rischiato moltissimo ad intrufolarti nella Biblioteca Proibita di Saturno ed ancor più ora che quello è Feudo Deviante..."
    Le parole di Partenope fecero sorridere Vesta, seppur non era un sorriso divertito, quanto più sarcastico di chi non voleva dipingersi per quello che non era. Lei non era un’eroina come loro, lei era… egoista… Era stata egoista ed ora lo aveva accettato intraprendendo una strada non per il bene comune, ma solo per il suo.
    "Era un rischio che dovevo correre, quando trovi solo porte sbattute in faccia perché nessuno vuole dirti la verità, allora sei costretta a prendertela da sola... ad ogni costo!"
    C’era così tanta amarezza nella sua voce, così tanta rabbia repressa e un odio che l’aveva totalmente annientata. Partenope si detestava di non esserci stata per lei… come nessuno c’era stato per salvarla in tempo.
    Era deperita nello spirito quanto nel corpo, divenendo poco più che carne ed ossa. La voce poi appariva sempre stanca e strascicata e non era raro vederla massaggiarsi la tempia dolorante.
    "Tutto questo ti sta consumando…"
    "Quanto vivere per anni senza sapere chi sono..." mormorò a mezza voce la rossa, per poi poggiare la tazza da un lato e allungandosi verso l'amica abbracciandola. Le mancava il calore di avere qualcuno accanto, le mancava Cerere e ringraziava ogni giorno lei e tutti gli altri per come l'avevano supportata ed aiutata, ma sentiva di averli delusi e di dover far molta strada prima di meritarsi nuovamente il loro affetto. Aveva compiuto tanti, troppi errori, ma avrebbe sicuramente cercato di porvi rimedio.
    Partenope non disse altro, semplicemente la strinse stretta come ogni volta che giungevano alla fine del loro incontro. Era un modo di Vesta per dirle di andare, ma al contempo per ringraziarla di esserci.
    Fu solo dopo che la navicella con la Guerriera a bordo ripartì, che la giovane rientrò in casa e prendendo proprio in mano il libro che aveva rubato che riprese la sua lunga ed illuminante lettura.
    Si era sempre chiesta la sua forma di drago da dove arrivasse e cosa questo centrasse con le sue certa origine metà marziana e dopo aver vagato a lungo in cerca di qualcosa che parlasse di ciò, trovando però sempre molta omertà piuttosto che ignoranza, aveva preso provvedimenti.
    La Biblioteca Proibita di Saturno conservava i diari della sua Guerriera, colei che in un loop infinito di morte e rinascita aveva vissuto così tante vite da custodire i segreti di tutta la Galassia. Tuttavia era una collezione inviolabile e ciò che aveva fatto, infatti, era considerato al pari di un'eresia.
    Quel libro, che in realtà era un diario, era stato per lei come un'epifania. Lì aveva infatti letto che un tempo i Koronosiani erano draghi, non volatili e che vivevano in sintonia con i marziani. Non vi era un rapporto, come oggi, di Campione e Compagno Alato, un rapporto non alla pari ove di fatto il Compagno è sì un Guerriero, ma anche uno schiavo nei confronti del Campione.
    Proseguendo poi era arrivata al punto ove si narravano le gesta di un giovanissimo Crio, ambizioso e preoccupato della potenza di tali draghi e del rispetto che godevano, forse più dei Titani stessi, motivo per cui decise che era ora di cambiare le loro sorti. Non poteva farcela da solo e così rubò un uovo alla Madre dei Draghi, regina di Koronis, sapendo di scatenare la sua furia. Gli abitanti di Marte erano terrorizzati e Crio li guidò contro gli stessi mostrando loro di non potersi fidare di tali creature.
    Di fatto aveva basato la sua campagna su bugie che avevano alimentato la paura e di conseguenza questa aveva scatenato un odio ed una violenza senza pari. A fronte di ciò i draghi si trovarono a soccombere. Tutte le uova dei legittimi eredi della Madre dei Draghi furono distrutti, tranne uno che decisi dunque di nascondere. Usò la conoscenza dei draghi della Forza dunque per aprire un portale e nascondere lo stesso ove nessuno lo avrebbe mai cercato: sul Pianeta Proibito.
    La lettura della giovane aveva ripreso da quel punto scoprendo che nel mentre Crio aveva continuato la sua guerra e dopo aver ucciso tutti i draghi fece lanciare un potente sortilegio, da una Dathomir sua amante, per trasformare la loro possente forma in quella di un banale rapaci e modificando la loro memoria affinché non ricordassero mai la loro storia e la loro natura e dar vita così alla Koronis sottomessa che tutti conosceva.
    Vesta chiuse di scatto il diario che come sempre, a fine lettura, riusciva a darle la nausea. Trovava incredibile che nessuno ricordasse ciò o che ancor peggio nessuno lo sapesse. Si sentiva in dovere di fare qualcosa, ma cosa? Mica poteva andare dal padre di Iuventas, Ares e Thot e minacciarlo con la verità e poi? Come risvegliare i Koronosiani? Come aiutarli?
    Tutto questo poi ancora non capiva come poteva essere collegato a lei, ma si era convinta che se avesse seguito le orme dell'uovo forse avrebbe trovato le sue risposte. Non aveva scelto la Cina a caso, perché da ciò che era riuscita a scoprire era lì che la Madre dei Draghi aveva mandato il suo cucciolo. L'erede al trono, se lo avesse trovato forse tutti i pezzi del puzzle avrebbero trovato la loro collocazione, ma ancora tanto aveva da scoprire.
    Fu infatti rientrando in casa, stringendo ancora la tazza di cioccolata bollente tra le mani, che fissò la parete sopra il piccolo tavolino ove mangiava. Lì vi era una mappa della regione e varie puntine, stava stringendo il cerchio e sperava di avvicinarsi sempre più al suo obbiettivo.
     
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    I giorni di tregua da sogni e visioni aveva dato il tempo a Lin non solo di riposarsi e riprendere le forze, ma anche di ripartire alla volta del Monte Heming. A 70 chilometri da Chengdu, nella provincia del Sichuan si trovava quel luogo incantato conosciuto in tutto il paese per aver dato i natali al Taoismo. Era stata Shao a guidarla fin lì ove trovando alloggio in un tempio isolato tra il bosco aveva potuto dedicarsi a sé stessa ed alla meditazione. Questo l'aveva portata non solo a riuscire a comunicare sempre più facilmente con Shao, ma anche a conoscere più da vicino la sua storia e le sue abilità.
    Di fatti adesso non erano più sogni o visioni indotti dall’Asta in modo del tutto casuale, riusciva -anche grazie ai monaci che l'avevano ospitata e più nel dettaglio in un Maestro che le stava insegnando varie pratiche- ad accedere direttamente lei stessa a tutto ciò in modo guidato e controllato.
    "Lin. Finalmente sei venuta"
    La ragazza prese confidenza con il luogo dov'era. Sapeva che non era facile muoversi in quella dimensione astrale e per questo la prima cosa che fece fu prendere confidenza con il luogo ed infine cercare la fonte della voce.
    Era di fatti nella Foresta dei Pugnali Volanti ed indossava il classico abito tradizionale della regione in cui si trovava, così come le tre donne che si trovò di fronte quando si voltò verso di loro.
    "Nonna?"
    "Ricordi le tue zie? Jiao e Mei?"
    "Ricordo che la loro casa aveva un odore particolare"
    Rispose di getto osservando la nonna con astio. Da quel che ricordava era una donna manipolatrice e severa e sua madre era la prediletta tra le sue figlie, motivo per cui la trattava in modo terribile. Le sue zie, zitelle ed acide, la invidiavano da sempre come il suo aver ottenuto la One Staff al posto loro.
    "Abbiamo saputo tu e tua madre non vi vedete da molto"
    Mormorò Mei quasi divertita, mentre Jiao aggiunse: "E l'Asta? Ce l'ha ancora?"
    "No. Adesso è mia"
    Esclamò orgogliosa Lin, viso alto e nessuna paura ad affrontare le donne. Tutte e tre erano morte da tempo eppure eccole lì ad ostacolarla.
    "Ti ha dato l'Asta? Non è possibile che fossi pronta"
    "Beh, è un po' moralista da parte vostra, ma io..."
    "Ora dov'è?"
    "Dentro di me"
    Prima sua nonna ed ora Jiao l'avevano assediata con domande spigolose e poi come se fossero il glitch di un videogioco che non funzionava bene, da davanti a lei le vide distanti parlucchiare tra loro.
    Confusa Lin si guardò intorno, come procedere se quelle donne la bloccavano?
    "Certo che siete strane ed anche maleducate... tipico della mia famiglia! Ascoltate, ho solo bisogno di un piccolo aiuto per proseguire... Ok? Dovrei andare da quella parte? Oppure... Che c'è?"
    Si sentiva come se stesse parlando con un muro, mentre indicava il fitto degli alberi intorno a lei. Nessun percorso segnato ed ogni direzione sembrava uguale all'altra, tuttavia per poco non si prese un infarto quando con un nuovo glitch quelle le furono vicine. La donna di fronte e le zie ai suoi lati.
    "Quando dici "dentro di te" cosa intendi esattamente?"
    "L'Asta... esce dal mio petto..."
    Rispose Lin secca alla nonna. Non lo aveva imparato a fare da molto, ma grazie alla meditazione e la guida di Shao aveva imparato che la One Staff era parte di lei, era come se rispondesse al suo stesso DNA, motivo per cui adesso sapeva che poteva assimilarla come richiamarla ogni volta che ne aveva bisogno, ma molto altro aveva imparato.
    Si era sempre chiesta perché a volte funzionasse ed altre no e Shao le aveva spiegato che non era possibile usare l'Asta due volte con lo stesso comando. Le aveva suggerito di tenere un quaderno con tutti i comandi eseguiti, che poi erano fondamentalmente una parola, ed evitare di ripeterla per evitare che al momento del bisogno la One Staff compiesse un incanto inutile. Anche per questo la invitava ad essere attenta e morigerata in ciò che chiedeva, di soppesare sempre le parole, perché una volta usate non l'avrebbe potute ripetere. Questo valeva per ogni proprietaria della stessa, quando passava di mano era come se tutto si resettasse da capo.
    Ironicamente Lin aveva obiettato che questo era quello che succedeva quando prendevi qualsiasi senza istruzioni per l'uso e poi aveva preso nota di ogni suggerimento ed insegnamento per imparare ad usarla sempre meglio, anche come strumento in sé per usarla per combattere nel corpo a corpo.
    "Facci vedere"
    "Sono d'accordo"
    Le due zie le si erano fatte più vicine e la cosa non le piacque come quando prendendola per le braccia la bloccarono, mentre la nonna tirava fuori un pugnale nel chiaro tentativo e desiderio di squartarla.
    "Nipote mia sei la mia unica speranza di andarmene da qui. Tenetela ferma voi due!"
    Mentre la donna anziana impartiva l'ordine alle sue stesse figlie, e Lin si dimenava, una figura vestita di nero e con il viso coperto si presentò attirando immediatamente la sua attenzione.
    "Nessuno ti vuole qui"
    "Magari voi no"
    A quella frase le tre donne lasciarono Lin a sé stessa e lanciarono congiunte un incanto che prese le sembianze di un grande drago di fumo nero, la figura simile ad un ninja lo assorbì con il proprio bastone e poi lo ricacciò contro le tre che diventando loro stesse fumo prima di sparire.
    "Grazie mille!"
    "Dobbiamo andarcene Lin torneranno tra pochi momenti"
    "Come fai a sapere chi sono?"
    La risposta fu il mostrarsi in volto di Shao che per la prima volta Lin vide in carne ed ossa, era difficile da spiegare, ma normalmente le appariva più come una figura indistinta, quasi un fantasma... invece tutto lì era tangibile. Non stava assistendo più a ricordi da spettatrice, ma stava interagendo con un piano diverso dell'esistenza.
    "Come è possibile tutto questo?"
    "Sei progredita molto al punto di riuscire ad entrare in contatto con il piano dimensionale della One Staff in essa vivono le coscienze di tutte coloro che l'hanno posseduta, o quasi, ma come hai visto non sono tutte amichevoli. Alcune ci saranno sempre a suggerirti come usarla al meglio, ma altre tenteranno di manipolarti per i loro scopi!"

    La mise all'erta Shao prima di farle segno di seguirla e così le due iniziarono a camminare l'una di fianco all'altra ed il bosco apparve sempre meno fitto e confuso, si delineavano linee, dettagli e suoni.
    "Più imparerai ad usare l'Asta e meglio saprai come orizzontarti qui... Vedi la One Staff ha la capacità di aprire Portali su molteplici piani dell'esistenza, ma anche Dimensioni..."
    "Davvero?"
    "Sì, ma hai ancora molta strada prima di imparare come e non è una cosa che devi mai sottovalutare. In realtà sarebbe sempre meglio evitare ciò..."
    "Perché?"
    "Perché la magia della One Staff non proviene dalla Forza Cosmica, ma dalla Dimensione Oscura... ci vuole molta abilità e capacità per non cedervi..."
    Nel loro camminare giunsero alla presenza di un antico tempio, era ricoperto d'edera e vedervi l'entrata era quasi impossibile.
    "Siamo arrivate..."
    "Dove?"
    "Qui!"
    Shao le indicò il luogo, ma più nel dettaglio un'entrata segreta nascosta nella vegetazione e più nel dettaglio, nel tronco di un grande albero lì vicino.
    "Qui Zhao Daoling fondò la setta del Taoismo "Via dei Maestri Celesti", uno dei tanti gruppi affiliati delle Tigri..."
    "Perché mi hai portato qui?"
    "Perché è dove devi andare. Non sarà facile, ormai si sono perse le sue tracce e per molti è un luogo ormai mitico, ma guardati intorno... Saprai trovarlo!"
    A quelle parole Lin non perse tempo e cercò di memorizzare ogni più piccolo particolare. Era una foresta dunque non c'era molto che potesse fare o segnarsi per ritrovarlo, ma fece del suo meglio perché quando si risvegliò si toccò il petto con il fiatone. Immediatamente lasciò il luogo di meditazione per raggiungere la sua semplice e spoglia stanza e lì cercò una matita ed un foglio su cui velocemente fare uno schizzo. Non era brava a disegnare, ma lo era abbastanza per fare una "fotografia" di ciò che aveva visto, di quei dettagli che sperava l'avessero aiutata.
    Quasi stentava a riconoscersi, da quando era arrivata in Cina lentamente aveva dismesso gli abiti ed il make up gotico, preferendo un abbigliamento semplice, povero e a tratti clericale. Vestiva tuniche o kimoni neri con il quale si sentiva a suo agio per il percorso che stava intraprendendo oltre che agevolata nei movimenti soprattutto per il combattimento e la meditazione.
    Era deciso, avrebbe parlato con il suo Maestro e l'avrebbe avvisato della sua partenza, magari lui l'avrebbe saputa indirizzare nel suo lungo viaggio, nella scalata al monte... ma poi era certa, tutto il resto sarebbe dipeso da lei.
     
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    Lin aveva ricevuto un importante messaggio da Shao che l'aveva messa in viaggio verso un luogo che si dicesse fossero un mito, lo stesso di fronte al quale in quel momento si trovava Vesta.
    Non era stato facile trovarlo, ci aveva messo settimane intere, ma se tutto era giusto, voleva dire che forse lì avrebbe trovato notizie contundenti circa l'erede al trono di Koronis ed attraverso lo stesso trovare le informazioni che cercava.
    La ragazza dai lunghi capelli biondi, che aveva deciso di tenere stretti in una lunga coda, vestiva con un semplicissimo paio di jeans sopra il quale la blusa era fondamentalmente un kimono nero con maniche a campana ed un bordo floreale rosa.
    Con attenzione studiava il luogo in cerca di un indizio che le disse che fare o come proseguire. Era così concentrata da non accorgersi di essere osservata, ma lo fece quando il suo aggressore fece per colpirla alle spalle e lei alzando una mano fermò il colpo che altrimenti le sarebbe stato inflitto.
    Di fronte a lei una ragazza poco più bassa di lei, orientale, con un rigido e semplice kimono nero a pantalone con i bordi bianchi. Viso acqua e sapone ed un chignon fermato da una bacchetta sul capo a raccogliere i suoi lunghi capelli neri. Era orientale e cercava di capire perché era impossibilitata a muoversi, l'Asta a mezz'aria nel gesto di colpire la ragazza che l'aveva bloccata.
    "E tu di diavolo sei?"
    "Potrei far la stessa domanda io pel di carota!"
    Nel momento in cui Vesta abbassò la mano, Lin si mise sul chi va là puntandole la One Staff contro, mentre Vesta in egual misura teneva sotto controllo la situazione agendo da un momento all'altro se necessario.
    Pensò subito potesse essere un Deviante per via di ciò che aveva fatto, ma se fosse stato così l'avrebbe percepito ed invece nulla. Capì che era terrestre, ma le sfuggiva qualcos'altro che percepiva, ma non comprendeva appieno.
    In egual misura Lin nonostante fosse in allerta non si sentiva minacciata e così fidandosi di sé stessa e delle sue percezioni, come le aveva insegnato Shao, riportò l'Asta al suo fianco osservandola attenta.
    "Mi chiamo Lin Jun..."
    "Vesta"
    Tagliò corto quella.
    "Vesta e basta?"
    "Sì Vesta e basta!"
    Lin alzò il mento infastidita dal suo fare, ma fu allora che percepì una luce essere emessa dall'Asta e subito dopo la voce di Shao che le diceva di aver trovato ciò che stava cercando. Ovviamente Vesta non poteva sentir nulla di tutto ciò, dunque ai suoi occhi vedeva Lin attuare in modo strano almeno fin quando questa non le si avvicinò, portandola a fare qualche passo indietro sulla difensiva, e chiederle di poggiare le sue mani sul manico della One Staff.
    "E perché dovrei farlo? So che è un Talismano Isu e so anche che è molto potente, non so perché ce l'hai ma io non ci appoggio un bel niente!"
    "E così perdere la possibilità di ottenere le risposte che cerchi?"
    "Che diavolo ne sai mh?"
    "Diciamo che forse il nostro incontro non è casuale e che l'una potrebbe avere ciò che l'altra cerca..."
    Lin si stupita di sé. Fino a poco tempo fa si sarebbe innervosita, l'avrebbe attaccata e non sarebbe stato certamente così paziente, ma adesso era mossa da una consapevolezza diversa. Per questo sorrisi e porse l'Asta a Vesta affinché appoggiasse anche lei le mani sulla stessa. La venusiana la guardò poco convinta, le pareva tutto assurdo e non pensava che sarebbe stato così facile ottenere ciò che cercava? Ma non aveva nulla da perdere no?
    Oltretutto erano in un bosco, lontane chissà quanto dalla civiltà ed apparentemente di fronte ad un tempio ormai in rovina. Se ne sarebbe davvero andata senza percorrere ogni strada?
    "Oh al Diavolo!"
    Sbuffò infine allungano le mani, ma fece appena in tempo a toccare l'Asta sempre più luminosa che le due vennero risucchiate in un vortice di immagini e ricordi che ormai Lin conosceva bene.

    "Dove siamo? Che hai fatto?" chiese nervosa Vesta guardandosi intorno per capire dove fosse. Lin era con lei, ma non più la One Staff.
    "Siamo in dei ricordi, non far nulla... nessuno può vederci... ma lasciati guidare... se siamo qui è perché l'Asta vuole mostrarci qualcosa ad entrambe!"
    "E come potrebbe essere? Le nostre strade non possono essere più diverse di così!"
    Lin mosse il capo in un gesto come a volerle indicare qualcosa ed infatti ciò che assistettero fu all'apertura di un portale in una foresta molto simile a quella in cui erano, anzi capirono che fu la stessa, perché quando dallo stesso fuori uscì un grande uovo, quello fu trovato e portato proprio al Tempio delle Tigri che nel presente era ormai abbandonato.
    Il gruppo di ninja parlava che quello fosse per loro l'arma definitiva che gli avrebbe permesso di vincere, ma quella stessa notte furono attaccati da Shao ed alcuni membri della sua Confraternita.
    Lin capì che quello doveva essere conseguente al suo ritorno in Cina, mentre Vesta comprese che la ragazza con lei era una discendente di una stirpe di Assassini.
    Il tempo passò e loro non assistettero solo alla vittoria di Shao, ma anche al suo recuperare l'uovo. Lei e la sua Confraternita lo volevano custodire, affinché le Tigri non lo potessero ritrovare e mentre si apriva una grande discussione circa il fatto di decidere se distruggerlo o meno, quello di dischiuse mostrando al suo interno un cucciolo di drago.
    Shao comprese che quello era un simbolo importante e motivata dall'Asta lo prese con sé, decidendo di divenirle la guardiana. Il tempo passò ed il loro legame divenne imprescindibile. Shao era come una madre per lui. Se ne prendeva cura, ma cosa ben più importante lo amava con tutta sé stessa.
    Mentre Vesta rimase sconcertata da tale rivelazione, dall'altro Lin poté scoprire come la sua antenata, e Maestra morì, proprio per proteggere quel piccolo drago. Era stata una discendente della stirpe delle Yong, che nuovamente incrociò il suo cammino e questa volta l'ebbe vinta. Shao tuttavia riuscì in un ultimo gesto estremo, non poteva permettere che il piccolo finisse nelle mani delle Tigri e divenisse così per loro un'arma e per proteggerlo poco prima di morire usò la One Staff per aprire un portale e metterlo in salvo così come la madre dello stesso aveva fatto molto tempo prima.
    Quando nuovamente le due vennero sballottate in un altro ricordo, Lin non riconobbe il paesaggio in cui si trovava, ma lo fece Vesta. Il deserto, il cielo che non diveniva mai totalmente buio con un tramonto eterno di colori come il rosa ed il rosso... l'aria calda, ma il profumo costante di rosa nello stesso, le fece venire subito in mente venere. Fu infatti lì che vide il piccolo drago arrivare e subito dopo prendere le forme di una neonata umana, che poco dopo fu trovata da una donna del posto.
    Questa non ci pensò due volte a raccoglierla e portarla a casa, tra lo sconcerto e la paura del marito.
    "Come facciamo a tenerla? Come spiegheremo il suo aspetto? I capelli rossi?"
    "Non possiamo abbandonarla... guardarla è così bella... è così perfetta... insomma quale venusiano non si innamorerebbe di tale perfezione?"
    La coppia discuteva animatamente, dopotutto il poliamore non era una cosa proibita su Venere ma solo tra venusiani... Una relazione con un marziano, ad esempio, avrebbe infangato la reputazione di entrambi, ma per amor di quel pargoletto entrambi si convinsero che quella era la bugia migliore che potevano inventarsi e l'unica a cui tutti avrebbe creduto. Decisero che avrebbero tenuto nascosta la bimba per il tempo di fingere una gravidanza.
    Vesta scosse la testa con vigore maggiore e prima che Lin potesse capire cosa stava succedendo, tutto intorno a loro divenne concitato. Le scene si susseguirono veloce, come le parole, cattive di chi giudicava senza ritegno. La famiglia visse dunque una vita da ripudiati, da esiliati, da additati, ma piena d'amore... di un amore immenso verso quel frugoletto che Lin comprese essere Vesta.
    Sgranò gli occhi e capì che il suo sconcerto e le sue forti emozioni stavano destabilizzando quel viaggio. Vesta piangeva continuando a negare la realtà, mentre Lin comprese che doveva fare qualcosa.
    La prese per le spalle e la scosse cercando di farla tornare in sé, ma l'instabilità del tutto fece sì che un ennesimo cambio di scena ci fosse, uno relativo a qualcosa che non era ancora previsto che Lin sapesse.
    Non erano più i ricordi di Shao, perché erano molto molto molto molto più indietro nel tempo... Alle origini del tutto.
    Era uno dei pianeti che dava i natali alle Dathomir, ma era impossibile per Lin sapere quale perché lei nemmeno li conosceva. Lì vide due sorelle, tratti orientali e streghe potentissime. Il loro rapporto era basato sul profondo amore di una e l'invidia dell'altra, così forte da portarla a tradire non solo il sangue del suo stesso sangue, ma la sua intera razza. La One Staff infatti era una reliquia sacra, conservata dalle Grandi Madri, e quella l'aveva rubata perché ammaliata dal suo amante Crio. L'idea che un Titano potesse essere interessata a lei l'aveva riempita di orgoglio ancor più la certezza che una volta che ne sarebbe divenuta la sposa, il suo potere sarebbe stato tale da uccidere le Grandi Madri, prendere il loro posto e mostrare finalmente alla sorella chi delle due era la migliore.
    In realtà Crio l'aveva solo usata, necessitava della One Staff per sottomettere i draghi e lanciare una maledizione sulla loro Regina. Non solo questa, come tutto il suo popolo, si sarebbe dimenticata della verità, ma si sarebbe occupata di tenere Koronis sotto il giogo marziano. Una maledizione che, come la sua giovane amante gli aveva confidato avendola creato lei per lui, sarebbe stato possibile rompere solo dallo stesso sangue di colei che l'aveva lanciata. Crio sorrise subdolo e per assicurarsi che ciò non avrebbe potuto accadere, l'uccise.
    Il Titano baldanzoso non poteva sapere che la Dathomir aveva partorito poco tempo prima un figlio loro, uno che avrebbe poi dato nel tempo, vita alla discendenza che attualmente apparteneva agli Jong. Così come non sapeva che la stessa aveva anche una sorella, che avrebbe poi dato nel tempo, vita alla discendenza Jun.

    Quando entrambe tornarono alla realtà, furono violentemente gettate all'indietro dall'energia dell'Asta quasi le stesse respingendo. Quella cadde a terra spegnendosi del bagliore che aveva emanato, mentre le due ansimanti e scosse dovevano realizzare il carico di ciò che avevano visto e scoperto.
    Fu infatti nel silenzio assordante del loro guardarsi negli occhi che capirono che i loro destini era indissolubilmente legati l'una all'altra.
     
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